Inaugurata a Molfetta la nuova sede dell’associazione “Appoggiati a me Onlus”
Il presidente Gallo: «un ragazzo con disabilità autonomo diventa un pregio per la società»
Molfetta - lunedì 30 settembre 2019
12.10
«Questa sede è ufficialmente aperta». Sono le semplici e significative parole pronunciate dal piccolo Paolo al momento del taglio del nastro della nuova sede dell'Associazione "Appoggiati a me Onlus", che da ieri è ubicata nell'ex palazzo del Giudice di pace, dopo aver partecipato ad un bando del Comune. Tale struttura ospita già la sede della Polizia Municipale, del Consorzio Guardie campestri e della Misericordia.
E' una struttura nuova, colorata, a misura di bambino, una struttura che insieme all'associazione si pone l'obiettivo di rendere autonomi i bambini e i ragazzi diversamente abili. Ogni angolo, dalla palestra, all'area giochi, all'area relax è pensata per le loro necessità, per il loro benessere. Non manca nemmeno la cucina, si, una vera e propria cucina, perché alcuni ragazzi possano pranzare o fare merenda direttamente lì.
E' una casa a tutti gli effetti, una casa che accoglie un team di esperti, di professionisti pronti a mettersi al servizio dei bambini e dei ragazzi, aiutarli nel loro percorso di crescita individuale. Sì perché ogni bambino, ogni ragazzo ha una sua propria abilità che va potenziata e valorizzata. Tutto il lavoro svolto in associazione viene condiviso con la famiglia e la scuola, perché ogni attore deve fare la sua parte nel percorso di formazione del ragazzo.
L'associazione "Appoggiati a me" è nata nel 2014 da un gruppo di genitori che ha creduto che attraverso processi di riabilitazione si possano creare piccole autonomie per i loro ragazzi, chiaramente con l'ausilio di un team di professionisti. I primi a credere in questo progetto, come ha ricordato il presidente, Tommaso Gallo, sono stati i membri dell'Opera Pia e il suo presidente, Sergio de Ceglia.
Dai primi 7 bambini con cui l'associazione è nata, oggi conta 50 fra bambini e ragazzi, ma non è questo per il presidente Gallo il dato rilevante, ma le ore di attività che da mille sono diventate 10 mila, numeri che fanno capire quanto grande sia l'attenzione dell'equipe ai ragazzi.
Il presidente dell'associazione nel corso del suo intervento ha puntato la sua attenzione su tre punti cardine: convinzione, fare squadra, investimento. «Non è un sogno che si realizza è un traguardo che si raggiunge, perché siamo tutti consapevoli che avere a che fare con la disabilità è un percorso lungo e che comprende tanti traguardi che si possono raggiungere con l'impegno quotidiano». E ha concluso: «un ragazzo con disabilità autonomo diventa un pregio per la società, ma anche un costo in meno perché i ragazzi hanno bisogno di assistenza continuativa».
L'equipe è formata da psicologhe, psicoterapeute, educatrici, volontari, coordinate da Chiara Ferrari, psicologa BCBA analista del comportamento certificata, che nel suo intervento ha spiegato «cerco di applicare la scienza con coscienza per migliorare la vita dei nostri bambini e delle loro famiglie». E aggiunge: «il nostro motore è il poter lavorare in rete».
Presente all'inaugurazione anche il dottore Tommaso Tota, con cui "Appoggiati a me" ha collaborato per il progetto estivo "Estate in autonomia", primo classificato per i progetti dell'Agenzia nazionale giovani, all'interno del programma europeo del "Corpo Europeo di Solidarietà".
Tota si è soffermato su una parola : integrazione.
Per il neuropsichiatra infantile, vi è stata integrazione a tutti i livelli, «non solo per i ragazzi disabili, in questo lavoro ho visto integrazione fra nord e sud (ndr Chiara Ferrari è di Reggio Emilia), con l'Europa ,con il progetto estivo. Integrazione fra noi professionisti. Non ultimo integrazione fra i comuni, infatti, oltre i ragazzi molfettesi, l'associazione è frequentata anche da ragazzi di Bitonto e Giovinazzo».
E non nega che «c'è ancora tanto da fare», ma piccoli tasselli sono stati messi che fanno ben sperare in un futuro che guardi alla disabilità con occhi diversi.
