Il mondo del volontariato raccontato da Eleonora Cirillo
La volontaria molfettese protagonista dell’inserto del Corriere della sera “Buone notizie”
Molfetta - giovedì 5 ottobre 2017
Responsabilità, capacità di ascolto, nessun pregiudizio, sono le caratteristiche che dovrebbero avere coloro che si avvicinano al mondo del volontariato. Un mondo fatto di uomini e di donne che dedicano parte del loro tempo libero agli altri che non solo hanno necessità strettamente economiche, ma hanno il bisogno di essere considerate come persone di essere semplicemente ascoltate.
E' in questa prospettiva di vita che si è inserita l'esperienza della molfettese Eleonora Cirillo, che ha aderito al progetto di Poste Italiane (azienda per la quale lavora) "Mentoring & Posteinsieme Onlus", e ripresa nei giorni scorsi dal giornale Corriere della Sera "Buone Notizie" per essere riuscita a far emergere dal suo guscio di solitudine una ragazzina barese.
Abbiamo voluto riprendere questa storia perché quando si parla di volontariato sempre più spesso si pensa alle grandi associazioni, ma Eleonora ha dimostrato che si può essere di aiuto anche nel piccolo, comunque è da precisare che vanta nel mondo del volontariato una esperienza trentennale ed è stata una delle fondatrici a Molfetta della "Casa per la pace".
Da subito premette e ci tiene a puntualizzare che «fare volontariato per me non è fare la buona azione. Per me volontariato è essere accanto alle persone, mettersi alla pari. E' uno scambio di vissuti per contribuire al superamento dei momenti difficili».
E sottolinea: «a mio avviso, quello che viene definito terzo settore, non si deve sostituire alle Istituzioni, ma devono collaborare per poter rispondere al meglio le richieste di bisogni dei cittadini. Il volontariato può essere fatto in tanti modi, la gratuità del mettersi al servizio degli altri deve essere alla base della scelta di ogni volontario, e soprattutto scevro da pregiudizi.».
Ha una parola chiave ben precisa per cui chiunque può essere volontario, ed è : responsabilità, «nel senso che ogni persona in quanto cittadino del mondo, è responsabile di quello che lo circonda e non solo. Infatti, ho inteso muovermi nel mondo del volontariato come fattore di comprensione e accoglienza del cambiamento attraverso gesti quotidiani, formazione e confronto».
Come ci si rapporta con i minori?
«L'esperienza che ho fatto con la minorenne di Bari non è stata facile, anzi tutt'altro, mi ha aiutato molto lo psicologo (coordinatore del gruppo di volontari) con il quale ho compreso che anche il silenzio era un bisogno e andava rispettato. Un giorno poi mi sono presentata con la mia scatola degli attrezzi, che altro non è che una serie di giochi, come lo scarabeo o la plastilina, attraverso i quali è nato il contatto comunicativo e non solo, che ci ha permesso a piccoli passi di entrare in relazione».
Parla delle sue esperienze di volontariato fatte di piccoli gesti, con entusiasmo, con passione, anche se come ci ha raccontato la stessa Eleonora «non è sempre facile, in ogni situazione occorre trovare le chiavi giuste per entrare in relazione con gli altri. Sono mondi in cui bisogna entrare in punta di piedi. In questo momento storico sento che ci sono tante persone che hanno bisogno di essere anche "solo" ascoltate».
Non manca di evidenziare, infine, «l'importanza di valorizzare e far conoscere tutte le "Buone Notizie", riprendendo il titolo dell'inserto del Corriere, buone perché piene di spontaneità, forza, energia e creatività e non ultima tanta speranza».
E' in questa prospettiva di vita che si è inserita l'esperienza della molfettese Eleonora Cirillo, che ha aderito al progetto di Poste Italiane (azienda per la quale lavora) "Mentoring & Posteinsieme Onlus", e ripresa nei giorni scorsi dal giornale Corriere della Sera "Buone Notizie" per essere riuscita a far emergere dal suo guscio di solitudine una ragazzina barese.
Abbiamo voluto riprendere questa storia perché quando si parla di volontariato sempre più spesso si pensa alle grandi associazioni, ma Eleonora ha dimostrato che si può essere di aiuto anche nel piccolo, comunque è da precisare che vanta nel mondo del volontariato una esperienza trentennale ed è stata una delle fondatrici a Molfetta della "Casa per la pace".
Da subito premette e ci tiene a puntualizzare che «fare volontariato per me non è fare la buona azione. Per me volontariato è essere accanto alle persone, mettersi alla pari. E' uno scambio di vissuti per contribuire al superamento dei momenti difficili».
E sottolinea: «a mio avviso, quello che viene definito terzo settore, non si deve sostituire alle Istituzioni, ma devono collaborare per poter rispondere al meglio le richieste di bisogni dei cittadini. Il volontariato può essere fatto in tanti modi, la gratuità del mettersi al servizio degli altri deve essere alla base della scelta di ogni volontario, e soprattutto scevro da pregiudizi.».
Ha una parola chiave ben precisa per cui chiunque può essere volontario, ed è : responsabilità, «nel senso che ogni persona in quanto cittadino del mondo, è responsabile di quello che lo circonda e non solo. Infatti, ho inteso muovermi nel mondo del volontariato come fattore di comprensione e accoglienza del cambiamento attraverso gesti quotidiani, formazione e confronto».
Come ci si rapporta con i minori?
«L'esperienza che ho fatto con la minorenne di Bari non è stata facile, anzi tutt'altro, mi ha aiutato molto lo psicologo (coordinatore del gruppo di volontari) con il quale ho compreso che anche il silenzio era un bisogno e andava rispettato. Un giorno poi mi sono presentata con la mia scatola degli attrezzi, che altro non è che una serie di giochi, come lo scarabeo o la plastilina, attraverso i quali è nato il contatto comunicativo e non solo, che ci ha permesso a piccoli passi di entrare in relazione».
Parla delle sue esperienze di volontariato fatte di piccoli gesti, con entusiasmo, con passione, anche se come ci ha raccontato la stessa Eleonora «non è sempre facile, in ogni situazione occorre trovare le chiavi giuste per entrare in relazione con gli altri. Sono mondi in cui bisogna entrare in punta di piedi. In questo momento storico sento che ci sono tante persone che hanno bisogno di essere anche "solo" ascoltate».
Non manca di evidenziare, infine, «l'importanza di valorizzare e far conoscere tutte le "Buone Notizie", riprendendo il titolo dell'inserto del Corriere, buone perché piene di spontaneità, forza, energia e creatività e non ultima tanta speranza».