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Enti locali

Imu, Tasi, Tari. Uno scioglilingua per tassare la casa

In questi anni l'hanno chiamata in tanti modi. Ma l'obiettivo è solo uno: tassare la casa

Con il Consiglio comunale di giovedì si è dato vita a quello che si potrebbe, con molta franchezza, definire un "giovedì" nero per i contribuenti molfettesi, vista l'approvazione della manovra fiscale che ha sancito la maggior parte dei pagamenti delle imposte. In questi mesi tutti con il fiato sospeso, tutti in attesa di quelle imposte tanto "care" alle tasche dei contribuenti. Ne abbiamo sentite di tutte le salse, dall'Irpef all'Ires, dall'Irap all'Imu, dalla Tasi alla Tari. Tutte imposte da calcolare in autoliquidazione e con regole molto diverse tra loro. Il tutto senza dimenticare la Iuc (Imposta unica comunale), introdotta lo scorso dicembre nella legge di stabilità. La cosiddetta Iuc, si compone di tre imposte diverse: Tasi (che colpisce tutti gli immobili), Tari (ovvero la tassa rifiuti) e Imu (sugli immobili diversi dall'abitazione principale).

Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di precisare e rendere più chiare le cose. Quella che ad oggi è definita Iuc (Imposta unica comunale) ha sostituito quella che fino a qualche mese era annoverata Trise (erede dell'Imu che inglobava anche la Tares). Nonostante il mutamento in chiave definitoria, nella realtà non cambiano di fatto né il modo né le forme del prelievo, non cambiano i tempi né la modulazione delle rate, se si eccettua una detrazione media annua di 25 euro, che segue i 14 euro della detrazione Irpef.

La Iuc, l'imposta unica comunale sostituisce la Tares, che i contribuenti hanno pagato l'anno scorso. Come è ormai noto per il pagamento di queste imposte ogni Comune stabilisce il numero di rate e le scadenze, prevedendo anche il pagamento separato di ogni singola imposta in momenti diversi. Ma il Comune di Molfetta numeri alla mano, seppur subordinato al Governo centrale, continua a ripetere che la manovra fiscale non aumenta le tasse, anzi le ritocca al ribasso. Sarà vero?

Perché, conti alla mano, appare sempre più ovvio che quella che sta per piombare addosso ai molfettesi è una vera e propria stangata. Il problema è capire quale tributo pagare, a quale tipo di immobile si abbina e principalmente quanto pagare. Il tutto considerando gli incrementi di aliquota, calcolati in punti percentuale, che ogni singolo comune potrà aggiungere all'aliquota base stabilita dalla norma di partenza.
Dati alla mano, il centrodestra cittadino ha spiegato quanto peseranno le nuove imposte sulle tasche dei cittadini soprattutto per uel che concerne le attività produttive. Il cappio della pressione fiscale avrà come oggetto soprattutto artigiani, ristoratori, piccoli commercianti e piccoli imprenditori. Queste attività produttive rappresentano quelle categorie soggette ad aumenti Tari rispetto alla Tares 2013. Infatti per quel che concerne le categorie di fabbro, autocarrozzeria, falegname ci sarà un +20%, per elettrauto e odontotecnici +25%, per i Centri Ginnici un +60% e per gli stabilimenti balneari +90%.

Per quanto riguarda la Tasi sulla prima casa, la questione controversa è quanto questa costerà alle famiglie molfettesi? Qualcuno ha provato a fare i conti e gli esiti sono stati dei più disparati. Basti pensare che c'è chi afferma che la Tasi sulla prima casa aumenterà rispetto all'Imu e chi afferma il contrario. La Banca d'Italia ha stimato un possibile aumento fino al 60 % della tassazione sulla casa, se i comuni dovessero scegliere l'aliquota del 2,5 per mille (proprio come a Molfetta). Stava ai Comuni stabilire quale aliquota adottare.

E già qui casca l'asino: moltissimi Comuni che hanno già deliberato le aliquote hanno optato per quelle più elevate. Qualcuno ha addirittura superato il 2,5 per mille con una ulteriore maggiorazione dello 0,8 come consentito dalla legge, a patto di introdurre delle detrazioni. È il caso, per esempio, proprio di Molfetta che ha spinto l'aliquota fino al 3,3 per mille (l'aliquota minima è del 1 per mille). Con la premessa che il progressivo taglio dei trasferimenti statali ai Comuni è inarrestabile, la logica conseguenza è che per far quadrare i bilanci ai sindaci non resta che inasprire le aliquote per assicurarsi gettiti maggiori o perlomeno in linea con quelli degli anni passati. Soprattutto, perché quei soldi servono per pagare servizi indispensabili alla comunità.

Capitolo Tari. La possibilità di applicare riduzioni e agevolazioni, almeno in linea teorica, esiste e la normativa che disciplina l'applicazione anche della Tari riserva agli enti locali un ampio margine di discrezionalità. Ma, come nel caso della Tasi, i margini di manovra delle amministrazioni comunali, provate dai tagli ai trasferimenti, sono il più delle volte esigui. In questo caso ancor di più perché il gettito della Tari deve assicurare, per legge, la copertura integrale dei costi del servizio di trattamento dei rifiuti.

Dissolto come neve al sole ogni serio tentativo da parte dei sindaci di introdurre correttivi significativi, specie per le famiglie numerose e il ceto medio. L'Imu invece non si applica sull'abitazione principale e agli immobili equiparati.
L'aliquota ordinaria fissata dal Comune di Molfetta sarà del 10,60 per mille sulle "seconde case" proprio come annunciato da MolfettaViva nelle scorse settimane. Nella confusione generale di sigle, tra Imu, Tasi, Tari quello che è certo è che le tasse sulla casa bisogna pagarle.
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