Politica
Il Sindaco di Molfetta, Minervini: «Sono stati due anni intensi e fruttuosi»
Il primo cittadino in un incontro con la stampa racconta questi anni di amministrazione
Molfetta - giovedì 4 luglio 2019
23.05
Per i due anni di amministrazione il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ha voluto incontrare la stampa. Nessuna domanda concordata, nessun argomento tabù.
Il primo cittadino ha voglia di raccontare, di raccontarsi, vuole far sapere cosa è stato fatto in questi due anni dall'amministrazione che definisce «intensi e fruttuosi».
Lo incalziamo subito con l'appena pubblicata notizia che l'ospedale di Molfetta è diventato un ospedale di base, mentre Corato di primo livello. Prontamente Minervini fa rilevare che «è una notizia di già 3-4 anni fa, era scritto nel piano (ndr di riordino della Regione Puglia), noi abbiamo fatto una battaglia non di categoria, ma di sostanza, negli atti c'è una delibera della Asl che va a potenziare i servizi. Tutti i servizi dell'ospedale di Molfetta rimangono, cardiologia e urologia rimangono e vengono potenziati con i 4 posti di terapia intensiva. Rimane anche la pediatria nell'ambito della medicina territoriale, vengono fatte 3 nuove sale operatorie. Noi, sin dall'inizio, abbiamo detto che non ci appassioniamo al derby di chi ha lo scudetto di prima o di seconda categoria, abbiamo badato alla sostanza. E la sostanza l'abbiamo vinta ed ottenuta è tutto pubblicato nero su bianco sul sito del Comune. Nulla si chiude, anzi si potenzia».
Si passa a parlare di pulizia della città. Il primo cittadino dice che «cambiare i comportamenti di massa è una cosa complicata e richiede tempo, ci sono stati anni di abbandono», e invita la stampa a prendere le foto di alcuni anni fa delle zone periferiche piuttosto che delle coste e di fare il confronto, «c'erano cumuli di gran lunga superiori a quelli che ci sono oggi. Abbiamo fatto interventi massivi sul piano organizzativo, anche stabilizzando i lavoratori, che avevano un'attività di precariato da 4-5 anni. Stiamo operando per grandi aggregati. Le multe le stanno facendo».
Con franchezza il Sindaco sulla questione porto dice che non ha certezza per la ripresa. Parla di riqualificazione delle zone costiere sia a ponente, (dove dice «abbiamo un fondo bianco da scrivere») che levante della città, ma non sembra prevista alcuna riqualificazione per il lungomare.
Si parla ancora di turismo, di bilancio, di commercio, del mondo della pesca, dove il Sindaco Minervini fa rilevare che non vi è un ricambio generazionale, cosa che invece sta accadendo al comparto agricolo. Insomma, si spazia a 360 gradi da un argomento all'altro. Non tralasciando anche il tema della sicurezza.
Rimanendo in tema di sviluppo della città per il primo cittadino questo passa per la Zes. E' in questa "area" che il sindaco individua la fioritura della città, che creerà posti di lavoro, che vedrà insediarsi grandi aziende, giusto per citarne alcune Amazon e Microsoft, aziende che avranno bisogno di personale specializzato e qualificato, quindi importante sarà anche la formazione, insomma è un intero meccanismo che si mette in moto.
E passando a temi più politici gli chiediamo: Da "ciambotto", come è stata definita le sua amministrazione in campagna elettorale, è diventata una raffinata zuppa di pesce?
«Per fare il "ciambotto"- afferma Tommaso Minervini- ci vuole un'arte. Purtroppo è stata data una valenza negativa, fare il "ciambotto" significa mettere insieme cose diverse, saperle cucinare per dargli sapore ed armonia, noi questo è quello che stiamo facendo, mettendo persone e culture diverse, creando un'armonia, che si sta percependo nelle attività sociali economiche e nella tenuta di questa maggioranza di questa amministrazione, prendendo credibilità in città, ma anche nelle istituzioni che contano, da quella regionale al livello nazionale. Stiamo amalgamando i diversi, più che cuoco mi sento un allenatore».
Lei ha sempre detto che questo mandato ha un'unica consigliatura, poi vuole lasciare il campo ai giovani, ha già individuato qualcuno che possa succedergli?
«Non devo individuare nessuno, il mio compito è portare a termine questa, tirar fuori le energie e le capacità che tante persone hanno, dare loro dei consigli. Io potrei finire anche oggi il mio mandato perché dal mio punto di vista ho programmato, finanziato, messo a sistema le cose, l'80/90% del mio programma è bello che fatto».
Ma non nega che «è arrivato il momento di fare qualche taratura, qualche assestamento, fare un attimo una riflessione nell'ambito della compagine. Come dicevo, non è il mio compito individuare persone, il mio compito, prendendo spunto dal mio ruolo di educatore, è quello di tirar fuori il meglio di ciascuno, correggere eventuali comportamenti sbagliati, formare nuovi soggetti o comunque consolidare le esperienze presenti nella città di Molfetta, spronare le persone di buona volontà ad occuparsi della cosa pubblica».
