Impianto di compostaggio in Contrada Pettine, si va verso la rimessa in funzione
Al Comune, gestore dell'impianto, rilasciata l'autorizzazione integrata ambientale
Molfetta - martedì 15 maggio 2018
I passi che portano al ripristino del funzionamento dell'impianto di compostaggio sito in Contrada Pettine, nel cuore dell'agro molfettese, sono sempre più spediti.
Infatti, al Comune di Molfetta è stata rilasciata l'autorizzazione integrata ambientale per la costruzione e per l'esercizio dell'impianto anaerobico di produzione di compost. Contestualmente è stato anche autorizzato il progetto di integrazione, adeguamento e rimessa in funzione dell'impianto.
La storia è alquanto lunga e travagliata.
L'impianto, di proprietà comunale, è inattivo dal 30 ottobre 2003 a causa di una serie di procedimenti giudiziari e arbitrari attivati nei confronti del precedente gestore e conclusi solo nel 2010 quando la struttura è tornata di fatto nella disponibilità dell'Ente con all'interno una quantità rilevante di di materiali compostati da dover avviare a smaltimento.
Nel 2011 la Giunta Comunale approvava il progetto definitivo dei lavori a seguito di intese con la Provincia di Bari e il Consorzio ATO BA/1.
Tuttavia, pur con il bando e i lavori già consegnati, emergeva la necessità di chiedere proprio l'autorizzazione integrata ambientale e quindi una serie di tavoli tecnici finalizzati soprattutto a determinare una possibile ed eventuale contaminazione della falda per valutare l'adozione di ogni strumento idoneo per salvaguardare l'incolumità pubblica.
Di qui in avanti una serie di provvedimenti fino a quello giunto nei giorni scorsi.
Il progetto avrà un valore di circa 10 milioni di Euro.
Infatti, al Comune di Molfetta è stata rilasciata l'autorizzazione integrata ambientale per la costruzione e per l'esercizio dell'impianto anaerobico di produzione di compost. Contestualmente è stato anche autorizzato il progetto di integrazione, adeguamento e rimessa in funzione dell'impianto.
La storia è alquanto lunga e travagliata.
L'impianto, di proprietà comunale, è inattivo dal 30 ottobre 2003 a causa di una serie di procedimenti giudiziari e arbitrari attivati nei confronti del precedente gestore e conclusi solo nel 2010 quando la struttura è tornata di fatto nella disponibilità dell'Ente con all'interno una quantità rilevante di di materiali compostati da dover avviare a smaltimento.
Nel 2011 la Giunta Comunale approvava il progetto definitivo dei lavori a seguito di intese con la Provincia di Bari e il Consorzio ATO BA/1.
Tuttavia, pur con il bando e i lavori già consegnati, emergeva la necessità di chiedere proprio l'autorizzazione integrata ambientale e quindi una serie di tavoli tecnici finalizzati soprattutto a determinare una possibile ed eventuale contaminazione della falda per valutare l'adozione di ogni strumento idoneo per salvaguardare l'incolumità pubblica.
Di qui in avanti una serie di provvedimenti fino a quello giunto nei giorni scorsi.
Il progetto avrà un valore di circa 10 milioni di Euro.