Cronaca
In carcere il cardiologo Balzano: dai pazienti soldi e datteri di mare
Il professionista, di 54 anni, è in carcere da ieri: soldi per saltare le liste d'attesa, ma ad amici e parenti prestazioni gratuite
Molfetta - sabato 8 febbraio 2025
11.04
Un "contributo" per far saltare le liste d'attesa: funzionava così all'ospedale don Tonino Bello, a Molfetta. Ieri i Carabinieri hanno arrestato Angelo Marco Balzano, di 54 anni, medico specialista in cardiologia, perché chiedeva tangenti ai pazienti: soldi (da 50 a 100 euro per ogni visita), ma anche una busta di datteri di mare.
Ed è proprio da quella busta di mitili che sono iniziate le indagini dei militari che, ieri, sono arrivati a casa dell'uomo, al rione Poggiofranco di Bari, per notificargli una misura di custodia cautelare in carcere del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, su richiesta dei pubblici ministeri tranesi Giuseppe Francesco Aiello e Francesco Tosto che hanno diretto le indagini dei militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità dell'Arma del capoluogo pugliese.
Le accuse sono di concussione, corruzione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. L'indagine è partita, quasi per caso, dall'ascolto di un'intercettazione di un 60enne di Bitonto coinvolto in un'altra inchiesta: i militari, infatti, l'hanno sentito organizzare la consegna della busta. E così l'hanno pedinato e l'hanno visto bussare alla porta dell'ambulatorio ospedaliero del cardiologo per consegnargli i frutti di mare, prima di essere ricevuto soltanto pochi giorni dopo, senza attese.
In mezzo altri sei episodi, avvenuti tra luglio e ottobre dello scorso anno in cui avrebbe usato le attrezzature e i macchinari ospedalieri per effettuare degli esami di fatto creando «un sistema parallelo rispetto al reale meccanismo di prenotazione ordinario», hanno spiegato gli inquirenti. Insomma, Balzano avrebbe «gestito il servizio di pubblica utilità da parte dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari in modo privatistico». E così, avrebbe di fatto ottenuto una serie di "compensi illegali".
Dalle presunte concussioni il medico avrebbe intascato 630 euro, pari a 50 o 100 euro per ciascuna visita. Per i suoi amici e i suoi parenti, invece, le visite erano gratuite, ma sempre a spese della collettività. I suoi conoscenti «si rivolgevano direttamente a lui per eseguire le prestazioni durante l'orario di servizio usando la strumentazione dell'ospedale» locale: da qui anche l'ipotesi di reato di truffa e di peculato per 1.163 euro, pari al valore degli accertamenti diagnostici eseguiti.
Quando il professionista ha intuito di essere indagato, avrebbe tentato di «inquinare il quadro probatorio», ma era troppo tardi: gli inquirenti avevano ricostruito il meccanismo. Il medico si trova nel carcere di Trani e lunedì, difeso dagli avvocati Andrea Moreno e Alessandro Iacobellis, potrà fornire la sua versione dei fatti.
Ed è proprio da quella busta di mitili che sono iniziate le indagini dei militari che, ieri, sono arrivati a casa dell'uomo, al rione Poggiofranco di Bari, per notificargli una misura di custodia cautelare in carcere del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, su richiesta dei pubblici ministeri tranesi Giuseppe Francesco Aiello e Francesco Tosto che hanno diretto le indagini dei militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità dell'Arma del capoluogo pugliese.
Le accuse sono di concussione, corruzione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. L'indagine è partita, quasi per caso, dall'ascolto di un'intercettazione di un 60enne di Bitonto coinvolto in un'altra inchiesta: i militari, infatti, l'hanno sentito organizzare la consegna della busta. E così l'hanno pedinato e l'hanno visto bussare alla porta dell'ambulatorio ospedaliero del cardiologo per consegnargli i frutti di mare, prima di essere ricevuto soltanto pochi giorni dopo, senza attese.
In mezzo altri sei episodi, avvenuti tra luglio e ottobre dello scorso anno in cui avrebbe usato le attrezzature e i macchinari ospedalieri per effettuare degli esami di fatto creando «un sistema parallelo rispetto al reale meccanismo di prenotazione ordinario», hanno spiegato gli inquirenti. Insomma, Balzano avrebbe «gestito il servizio di pubblica utilità da parte dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari in modo privatistico». E così, avrebbe di fatto ottenuto una serie di "compensi illegali".
Dalle presunte concussioni il medico avrebbe intascato 630 euro, pari a 50 o 100 euro per ciascuna visita. Per i suoi amici e i suoi parenti, invece, le visite erano gratuite, ma sempre a spese della collettività. I suoi conoscenti «si rivolgevano direttamente a lui per eseguire le prestazioni durante l'orario di servizio usando la strumentazione dell'ospedale» locale: da qui anche l'ipotesi di reato di truffa e di peculato per 1.163 euro, pari al valore degli accertamenti diagnostici eseguiti.
Quando il professionista ha intuito di essere indagato, avrebbe tentato di «inquinare il quadro probatorio», ma era troppo tardi: gli inquirenti avevano ricostruito il meccanismo. Il medico si trova nel carcere di Trani e lunedì, difeso dagli avvocati Andrea Moreno e Alessandro Iacobellis, potrà fornire la sua versione dei fatti.