Sociale
"Il Popolo Granchio", l'associazione nata a Molfetta per valorizzare il mare
Storia, attività e curiosità della realtà attraverso l'intervista al presidente Leo Murolo
Molfetta - mercoledì 5 aprile 2023
0.26
Il mondo del volontariato, a Molfetta, si colora anche di tutte quelle realtà che si propongono di valorizzare il territorio e i suoi aspetti tipici. Tra queste, spicca certamente "Il Popolo Granchio". Per raccontare quest'associazione, così numerosa nonostante sia nata solo a fine 2021, abbiamo raggiunto il presidente, Leo Murolo.
Come nasce "Il Popolo Granchio"?
«L'associazione nasce dalla passione per il mare, condivisa da tanti cittadini molfettesi. Il Popolo Granchio è composto da professionisti del mare di vario genere, marittimi, pescatori, diportisti e tanti cittadini appassionati di questo meraviglioso elemento. A dicembre 2021 ci siamo riuniti in un'associazione con lo scopo di promuovere il mare in tutte le sue componenti, che siano scientifiche, tecniche, culturali e ambientali e abbiamo ricevuto immediatamente un riscontro positivo e inaspettato».
Come nasce "Il Popolo Granchio"?
«L'associazione nasce dalla passione per il mare, condivisa da tanti cittadini molfettesi. Il Popolo Granchio è composto da professionisti del mare di vario genere, marittimi, pescatori, diportisti e tanti cittadini appassionati di questo meraviglioso elemento. A dicembre 2021 ci siamo riuniti in un'associazione con lo scopo di promuovere il mare in tutte le sue componenti, che siano scientifiche, tecniche, culturali e ambientali e abbiamo ricevuto immediatamente un riscontro positivo e inaspettato».
Come avete scelto il vostro nome?
«Deriva da un libro di Paceco che parla della resilienza dei granchi, una virtù che ci rappresenta e ci accomuna. Abbiamo preso spunto da queste storie per la scelta».
Che tipo di rapporto ha, secondo lei, Molfetta con il mare?
«Si tratta di un rapporto ancestrale, che continua a sbiadirsi nel tempo. Complici le diverse problematiche presenti nella nostra marittimità. La pesca che scarseggia e la flotta dei pescherecci che diminuisce di giorno in giorno, i problemi irrisolti del nuovo porto commerciale e della cantieristica locale, il lavoro marittimo, soprattutto quello giovanile che necessita di supporto, oltre alle tante altre problematiche che inficiano nel settore. Nel nostro piccolo stiamo provando a ravvivare questo legame indissolubile, promuovendo il mare come risorsa. Del resto, proprio il mare ha permesso alla nostra città di progredire non solo economicamente. La marineria è il pilastro su cui Molfetta si è fondata e non possiamo non tener conto della sua straordinarietà, che ha dato da vivere ad intere generazioni».
Quali sono i temi e le attività di cui vi occupate?
«L'associazione accende i riflettori su tematiche marittime, stimolando discussioni che possano portare a soluzioni condivise dal basso, quindi dalla città. Il 2 settembre scorso abbiamo realizzato un evento di carattere nazionale sulle prospettive del lavoro marittimo. L'evento è stato seguitissimo anche dal naviglio internazionale, con collegamenti streaming che hanno visto partecipi concittadini imbarcati sulle navi in giro per il mondo. Per la prima volta abbiamo messo a confronto, nella nostra città, armatori, Istituzioni, mondo sindacale e quello della pesca. Il risultato non è tardato ad arrivare, in quanto alcuni armatori nazionali hanno iniziato ad attingere marittimi dalla nostra città. Abbiamo organizzato un evento scientifico con il CRN sullo stato di conservazione della nostra Posidonia, abbiamo proposto una mostra illustrata sul mare, che è stata visitata da numerosi cittadini. Stiamo proponendo '"I Racconti del Granchio", intervistando e raccogliendo testimonianze di persone che hanno dato lustro alla nostra marineria. Da queste storie pubblicheremo una raccolta. Poi ci aspetta una lunga serie di eventi, che ci accompagnerà fino alla fine dell'anno».
Qual è il vostro pensiero sulle tragedie legate al lavoro marittimo, che hanno colpito anche Molfetta?
