Cultura, Eventi e Spettacolo
Il duo Renga-Nek ha chiuso il mese dei grandi concerti estivi a Molfetta
Da Mr Rain a Rocco Hunt passando per Gigi D'Alessio e Masini-Panariello
Molfetta - sabato 5 agosto 2023
13.12
Da una parte le due torri gemelle del Duomo romanico, simbolo da sempre di Molfetta in tutto il mondo; dall'altra due artisti di caratura internazionale, simbolo del cantautorato italiano a livello globale, dai palchi dell'Ariston fino ai brani reinterpretati in spagnolo: il concerto di Francesco Renga e Filippo Neviani, in arte Nek, tenutosi venerdì 4 agosto in Banchina San Domenico a Molfetta, assumeva già il grado di evento da non perdere solo leggendo i due nomi che sarebbero saliti sul palco.
A dare però ulteriore magia e scintillio a una serata già di per sé eccezionale, ci ha pensato una location di eccezione come il fondale del Duomo di San Corrado sopra le luci del porto, allietato dal vento di grecale nella calda sera estiva. Non sorprende perciò che una folla numerosa ed entusiasta abbia riempito la platea di posti a sedere, ritrovandosi per quasi due ore in un grande karaoke a cielo aperto, mentre intonava a gran voce i pezzi dei due artisti in concerto.
Il sodalizio tra Nek e Renga non è nuovo, ma nasce ai tempi del trio con Max Pezzali e della hit "Duri da battere" del 2019; dopo quest'esperienza, raccontano dal palco di Molfetta, i due cantanti apprezzano particolarmente come si sposino assieme le loro tonalità vocali e decidono di proseguire la loro collaborazione musicale, sfornando pezzi originali come "L'infinito più o meno" e la canzone "Il solito lido" che impazza nelle classifiche dell'estate 2023. Ma il meglio della loro collaborazione viene fuori nei live, e quello di Molfetta ne è l'assoluta prova e testimonianza: Renga e Nek mettono assieme uno spettacolo che spinge a ballare, a cantare, riproponendo il loro repertorio classico, ma in una versione che mette assieme le loro voci, mai sbavate, mai stonate, sempre precise e indiscutibilmente inconfondibili.
L'armonia e la complicità tra i due artisti sul palco è evidente nei siparietti a margine delle esecuzioni canore, in cui Nek e Renga si punzecchiano come due vecchi amici, rimproverandosi bonariamente l'eccessiva prolissità nel parlare, o viceversa la deleteria bravura in cucina che li porta a ingrassare. Nel live dei due artisti, entrambi con carriere pluridecennali nella storia della musica italiana, non vi è competizione, non si sgomita, non c'è qualcuno che emerge a discapito dell'altro: se Nek cede al collega l'esecuzione solista del brano "Lascia che io sia", Renga ricambia con "Vivendo adesso".
Anche i toni del concerto, l'alternanza di colori e melodie sono sapientemente dosati, segno della grandissima professionalità ed esperienza dei due interpreti sul palco; il concerto viene infatti aperto dalle energiche "Meravigliosa (la luna)" e "Almeno stavolta", riscaldando la platea che già inizia a cantare a memoria; prosegue con brani celeberrimi di entrambi come "Era una vita che ti stavo aspettando", "Ci sarai", "Fatti avanti amore" e "A un isolato da te"; per poi arrivare a un cuore caldo e più soffice del concerto stesso, con i musicisti che lasciano il palco a Nek e alla sua chitarra, unico accompagnamento delle canzoni più intime dei due artisti, da "Cuori in tempesta" di Nek fino a "Senza vento" di Renga, pezzo nato quando l'artista era ancora membro dei Timoria.
Nek e Renga riacciuffano poi le fila di quest'emozione soffusa e si preparano al gran finale con pezzi famosissimi come "Angelo", "Se telefonando", "Laura non c'è" e "La tua bellezza", con il pubblico tutto in piedi a battere le mani e a riempire con il proprio canto gli spazi che i due cantanti lasciano vuoti dal palco. Alla fine l'impressione è quella di una giostra emotiva, di un uragano di emozioni a cui è impossibile resistere: mentre si torna a casa, ci si ritrova a canticchiare la propria canzone del cuore, quella che si è cantata fino ad avere male in gola e che fa parte dei ricordi di un'intera generazione. Anzi: di più generazioni, se la platea composta da Millennials, ma anche bambini e anziani, rende ragione della trasversalità del pop rock di Renga e Nek.