Il primo cittadino ha voglia di raccontare, di raccontarsi, vuole far sapere cosa è stato fatto in questi due anni dall'amministrazione che definisce «intensi e fruttuosi».
Lo incalziamo subito con l'appena pubblicata notizia che l'ospedale di Molfetta è diventato un ospedale di base, mentre Corato di primo livello. Prontamente Minervini fa rilevare che «è una notizia di già 3-4 anni fa, era scritto nel piano (ndr di riordino della Regione Puglia), noi abbiamo fatto una battaglia non di categoria, ma di sostanza, negli atti c'è una delibera della Asl che va a potenziare i servizi. Tutti i servizi dell'ospedale di Molfetta rimangono, cardiologia e urologia rimangono e vengono potenziati con i 4 posti di terapia intensiva. Rimane anche la pediatria nell'ambito della medicina territoriale, vengono fatte 3 nuove sale operatorie. Noi, sin dall'inizio, abbiamo detto che non ci appassioniamo al derby di chi ha lo scudetto di prima o di seconda categoria, abbiamo badato alla sostanza. E la sostanza l'abbiamo vinta ed ottenuta è tutto pubblicato nero su bianco sul sito del Comune. Nulla si chiude, anzi si potenzia».
Si passa a parlare di pulizia della città. Il primo cittadino dice che «cambiare i comportamenti di massa è una cosa complicata e richiede tempo, ci sono stati anni di abbandono», e invita la stampa a prendere le foto di alcuni anni fa delle zone periferiche piuttosto che delle coste e di fare il confronto, «c'erano cumuli di gran lunga superiori a quelli che ci sono oggi. Abbiamo fatto interventi massivi sul piano organizzativo, anche stabilizzando i lavoratori, che avevano un'attività di precariato da 4-5 anni. Stiamo operando per grandi aggregati. Le multe le stanno facendo».
Con franchezza il Sindaco sulla questione porto dice che non ha certezza per la ripresa. Parla di riqualificazione delle zone costiere sia a ponente, (dove dice «abbiamo un fondo bianco da scrivere») che levante della città, ma non sembra prevista alcuna riqualificazione per il lungomare.
Si parla ancora di turismo, di bilancio, di commercio, del mondo della pesca, dove il Sindaco Minervini fa rilevare che non vi è un ricambio generazionale, cosa che invece sta accadendo al comparto agricolo. Insomma, si spazia a 360 gradi da un argomento all'altro. Non tralasciando anche il tema della sicurezza.
Rimanendo in tema di sviluppo della città per il primo cittadino questo passa per la Zes. E' in questa "area" che il sindaco individua la fioritura della città, che creerà posti di lavoro, che vedrà insediarsi grandi aziende, giusto per citarne alcune Amazon e Microsoft, aziende che avranno bisogno di personale specializzato e qualificato, quindi importante sarà anche la formazione, insomma è un intero meccanismo che si mette in moto.
E passando a temi più politici gli chiediamo: Da "ciambotto", come è stata definita le sua amministrazione in campagna elettorale, è diventata una raffinata zuppa di pesce?
«Per fare il "ciambotto"- afferma Tommaso Minervini- ci vuole un'arte. Purtroppo è stata data una valenza negativa, fare il "ciambotto" significa mettere insieme cose diverse, saperle cucinare per dargli sapore ed armonia, noi questo è quello che stiamo facendo, mettendo persone e culture diverse, creando un'armonia, che si sta percependo nelle attività sociali economiche e nella tenuta di questa maggioranza di questa amministrazione, prendendo credibilità in città, ma anche nelle istituzioni che contano, da quella regionale al livello nazionale. Stiamo amalgamando i diversi, più che cuoco mi sento un allenatore».
Lei ha sempre detto che questo mandato ha un'unica consigliatura, poi vuole lasciare il campo ai giovani, ha già individuato qualcuno che possa succedergli?
«Non devo individuare nessuno, il mio compito è portare a termine questa, tirar fuori le energie e le capacità che tante persone hanno, dare loro dei consigli. Io potrei finire anche oggi il mio mandato perché dal mio punto di vista ho programmato, finanziato, messo a sistema le cose, l'80/90% del mio programma è bello che fatto».
Ma non nega che «è arrivato il momento di fare qualche taratura, qualche assestamento, fare un attimo una riflessione nell'ambito della compagine. Come dicevo, non è il mio compito individuare persone, il mio compito, prendendo spunto dal mio ruolo di educatore, è quello di tirar fuori il meglio di ciascuno, correggere eventuali comportamenti sbagliati, formare nuovi soggetti o comunque consolidare le esperienze presenti nella città di Molfetta, spronare le persone di buona volontà ad occuparsi della cosa pubblica».