Il Giudice di Pace non riapre. Gli avvocati pretendono «adeguate ed esaustive spiegazioni»
Il commento dell'Avvocato Alessandro Capursi, presidente dell'associazione avvocati di Molfetta
Molfetta - mercoledì 1 marzo 2017
0.45
Il mondo dell'avvocatura molfettese è in fermento a seguito dell'ufficialità della non riattivazione degli uffici del Giudice di Pace di Molfetta.
Una vera e propria tegola sui professionisti locali che contavano di poter tornare a lavorare presso il Palazzo di Giustizia nei primi mesi del 2017 dopo la chiusura avvenuta nell'estate del 2015.
«Come un fulmine a ciel sereno si è appreso che il decreto ministeriale del 20 gennaio 2017 ha disposto la revoca alla riapertura dell'Ufficio del Giudice di Pace di Molfetta, peraltro sollecitata dallo stesso Comune di Molfetta in una propria nota risalente al 1 dicembre 2016», commenta l'avvocato Alessandro Capursi, presidente dell'associazione Avvocati di Molfetta.
Una vicenda, lo si ricorderà, lunga e complessa. La decisione di chiudere gli Uffici molfettesi nasce dalla volontà del Ministero della Giustizia di comprimere le spese.
«Successivamente, il Ministero aveva riaperto i termini per ripristinare le sedi degli uffici del giudice di pace soppressi, stabilendo che tutti gli oneri economici di tale riapertura fossero accollati alle amministrazioni comunali richiedenti. La precedente amministrazione comunale, anche su pressante sollecitazione della associazione, si era avvalsa di tale possibilità ed aveva avanzato istanza di riapertura, tanto da essere rientrata nel beneficio ministeriale del ripristino della sede. La decisione risalente a dicembre scorso chiude definitivamente la possibilità per la città di Molfetta di ottenere un presidio di giustizia di cui avrebbe avuto bisogno, nonostante fossero state fornite ampie garanzie in tal senso», afferma l'avvocato Capursi.
A destare perplessità la motivazione della non riapertura: il Comune non ha i soldi necessari per sostenere il Tribunale.
«Su dette garanzie è necessario focalizzare l'attenzione: o non vi erano le coperture finanziarie necessarie già al momento della formulazione dell'istanza di riapertura o il commissario prefettizio ha deciso di destinare le risorse impegnate per altre situazioni. In entrambi i casi, l'associazione avvocati Molfetta, facendosi portavoce dell'avvocatura molfettese, chiede che gli organi competenti forniscano adeguate ed esaustive spiegazioni in tal senso», conclude l'avvocato Capursi.
Una vera e propria tegola sui professionisti locali che contavano di poter tornare a lavorare presso il Palazzo di Giustizia nei primi mesi del 2017 dopo la chiusura avvenuta nell'estate del 2015.
«Come un fulmine a ciel sereno si è appreso che il decreto ministeriale del 20 gennaio 2017 ha disposto la revoca alla riapertura dell'Ufficio del Giudice di Pace di Molfetta, peraltro sollecitata dallo stesso Comune di Molfetta in una propria nota risalente al 1 dicembre 2016», commenta l'avvocato Alessandro Capursi, presidente dell'associazione Avvocati di Molfetta.
Una vicenda, lo si ricorderà, lunga e complessa. La decisione di chiudere gli Uffici molfettesi nasce dalla volontà del Ministero della Giustizia di comprimere le spese.
«Successivamente, il Ministero aveva riaperto i termini per ripristinare le sedi degli uffici del giudice di pace soppressi, stabilendo che tutti gli oneri economici di tale riapertura fossero accollati alle amministrazioni comunali richiedenti. La precedente amministrazione comunale, anche su pressante sollecitazione della associazione, si era avvalsa di tale possibilità ed aveva avanzato istanza di riapertura, tanto da essere rientrata nel beneficio ministeriale del ripristino della sede. La decisione risalente a dicembre scorso chiude definitivamente la possibilità per la città di Molfetta di ottenere un presidio di giustizia di cui avrebbe avuto bisogno, nonostante fossero state fornite ampie garanzie in tal senso», afferma l'avvocato Capursi.
A destare perplessità la motivazione della non riapertura: il Comune non ha i soldi necessari per sostenere il Tribunale.
«Su dette garanzie è necessario focalizzare l'attenzione: o non vi erano le coperture finanziarie necessarie già al momento della formulazione dell'istanza di riapertura o il commissario prefettizio ha deciso di destinare le risorse impegnate per altre situazioni. In entrambi i casi, l'associazione avvocati Molfetta, facendosi portavoce dell'avvocatura molfettese, chiede che gli organi competenti forniscano adeguate ed esaustive spiegazioni in tal senso», conclude l'avvocato Capursi.