Cultura, Eventi e Spettacolo
Il Pulo di Molfetta restituisce ancora storia: scoperta la più antica scultura in pietra
Il Comune: «Tra le più antiche sculture neolitiche in pietra, un unicum mondiale»
Molfetta - venerdì 16 ottobre 2020
11.05
Si tratta di uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi anni. Durante i lavori di rifunzionalizzazione della Pulo, dolina carsica alla periferia della città, gli archeologi molfettesi Alessia Amato e Nicola de Pinto, sotto la guida scientifica di Anna Maria Tunzi, funzionario archeologo, hanno rinvenuto un idoletto neolitico.
La scultura è stata ottenuta dalla lavorazione di un ciottolo calcareo sul quale sono stati rappresentati tratti antropomorfi e incisioni.
Il reperto votivo, proveniente, forse, da ambito funerario, ed attualmente in corso di studio presso la Soprintendenza, è attribuibile alla fase neolitica di occupazione del sito. Nello specifico la presenza sul retro di una incisione con un motivo a zig-zag permetterebbe di collocare l'oggetto tra la fase media e finale del neolitico (VI - V millennio a.C.).
L'idoletto rappresenta un esemplare di grande rilievo archeologico. Rarissime sono, difatti, le sculture preistoriche che venivano realizzate, nella maggior parte dei casi, utilizzando materiali più facili da lavorare, come terracotta o ossi animali.
Il reperto del Pulo di Molfetta, attualmente in esposizione presso i depositi di Palazzo Simi, a Bari, presto tornerà al Museo archeologico del Pulo di Molfetta. Si configurerebbe tra le più antiche sculture neolitiche in pietra, un unicum mondiale tra le rappresentazioni di divinità preistoriche legate alla terra.
«Il Pulo di Molfetta, che stiamo restituendo alla fruibilità pubblica - sottolinea il sindaco Minervini – continua a sorprendere per le tracce di storia che è ancora in grado di raccontare».
Gli uffici tecnici comunali, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, stanno lavorando affinché i nuovi rinvenimenti possano aggiungersi in maniera permanente presso il museo civico archeologico di Molfetta.
La scultura è stata ottenuta dalla lavorazione di un ciottolo calcareo sul quale sono stati rappresentati tratti antropomorfi e incisioni.
Il reperto votivo, proveniente, forse, da ambito funerario, ed attualmente in corso di studio presso la Soprintendenza, è attribuibile alla fase neolitica di occupazione del sito. Nello specifico la presenza sul retro di una incisione con un motivo a zig-zag permetterebbe di collocare l'oggetto tra la fase media e finale del neolitico (VI - V millennio a.C.).
L'idoletto rappresenta un esemplare di grande rilievo archeologico. Rarissime sono, difatti, le sculture preistoriche che venivano realizzate, nella maggior parte dei casi, utilizzando materiali più facili da lavorare, come terracotta o ossi animali.
Il reperto del Pulo di Molfetta, attualmente in esposizione presso i depositi di Palazzo Simi, a Bari, presto tornerà al Museo archeologico del Pulo di Molfetta. Si configurerebbe tra le più antiche sculture neolitiche in pietra, un unicum mondiale tra le rappresentazioni di divinità preistoriche legate alla terra.
«Il Pulo di Molfetta, che stiamo restituendo alla fruibilità pubblica - sottolinea il sindaco Minervini – continua a sorprendere per le tracce di storia che è ancora in grado di raccontare».
Gli uffici tecnici comunali, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, stanno lavorando affinché i nuovi rinvenimenti possano aggiungersi in maniera permanente presso il museo civico archeologico di Molfetta.