Cronaca
Impianto di via Agnelli, via i sigilli. Il Riesame annulla il sequestro preventivo
L'azienda che si occupa del recupero di rifiuti, su un'area di 2.200 metri quadrati, è stata dissequestrata. Accolte le tesi difensive
Molfetta - domenica 29 ottobre 2023
10.47
Il Tribunale del Riesame di Trani ha ordinato l'annullamento del sequestro preventivo operato dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri Forestali nei confronti di un'azienda di Molfetta, che ha la sede in via Agnelli, nella zona industriale, operante nel vasto settore del recupero di rifiuti speciali, per presunti reati ambientali.
I sigilli, lo scorso 5 ottobre, erano apposti dai militari su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Carmen Anna Lidia Corvino, al termine di un'attività, diretta dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, che ha permesso di «accertare l'immissione, in un'area in cui insistono varie aziende, di odori molesti e polveri contenenti metalli pesanti, tra cui alluminio, zinco, bario, manganese, cromo, cadmio e cobalto».
Una forte puzza, oltre alle polveri sottili, che infastidiva i proprietari delle aree più prossime e limitrofe all'impianto molfettese. Da qui è scattato il provvedimento, che ha interessato una superficie di 2.200 metri quadrati, gli impianti, i macchinari e le attrezzature per il recupero, il trasporto e la trasformazione dei materiali metallici ferrosi e non, i mezzi (fra cui un'auto e una moto) e disponibilità finanziarie per un valore stimato di oltre 1 milione di euro. Tutto finito sotto sequestro.
Nel contempo è stata presentata istanza presso il Tribunale del Riesame di Trani che nei giorni scorsi, in accoglimento del ricorso avviato dagli avvocati Amleto Carobello e Domenico di Terlizzi, ha annullato il sequestro e disposto la restituzione di tutti i beni. Le motivazioni del dissequestro si conosceranno fra 30 giorni.
I sigilli, lo scorso 5 ottobre, erano apposti dai militari su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Carmen Anna Lidia Corvino, al termine di un'attività, diretta dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, che ha permesso di «accertare l'immissione, in un'area in cui insistono varie aziende, di odori molesti e polveri contenenti metalli pesanti, tra cui alluminio, zinco, bario, manganese, cromo, cadmio e cobalto».
Una forte puzza, oltre alle polveri sottili, che infastidiva i proprietari delle aree più prossime e limitrofe all'impianto molfettese. Da qui è scattato il provvedimento, che ha interessato una superficie di 2.200 metri quadrati, gli impianti, i macchinari e le attrezzature per il recupero, il trasporto e la trasformazione dei materiali metallici ferrosi e non, i mezzi (fra cui un'auto e una moto) e disponibilità finanziarie per un valore stimato di oltre 1 milione di euro. Tutto finito sotto sequestro.
Nel contempo è stata presentata istanza presso il Tribunale del Riesame di Trani che nei giorni scorsi, in accoglimento del ricorso avviato dagli avvocati Amleto Carobello e Domenico di Terlizzi, ha annullato il sequestro e disposto la restituzione di tutti i beni. Le motivazioni del dissequestro si conosceranno fra 30 giorni.