Un evento che sicuramente inorgoglisce Molfetta che, con il suo calore e entusiasmo, ripaga i due artisti sul palco, offrendo alle loro performances anche il migliore palcoscenico che la natura e la storia hanno riservato alla nostra città, abbellito in quest'occasione anche da ottima musica.
A dare però ulteriore magia e scintillio a una serata già di per sé eccezionale, ci ha pensato una location di eccezione come il fondale del Duomo di San Corrado sopra le luci del porto, allietato dal vento di grecale nella calda sera estiva. Non sorprende perciò che una folla numerosa ed entusiasta abbia riempito la platea di posti a sedere, ritrovandosi per quasi due ore in un grande karaoke a cielo aperto, mentre intonava a gran voce i pezzi dei due artisti in concerto.
Il sodalizio tra Nek e Renga non è nuovo, ma nasce ai tempi del trio con Max Pezzali e della hit "Duri da battere" del 2019; dopo quest'esperienza, raccontano dal palco di Molfetta, i due cantanti apprezzano particolarmente come si sposino assieme le loro tonalità vocali e decidono di proseguire la loro collaborazione musicale, sfornando pezzi originali come "L'infinito più o meno" e la canzone "Il solito lido" che impazza nelle classifiche dell'estate 2023. Ma il meglio della loro collaborazione viene fuori nei live, e quello di Molfetta ne è l'assoluta prova e testimonianza: Renga e Nek mettono assieme uno spettacolo che spinge a ballare, a cantare, riproponendo il loro repertorio classico, ma in una versione che mette assieme le loro voci, mai sbavate, mai stonate, sempre precise e indiscutibilmente inconfondibili.
L'armonia e la complicità tra i due artisti sul palco è evidente nei siparietti a margine delle esecuzioni canore, in cui Nek e Renga si punzecchiano come due vecchi amici, rimproverandosi bonariamente l'eccessiva prolissità nel parlare, o viceversa la deleteria bravura in cucina che li porta a ingrassare. Nel live dei due artisti, entrambi con carriere pluridecennali nella storia della musica italiana, non vi è competizione, non si sgomita, non c'è qualcuno che emerge a discapito dell'altro: se Nek cede al collega l'esecuzione solista del brano "Lascia che io sia", Renga ricambia con "Vivendo adesso".
Anche i toni del concerto, l'alternanza di colori e melodie sono sapientemente dosati, segno della grandissima professionalità ed esperienza dei due interpreti sul palco; il concerto viene infatti aperto dalle energiche "Meravigliosa (la luna)" e "Almeno stavolta", riscaldando la platea che già inizia a cantare a memoria; prosegue con brani celeberrimi di entrambi come "Era una vita che ti stavo aspettando", "Ci sarai", "Fatti avanti amore" e "A un isolato da te"; per poi arrivare a un cuore caldo e più soffice del concerto stesso, con i musicisti che lasciano il palco a Nek e alla sua chitarra, unico accompagnamento delle canzoni più intime dei due artisti, da "Cuori in tempesta" di Nek fino a "Senza vento" di Renga, pezzo nato quando l'artista era ancora membro dei Timoria.
Nek e Renga riacciuffano poi le fila di quest'emozione soffusa e si preparano al gran finale con pezzi famosissimi come "Angelo", "Se telefonando", "Laura non c'è" e "La tua bellezza", con il pubblico tutto in piedi a battere le mani e a riempire con il proprio canto gli spazi che i due cantanti lasciano vuoti dal palco. Alla fine l'impressione è quella di una giostra emotiva, di un uragano di emozioni a cui è impossibile resistere: mentre si torna a casa, ci si ritrova a canticchiare la propria canzone del cuore, quella che si è cantata fino ad avere male in gola e che fa parte dei ricordi di un'intera generazione. Anzi: di più generazioni, se la platea composta da Millennials, ma anche bambini e anziani, rende ragione della trasversalità del pop rock di Renga e Nek.
Un evento che sicuramente inorgoglisce Molfetta che, con il suo calore e entusiasmo, ripaga i due artisti sul palco, offrendo alle loro performances anche il migliore palcoscenico che la natura e la storia hanno riservato alla nostra città, abbellito in quest'occasione anche da ottima musica.