Prima del taglio del nastro, il sindaco, Tommaso Minervini, ha tenuto a precisare che «ciò che stiamo ricostruendo in questa città, oltre la ricostruzione delle mura, è il tessuto connettivo di una città. Da un rudere, da una struttura abbandonata abbiamo creato un co-housing in cui convivono realtà diverse».
E' una struttura nuova, colorata, a misura di bambino, una struttura che insieme all'associazione si pone l'obiettivo di rendere autonomi i bambini e i ragazzi diversamente abili. Ogni angolo, dalla palestra, all'area giochi, all'area relax è pensata per le loro necessità, per il loro benessere. Non manca nemmeno la cucina, si, una vera e propria cucina, perché alcuni ragazzi possano pranzare o fare merenda direttamente lì.
E' una casa a tutti gli effetti, una casa che accoglie un team di esperti, di professionisti pronti a mettersi al servizio dei bambini e dei ragazzi, aiutarli nel loro percorso di crescita individuale. Sì perché ogni bambino, ogni ragazzo ha una sua propria abilità che va potenziata e valorizzata. Tutto il lavoro svolto in associazione viene condiviso con la famiglia e la scuola, perché ogni attore deve fare la sua parte nel percorso di formazione del ragazzo.
L'associazione "Appoggiati a me" è nata nel 2014 da un gruppo di genitori che ha creduto che attraverso processi di riabilitazione si possano creare piccole autonomie per i loro ragazzi, chiaramente con l'ausilio di un team di professionisti. I primi a credere in questo progetto, come ha ricordato il presidente, Tommaso Gallo, sono stati i membri dell'Opera Pia e il suo presidente, Sergio de Ceglia.
Dai primi 7 bambini con cui l'associazione è nata, oggi conta 50 fra bambini e ragazzi, ma non è questo per il presidente Gallo il dato rilevante, ma le ore di attività che da mille sono diventate 10 mila, numeri che fanno capire quanto grande sia l'attenzione dell'equipe ai ragazzi.
Il presidente dell'associazione nel corso del suo intervento ha puntato la sua attenzione su tre punti cardine: convinzione, fare squadra, investimento. «Non è un sogno che si realizza è un traguardo che si raggiunge, perché siamo tutti consapevoli che avere a che fare con la disabilità è un percorso lungo e che comprende tanti traguardi che si possono raggiungere con l'impegno quotidiano». E ha concluso: «un ragazzo con disabilità autonomo diventa un pregio per la società, ma anche un costo in meno perché i ragazzi hanno bisogno di assistenza continuativa».
L'equipe è formata da psicologhe, psicoterapeute, educatrici, volontari, coordinate da Chiara Ferrari, psicologa BCBA analista del comportamento certificata, che nel suo intervento ha spiegato «cerco di applicare la scienza con coscienza per migliorare la vita dei nostri bambini e delle loro famiglie». E aggiunge: «il nostro motore è il poter lavorare in rete».
Presente all'inaugurazione anche il dottore Tommaso Tota, con cui "Appoggiati a me" ha collaborato per il progetto estivo "Estate in autonomia", primo classificato per i progetti dell'Agenzia nazionale giovani, all'interno del programma europeo del "Corpo Europeo di Solidarietà".
Tota si è soffermato su una parola : integrazione.
Per il neuropsichiatra infantile, vi è stata integrazione a tutti i livelli, «non solo per i ragazzi disabili, in questo lavoro ho visto integrazione fra nord e sud (ndr Chiara Ferrari è di Reggio Emilia), con l'Europa ,con il progetto estivo. Integrazione fra noi professionisti. Non ultimo integrazione fra i comuni, infatti, oltre i ragazzi molfettesi, l'associazione è frequentata anche da ragazzi di Bitonto e Giovinazzo».
E non nega che «c'è ancora tanto da fare», ma piccoli tasselli sono stati messi che fanno ben sperare in un futuro che guardi alla disabilità con occhi diversi.
Prima del taglio del nastro, il sindaco, Tommaso Minervini, ha tenuto a precisare che «ciò che stiamo ricostruendo in questa città, oltre la ricostruzione delle mura, è il tessuto connettivo di una città. Da un rudere, da una struttura abbandonata abbiamo creato un co-housing in cui convivono realtà diverse».