Cronaca
Il Liberatorio invita a «riflettere sui nuovi incendi di auto»
Per il movimento di d'Ingeo «gli ultimi roghi rappresentano una discontinuità con la catena incendiaria degli ultimi 10 anni»
Molfetta - domenica 15 dicembre 2019
13.55
«Sembra non interessare più a nessuno, tanto è il clima di rassegnazione e assuefazione in cui è caduta la città. Eppure il 4 dicembre scorso due auto sono state avvolte dalle fiamme in via Picca. Sia quest'ultimo rogo, che quello di Halloween, rappresentano una discontinuità con la catena incendiaria degli ultimi 10 anni».
Lo afferma, in una nota, il Liberatorio Politico. Che aggiunge: «Se per un attimo si ipotizzasse che le tre auto andate in fiamme l'1 novembre fossero il risultato di una goliardata finita male, ci sarebbe da festeggiare; non era mai accaduto negli ultimi 10 anni, che per 5 mesi non ci fossero stati incendi di auto. E comunque anche i 4 mesi trascorsi tra l'ultimo incendio del 6 luglio e quello del 1 novembre sono un significativo elemento su cui riflettere.
Non sarà stata certamente la deludente attività di prevenzione dell'amministrazione comunale a interrompere l'attività dei "piromani"; però è significativa la concomitanza degli arresti, da parte della locale Compagnia dei Carabinieri, di ben noti pregiudicati che potrebbero avere delle responsabilità anche in questa attività criminale. Mancano dalla piazza certi individui e s'interrompono i roghi di auto, come altri reati.
Ma questa dannata coincidenza è stata smentita dagli ultimi incendi. Potrebbe anche essere un'espediente dei presunti responsabili, aver incaricato figure terze di incendiare le auto in modo da allontanare possibili sospetti sulla paternità di questi fenomeni. È chiaro che con questa riflessione non ci sfiora neanche minimamente l'idea dell'ipotesi dell'autocombustione e dei corto circuiti.
Vogliamo solo sperare che si giunga al più presto all'individuazione dei responsabili, non solo di questi roghi notturni, ma di tante altre storie criminali. E domani - è la solita conclusione del movimento di Matteo d'Ingeo - a chi toccherà?».
Lo afferma, in una nota, il Liberatorio Politico. Che aggiunge: «Se per un attimo si ipotizzasse che le tre auto andate in fiamme l'1 novembre fossero il risultato di una goliardata finita male, ci sarebbe da festeggiare; non era mai accaduto negli ultimi 10 anni, che per 5 mesi non ci fossero stati incendi di auto. E comunque anche i 4 mesi trascorsi tra l'ultimo incendio del 6 luglio e quello del 1 novembre sono un significativo elemento su cui riflettere.
Non sarà stata certamente la deludente attività di prevenzione dell'amministrazione comunale a interrompere l'attività dei "piromani"; però è significativa la concomitanza degli arresti, da parte della locale Compagnia dei Carabinieri, di ben noti pregiudicati che potrebbero avere delle responsabilità anche in questa attività criminale. Mancano dalla piazza certi individui e s'interrompono i roghi di auto, come altri reati.
Ma questa dannata coincidenza è stata smentita dagli ultimi incendi. Potrebbe anche essere un'espediente dei presunti responsabili, aver incaricato figure terze di incendiare le auto in modo da allontanare possibili sospetti sulla paternità di questi fenomeni. È chiaro che con questa riflessione non ci sfiora neanche minimamente l'idea dell'ipotesi dell'autocombustione e dei corto circuiti.
Vogliamo solo sperare che si giunga al più presto all'individuazione dei responsabili, non solo di questi roghi notturni, ma di tante altre storie criminali. E domani - è la solita conclusione del movimento di Matteo d'Ingeo - a chi toccherà?».