«C'è carenza di formazione sulla sicurezza del lavoro marittimo. Si è diffusa anche una cultura sbagliata e molto superficiale sui pericoli di questo lavoro. Questa situazione richiede dagli addetti ai lavori un'attenzione più accesa, oltre che azioni correttive. Le tragedie in mare sono in aumento, anche quelle della pesca e soprattutto quelle del diporto. Più si conoscono i pericoli e più si evitano le tragedie, perché la prevenzione è finalizzata a porre un rimedio. Parlare di sicurezza in mare è ancora più importante di parlare del lavoro in mare, è una premessa necessaria. I rischi dei lavoratori del mare sono molto elevati, per questo il nostro focus si pone anche sulla formazione».
Tra i vostri soci, ci sono anche molti giovani?
«Sì, tantissimi. La nostra associazione è dinamica e aperta a tutti coloro che amano il mare, non solo d'estate. Vogliamo che le nuove generazioni si avvicinino al mondo marittimo, tra divertimento e lavoro».
«Deriva da un libro di Paceco che parla della resilienza dei granchi, una virtù che ci rappresenta e ci accomuna. Abbiamo preso spunto da queste storie per la scelta».
Che tipo di rapporto ha, secondo lei, Molfetta con il mare?
«Si tratta di un rapporto ancestrale, che continua a sbiadirsi nel tempo. Complici le diverse problematiche presenti nella nostra marittimità. La pesca che scarseggia e la flotta dei pescherecci che diminuisce di giorno in giorno, i problemi irrisolti del nuovo porto commerciale e della cantieristica locale, il lavoro marittimo, soprattutto quello giovanile che necessita di supporto, oltre alle tante altre problematiche che inficiano nel settore. Nel nostro piccolo stiamo provando a ravvivare questo legame indissolubile, promuovendo il mare come risorsa. Del resto, proprio il mare ha permesso alla nostra città di progredire non solo economicamente. La marineria è il pilastro su cui Molfetta si è fondata e non possiamo non tener conto della sua straordinarietà, che ha dato da vivere ad intere generazioni».
Quali sono i temi e le attività di cui vi occupate?
«L'associazione accende i riflettori su tematiche marittime, stimolando discussioni che possano portare a soluzioni condivise dal basso, quindi dalla città. Il 2 settembre scorso abbiamo realizzato un evento di carattere nazionale sulle prospettive del lavoro marittimo. L'evento è stato seguitissimo anche dal naviglio internazionale, con collegamenti streaming che hanno visto partecipi concittadini imbarcati sulle navi in giro per il mondo. Per la prima volta abbiamo messo a confronto, nella nostra città, armatori, Istituzioni, mondo sindacale e quello della pesca. Il risultato non è tardato ad arrivare, in quanto alcuni armatori nazionali hanno iniziato ad attingere marittimi dalla nostra città. Abbiamo organizzato un evento scientifico con il CRN sullo stato di conservazione della nostra Posidonia, abbiamo proposto una mostra illustrata sul mare, che è stata visitata da numerosi cittadini. Stiamo proponendo '"I Racconti del Granchio", intervistando e raccogliendo testimonianze di persone che hanno dato lustro alla nostra marineria. Da queste storie pubblicheremo una raccolta. Poi ci aspetta una lunga serie di eventi, che ci accompagnerà fino alla fine dell'anno».
Qual è il vostro pensiero sulle tragedie legate al lavoro marittimo, che hanno colpito anche Molfetta?
«C'è carenza di formazione sulla sicurezza del lavoro marittimo. Si è diffusa anche una cultura sbagliata e molto superficiale sui pericoli di questo lavoro. Questa situazione richiede dagli addetti ai lavori un'attenzione più accesa, oltre che azioni correttive. Le tragedie in mare sono in aumento, anche quelle della pesca e soprattutto quelle del diporto. Più si conoscono i pericoli e più si evitano le tragedie, perché la prevenzione è finalizzata a porre un rimedio. Parlare di sicurezza in mare è ancora più importante di parlare del lavoro in mare, è una premessa necessaria. I rischi dei lavoratori del mare sono molto elevati, per questo il nostro focus si pone anche sulla formazione».
Tra i vostri soci, ci sono anche molti giovani?
«Sì, tantissimi. La nostra associazione è dinamica e aperta a tutti coloro che amano il mare, non solo d'estate. Vogliamo che le nuove generazioni si avvicinino al mondo marittimo, tra divertimento e lavoro».