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Cronaca
Imputata per rapina. Troppe però le incertezze: assolta una 53enne
La decisione del Tribunale di Trani dopo un episodio risalente al 2023: la donna è stata rimessa in libertà
Molfetta - venerdì 14 febbraio 2025
«Incertezza e contraddittorietà della prova nella sussistenza del fatto». Con questa motivazione il giudice del Tribunale di Trani, Giada Azadi, ha assolto dal reato di rapina la 53enne molfettese Anna Rita Grosso, condannandola - a 10 mesi di reclusione - solo per le lesioni e ordinando l'immediata liberazione della donna.
I fatti risalgono al 19 settembre 2023, quando l'imputata, arrestata a febbraio scorso e assistita dall'avvocato Maurizio Masellis, «al fine di procurarsi un ingiusto profitto, mediante violenza consistita nel colpire» una 60enne, «con il palmo della mano destra, sul naso e sulla fronte, tentava di sottrarle il portafogli contenuto nella borsa e, non riuscendovi a causa della pronta reazione della persona offesa, si impossessava di 5 euro posta sul sedile anteriore dell'auto della predetta».
Un'azione violenta costata alla donna uno stato di agitazione ed un trauma frontale in seguito ad un'aggressione fisica e verbale giudicati guaribili in 3 giorni. E se sulla colpevolezza della 53enne molfettese per il reato di lesioni personali la giudice del Tribunale di Trani non ha avuto dubbi, condannando l'imputata alla pena di 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare (era rinchiusa a Trani), l'ha invece scagionata dall'ipotesi di rapina.
A rendere precaria l'accusa «l'incertezza e la contraddittorietà della prova nella sussistenza del fatto». Per la donna, «dichiarata la perdita di efficacia della misura cautelare della custodia in carcere attualmente imposta», è stata ordinata «l'immediata liberazione, se non detenuta per altra causa». Le motivazioni in 90 giorni.
I fatti risalgono al 19 settembre 2023, quando l'imputata, arrestata a febbraio scorso e assistita dall'avvocato Maurizio Masellis, «al fine di procurarsi un ingiusto profitto, mediante violenza consistita nel colpire» una 60enne, «con il palmo della mano destra, sul naso e sulla fronte, tentava di sottrarle il portafogli contenuto nella borsa e, non riuscendovi a causa della pronta reazione della persona offesa, si impossessava di 5 euro posta sul sedile anteriore dell'auto della predetta».
Un'azione violenta costata alla donna uno stato di agitazione ed un trauma frontale in seguito ad un'aggressione fisica e verbale giudicati guaribili in 3 giorni. E se sulla colpevolezza della 53enne molfettese per il reato di lesioni personali la giudice del Tribunale di Trani non ha avuto dubbi, condannando l'imputata alla pena di 10 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare (era rinchiusa a Trani), l'ha invece scagionata dall'ipotesi di rapina.
A rendere precaria l'accusa «l'incertezza e la contraddittorietà della prova nella sussistenza del fatto». Per la donna, «dichiarata la perdita di efficacia della misura cautelare della custodia in carcere attualmente imposta», è stata ordinata «l'immediata liberazione, se non detenuta per altra causa». Le motivazioni in 90 giorni.