Eventi e folklore
Il rito della salsa
Una tradizione che si ripete
Molfetta - domenica 9 agosto 2015
7.33
Nonostante siamo ad agosto 2015, il "rito" immutato ed antico della preparazione della salsa di pomodoro conserva il suo fascino. Già ne parlava Gerardo de Marco, noto scrittore molfettese, nel suo libro: "Molfetta tra passato e presente", ma facendo un giro sui post di facebook, pare non sia cambiato molto ad oggi.
Se prima si mettevano a soqquadro le case con questa operazione che era considerata necessaria, per mettere da parte le bottiglie pronte per l'inverno, oggi si preferisce trasferirsi in campagna. Nonostante sia più semplice, costi meno dispendio di forze e provochi meno disordine, in molti continuano a perpetrare questa vera e propria tradizione. Abbiamo infatti chiesto ad una famiglia che si è trasferita per l'occasione in campagna il perché continua a preparare i pomodori bolliti nei "boccacci", dopo aver dato il cosiddetto bagno, e ci è stato risposto: "per onorare la memoria di nonno". Aggiunge poi che non servirebbe nemmeno; sarebbe più facile e forse anche più conveniente, acquistare il prodotto finito dai supermercati, ma "Il molfettese che non fa la salsa non è un molfettese", e questa la dice lunga.
"Le tradizioni sopra ogni cosa, anche con questo caldo". A dimostrare che questa famiglia non è la sola a pensarla così, basta fare un giro sulle spiagge. Sono meno affollate del solito, a differenza delle campagne dei molfettesi situate su via Terlizzi e Madonna delle Rose che pullulano di auto e di vociare di famiglie riunite. Quello del rito della salsa è un importante momento di condivisione in cui si riuniscono più generazioni e ognuno ha il suo compito in questa catena di montaggio che prevede tagliare pomodori, posizionare bottiglie dopo averle lavate, portare ad ebollizione il pentolone in rame, travasare la salsa nei barattoli, macinare i pomodori con la caratteristica "macchinetta" e imbottigliare il rosso e succulento prodotto finito.
Ad evitare gli scoppi si deve procedere anche al fatidico "bagnomaria". Questo è il periodo in cui vengono acquistati a casse i pomodori al prezzo più conveniente perché raggiungono la maturazione ottimale. Parte della salsa viene ancora raccolta in ampi contenitori e trasformata in conserva, mediante esposizione al cocente sole per il prosciugamento naturale. Dopo queste laboriose giornate, le massaie racchiudono il tutto nella dispensa con soddisfazione perché agli spaghetti invernali non sarebbe mancato il condimento naturale, conservato ed accompagnato dalla fogliolina di alloro o basilico.
La gioiosa atmosfera contagia ancora oggi grandi e piccoli, sembra di fare un sano tuffo nel passato e tutti si sentono partecipi di uno sforzo comune, esaltando lo spirito di squadra, in un momento storico e familiare in cui prevale l' individualismo. A questo punto non possiamo che dire, come una nota canzone: "Viva la pappa col pomodoro" !
Se prima si mettevano a soqquadro le case con questa operazione che era considerata necessaria, per mettere da parte le bottiglie pronte per l'inverno, oggi si preferisce trasferirsi in campagna. Nonostante sia più semplice, costi meno dispendio di forze e provochi meno disordine, in molti continuano a perpetrare questa vera e propria tradizione. Abbiamo infatti chiesto ad una famiglia che si è trasferita per l'occasione in campagna il perché continua a preparare i pomodori bolliti nei "boccacci", dopo aver dato il cosiddetto bagno, e ci è stato risposto: "per onorare la memoria di nonno". Aggiunge poi che non servirebbe nemmeno; sarebbe più facile e forse anche più conveniente, acquistare il prodotto finito dai supermercati, ma "Il molfettese che non fa la salsa non è un molfettese", e questa la dice lunga.
"Le tradizioni sopra ogni cosa, anche con questo caldo". A dimostrare che questa famiglia non è la sola a pensarla così, basta fare un giro sulle spiagge. Sono meno affollate del solito, a differenza delle campagne dei molfettesi situate su via Terlizzi e Madonna delle Rose che pullulano di auto e di vociare di famiglie riunite. Quello del rito della salsa è un importante momento di condivisione in cui si riuniscono più generazioni e ognuno ha il suo compito in questa catena di montaggio che prevede tagliare pomodori, posizionare bottiglie dopo averle lavate, portare ad ebollizione il pentolone in rame, travasare la salsa nei barattoli, macinare i pomodori con la caratteristica "macchinetta" e imbottigliare il rosso e succulento prodotto finito.
Ad evitare gli scoppi si deve procedere anche al fatidico "bagnomaria". Questo è il periodo in cui vengono acquistati a casse i pomodori al prezzo più conveniente perché raggiungono la maturazione ottimale. Parte della salsa viene ancora raccolta in ampi contenitori e trasformata in conserva, mediante esposizione al cocente sole per il prosciugamento naturale. Dopo queste laboriose giornate, le massaie racchiudono il tutto nella dispensa con soddisfazione perché agli spaghetti invernali non sarebbe mancato il condimento naturale, conservato ed accompagnato dalla fogliolina di alloro o basilico.
La gioiosa atmosfera contagia ancora oggi grandi e piccoli, sembra di fare un sano tuffo nel passato e tutti si sentono partecipi di uno sforzo comune, esaltando lo spirito di squadra, in un momento storico e familiare in cui prevale l' individualismo. A questo punto non possiamo che dire, come una nota canzone: "Viva la pappa col pomodoro" !