Vita di città
Imprese e artigiani, è strappo con l’amministrazione comunale
Confartigianato: “Il sindaco rinuncia al confronto”
Molfetta - martedì 23 settembre 2014
23.37
«Da un anno e mezzo abbiamo ripetutamente sollecitato un confronto con il sindaco e l'amministrazione comunale sui problemi degli artigiani e degli imprenditori, ma anche oggi constatiamo la loro totale assenza.» Francesco Sgherza, presidente provinciale e regionale della Confartigianato, continua a bussare alla porta dell'amministrazione Natalicchio ma da quelle parti non c'è nessuno disposto a guardarlo nemmeno dallo spioncino. Anche ieri sera, in occasione dell'incontro pubblico organizzato da Giovani Imprenditori (l'associazione di casa nata meno di due anni fa), incontro cui erano invitati tutti i rappresentanti istituzionali cittadini, c'erano i consiglieri del centrodestra Luigi Roselli, Pietro Mastropasqua e Mariano Caputo, così come presenti erano pure Gaetano Armenio e Pasquale de Nichilo per l'Associazione Imprenditori Molfetta. Mancavano sindaco e tutta la maggioranza.
Creare un percorso di confronto e dialogo per il bene della città soprattutto in un momento di crisi, questo chiede l'organizzazione di categoria che rappresenta oltre 400 artigiani e imprenditori solo a Molfetta. «Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, chiediamo solo dialogo e confronto» chiarisce Alessandro del Rosso, presidente dei Giovani Imprenditori della Confartigianato. Resta durissimo il giudizio su quanto sta accadendo a Molfetta sulla pelle delle piccole e medie imprese. Soprattutto scottano le ultime decisioni fiscali prese dall'amministrazione: «Noi le tasse vogliamo pagarle, ma chiediamo servizi, una burocrazia snella e infrastrutture.»
Insomma, al grido di allarme lanciato la settimana dall'Associazione Imprenditori Molfetta, si aggiunge ora quello della Confartigianato. Mimmo Petruzzella, vice presidente dell'associazione, riassume così: «Quello che è stato fatto dall'amministrazione per le imprese finora è poco o nulla. Quello che sta facendo è ancora peggio. Quello che farà non è dato saperlo. Ci sono aziende che stanno chiudendo dopo sette anni di crisi economica e ora sono costrette a pagare tasse su capannoni e locali inutilizzati. La scelta di applicare le aliquote fiscali massime meritava una riflessione più attenta verso chi è in difficoltà.»
Nell'elenco delle criticità che i giovani imprenditori lanciano idealmente al sindaco compare anche la lotta all'abusivismo nel settore dei parrucchieri e dei centri bellezza (c'è stato già un incontro con l'assessore Serena La Ghezza, ma i risultati sono stati "pari a zero"). E poi lo scongelamento dell'edilizia che in città rappresenta il 35% dell'economia, la ripresa dei lavori del nuovo porto commerciale, l'ampliamento della zona artigianale (Pip 3), lo sviluppo costiero con un'attenzione particolare al porto turistico e alla cantieristica navale, l'aggiornamento dell'albo delle imprese.
«Oggi la città è ripiegata su se stessa, capiamo le difficoltà di chi fa il sindaco ma c'è necessità di avviare una programmazione per il futuro insieme a tutte le organizzazioni di categoria della città» conclude Sgherza tendendo una mano verso Palazzo di Città. Sempre che qualcuno apra la porta.
Creare un percorso di confronto e dialogo per il bene della città soprattutto in un momento di crisi, questo chiede l'organizzazione di categoria che rappresenta oltre 400 artigiani e imprenditori solo a Molfetta. «Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, chiediamo solo dialogo e confronto» chiarisce Alessandro del Rosso, presidente dei Giovani Imprenditori della Confartigianato. Resta durissimo il giudizio su quanto sta accadendo a Molfetta sulla pelle delle piccole e medie imprese. Soprattutto scottano le ultime decisioni fiscali prese dall'amministrazione: «Noi le tasse vogliamo pagarle, ma chiediamo servizi, una burocrazia snella e infrastrutture.»
Insomma, al grido di allarme lanciato la settimana dall'Associazione Imprenditori Molfetta, si aggiunge ora quello della Confartigianato. Mimmo Petruzzella, vice presidente dell'associazione, riassume così: «Quello che è stato fatto dall'amministrazione per le imprese finora è poco o nulla. Quello che sta facendo è ancora peggio. Quello che farà non è dato saperlo. Ci sono aziende che stanno chiudendo dopo sette anni di crisi economica e ora sono costrette a pagare tasse su capannoni e locali inutilizzati. La scelta di applicare le aliquote fiscali massime meritava una riflessione più attenta verso chi è in difficoltà.»
Nell'elenco delle criticità che i giovani imprenditori lanciano idealmente al sindaco compare anche la lotta all'abusivismo nel settore dei parrucchieri e dei centri bellezza (c'è stato già un incontro con l'assessore Serena La Ghezza, ma i risultati sono stati "pari a zero"). E poi lo scongelamento dell'edilizia che in città rappresenta il 35% dell'economia, la ripresa dei lavori del nuovo porto commerciale, l'ampliamento della zona artigianale (Pip 3), lo sviluppo costiero con un'attenzione particolare al porto turistico e alla cantieristica navale, l'aggiornamento dell'albo delle imprese.
«Oggi la città è ripiegata su se stessa, capiamo le difficoltà di chi fa il sindaco ma c'è necessità di avviare una programmazione per il futuro insieme a tutte le organizzazioni di categoria della città» conclude Sgherza tendendo una mano verso Palazzo di Città. Sempre che qualcuno apra la porta.