Imprese locali e legalità: don Luigi Ciotti ne parla a Molfetta
Il fondatore di "Libera" ha dialogato con il Procuratore di Trani Renato Nitti
Molfetta - sabato 5 marzo 2022
10.47
Grande partecipazione ieri all'evento che ha visto protagonista don Luigi Ciotti a Molfetta: il fondatore di "Libera" è stato ospite dell'Auditorium Madonna della Rosa per l'iniziativa "Le imprese unite per lo sviluppo economica e la tutela della legalità".
Con lui hanno preso la parola anche il Prefetto di Bari, Antonella Bellomo, e il Procuratore di Trani, Renato Nitti. L'organizzazione dell'evento è stata dell'Associazione Imprenditori Molfetta, con il presidente Maddalena Pisani, assieme ai presidenti di Confcommercio (Salvatore Farinato), Confesercenti (Raffaella Altamura) e Confartigianato (Francesco Sgherza). Erano presenti anche diverse autorità civili e militari di Molfetta e dei comuni limitrofi. In primis, per fare il punto della situazione criminalità sul nostro territorio, ha preso la parola Renato Nitti, Procuratore della Repubblica di Trani che in passato ha svolto funzioni di sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Si rileva, tra gli interventi, quello di Salvatore Farinato di Confcommercio che ha delineato il lancio di un nuovo progetto, poi ripreso dallo stesso Procuratore Nitti, che renderà più efficace il monitoraggio in situazioni di eventi criminosi a danno degli esercizi commerciali: il Comune di Molfetta metterà a bando la possibilità per gli esercenti di attivare un servizio di videosorveglianza in grado di fungere da rete per tutta la cinta urbana, con partecipazione della spesa al 50% tra imprenditore e Comune, e con autorizzazione al controllo diretto da parte delle forze dell'ordine.
«Io credo che ci siano tutti gli elementi perché la cittadinanza di Molfetta prenda consapevolezza del fatto che questa è terra di mafia. E che lo sia lo attestano i tanti risultati conseguiti per molti anni, e da molti anni ormai, in materia di indagini e di investigazioni condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari» ha dichiarato in apertura di serata, toccando in maniera abbastanza diretta lo scottante tema che vede le province di Bari e Bat tra quelle italiane con maggiori infiltrazioni della criminalità organizzata sul territorio.
A seguire, sono arrivate le riflessioni di don Ciotti: «Dove si creano situazioni di fragilità, di vulnerabilità come la mancanza di dignità, perché il lavoro dà dignità, identità, vita alle persone, se viene a mancare questo, le mafie si infiltrano. Loro ci sono sempre, anche nelle situazioni più insospettabili e quando meno ce l'aspettiamo. Gli ultimi dati che sono stati raccolti sono la dimostrazione che c'è una nuova variante del Covid che è la variante criminalità».
«Dobbiamo vigilare - ha aggiunto - ma soprattutto bisogna dare lavoro. Senza lavoro - ha continuato - la società muore. Noi dobbiamo fare in modo che questi amici, queste amiche che stanno lottando per la loro dignità, per la loro famiglia, per i loro figli non possono essere lasciati soli. Questa è una responsabilità di tutti. Il problema più grave non è solo di chi è coinvolto e che non fa quello che deve fare, ma di chi guarda e lascia fare».
«Dobbiamo essere cittadini non a intermittenza e dobbiamo essere cittadini responsabili. Il problema degli altri è un problema anche nostro, il problema di questi lavoratori è un problema che deve essere di tutti, non dobbiamo lasciarli soli» ha concluso don Ciotti.
Con lui hanno preso la parola anche il Prefetto di Bari, Antonella Bellomo, e il Procuratore di Trani, Renato Nitti. L'organizzazione dell'evento è stata dell'Associazione Imprenditori Molfetta, con il presidente Maddalena Pisani, assieme ai presidenti di Confcommercio (Salvatore Farinato), Confesercenti (Raffaella Altamura) e Confartigianato (Francesco Sgherza). Erano presenti anche diverse autorità civili e militari di Molfetta e dei comuni limitrofi. In primis, per fare il punto della situazione criminalità sul nostro territorio, ha preso la parola Renato Nitti, Procuratore della Repubblica di Trani che in passato ha svolto funzioni di sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Si rileva, tra gli interventi, quello di Salvatore Farinato di Confcommercio che ha delineato il lancio di un nuovo progetto, poi ripreso dallo stesso Procuratore Nitti, che renderà più efficace il monitoraggio in situazioni di eventi criminosi a danno degli esercizi commerciali: il Comune di Molfetta metterà a bando la possibilità per gli esercenti di attivare un servizio di videosorveglianza in grado di fungere da rete per tutta la cinta urbana, con partecipazione della spesa al 50% tra imprenditore e Comune, e con autorizzazione al controllo diretto da parte delle forze dell'ordine.
«Io credo che ci siano tutti gli elementi perché la cittadinanza di Molfetta prenda consapevolezza del fatto che questa è terra di mafia. E che lo sia lo attestano i tanti risultati conseguiti per molti anni, e da molti anni ormai, in materia di indagini e di investigazioni condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari» ha dichiarato in apertura di serata, toccando in maniera abbastanza diretta lo scottante tema che vede le province di Bari e Bat tra quelle italiane con maggiori infiltrazioni della criminalità organizzata sul territorio.
A seguire, sono arrivate le riflessioni di don Ciotti: «Dove si creano situazioni di fragilità, di vulnerabilità come la mancanza di dignità, perché il lavoro dà dignità, identità, vita alle persone, se viene a mancare questo, le mafie si infiltrano. Loro ci sono sempre, anche nelle situazioni più insospettabili e quando meno ce l'aspettiamo. Gli ultimi dati che sono stati raccolti sono la dimostrazione che c'è una nuova variante del Covid che è la variante criminalità».
«Dobbiamo vigilare - ha aggiunto - ma soprattutto bisogna dare lavoro. Senza lavoro - ha continuato - la società muore. Noi dobbiamo fare in modo che questi amici, queste amiche che stanno lottando per la loro dignità, per la loro famiglia, per i loro figli non possono essere lasciati soli. Questa è una responsabilità di tutti. Il problema più grave non è solo di chi è coinvolto e che non fa quello che deve fare, ma di chi guarda e lascia fare».
«Dobbiamo essere cittadini non a intermittenza e dobbiamo essere cittadini responsabili. Il problema degli altri è un problema anche nostro, il problema di questi lavoratori è un problema che deve essere di tutti, non dobbiamo lasciarli soli» ha concluso don Ciotti.