Cultura, Eventi e Spettacolo
“Il medico dei pazzi": follia e divertimento al Teatro don Bosco
La rappresentazione è organizzata dalla Confraternita di Sant'Antonio di Molfetta a scopo benefico
Molfetta - giovedì 19 gennaio 2017
14.58
Nei giorni 11, 12, 18 e 19 Febbraio, presso l'Auditorium "Don Bosco" di Molfetta, tornano in scena i giovani attori della Confraternita di Sant'Antonio.
Dopo due importanti successi, ripropongono ancora una volta in chiave vernacolare nostrana, un capolavoro del teatro napoletano firmato Scarpetta (1908), reso celebre anche dal film interpretato negli anni '50 da Totò: "Il medico dei pazzi".
La commedia ha al proprio centro la maschera popolare di Sciosciammocca, inventata da Scarpetta come una versione umanizzata di Pulcinella, circondata da un insieme di personalità spumeggianti che riempiono la tavolozza degli ospiti presenti nella Pensione Stella che con la loro stravaganza vengono scambiati (e non a torto!) per folli. Una modernizzazione delle maschere classiche che, però, sono dotate di una caratterizzazione del tutto personale: l'amore per il proprio lavoro o passione è tale da divenire una vera e propria ossessione.
Lo scrittore e giornalista scalpitante, il violinista e direttore d'orchestra, l'attore drammatico ossessionato dal ruolo di Otello, il finto tenore, la mamma isterica ……
Insomma, l'argento vivo del popolo napoletano/molfettese come mezzo per esaltare caratteri e vivacità dei protagonisti che come sempre non vanno relegati ad uno specifico secolo, ma sono i prototipi di tanti personaggi di oggi e di sempre.
Il tutto, infine, condito da un'interpretazione teatrale appassionata e ricca di sfumature che mette in scena in modo gioioso il rapporto tra normalità e follia.
Per dirla con Fellini: «Ecco il teatro, quello vero, che funziona da sempre come una bella festa tra vecchi amici con cui stai subito bene. Sono personaggi che conosci da sempre e quelle storie le hai sentite tantissime volte, ma le vuoi riascoltare per ridere e commuoverti e applaudire alla fine con convinzione e gratitudine».
(Eugenia Capurso)
Dopo due importanti successi, ripropongono ancora una volta in chiave vernacolare nostrana, un capolavoro del teatro napoletano firmato Scarpetta (1908), reso celebre anche dal film interpretato negli anni '50 da Totò: "Il medico dei pazzi".
La commedia ha al proprio centro la maschera popolare di Sciosciammocca, inventata da Scarpetta come una versione umanizzata di Pulcinella, circondata da un insieme di personalità spumeggianti che riempiono la tavolozza degli ospiti presenti nella Pensione Stella che con la loro stravaganza vengono scambiati (e non a torto!) per folli. Una modernizzazione delle maschere classiche che, però, sono dotate di una caratterizzazione del tutto personale: l'amore per il proprio lavoro o passione è tale da divenire una vera e propria ossessione.
Lo scrittore e giornalista scalpitante, il violinista e direttore d'orchestra, l'attore drammatico ossessionato dal ruolo di Otello, il finto tenore, la mamma isterica ……
Insomma, l'argento vivo del popolo napoletano/molfettese come mezzo per esaltare caratteri e vivacità dei protagonisti che come sempre non vanno relegati ad uno specifico secolo, ma sono i prototipi di tanti personaggi di oggi e di sempre.
Il tutto, infine, condito da un'interpretazione teatrale appassionata e ricca di sfumature che mette in scena in modo gioioso il rapporto tra normalità e follia.
Per dirla con Fellini: «Ecco il teatro, quello vero, che funziona da sempre come una bella festa tra vecchi amici con cui stai subito bene. Sono personaggi che conosci da sempre e quelle storie le hai sentite tantissime volte, ma le vuoi riascoltare per ridere e commuoverti e applaudire alla fine con convinzione e gratitudine».
(Eugenia Capurso)