Il Consiglio Comunale ricorda il dottor Vito Enzo de Nicolo
L'assise cittadina ha espresso cordoglio ai familiari presenti in aula
Molfetta - giovedì 27 settembre 2018
19.26
È un consiglio comunale che si apre all'insegna del cordoglio ma soprattutto del ricordo del dottor Enzo Vito de Nicolo, alla presenza in aula della moglie e dei figli del concittadino scomparso lo scorso 22 settembre.
Un ricordo che ha stretto e accomunato, corse per la prima volta, tutte le parti politiche presenti nell'aula Carnicella.
Un ricordo e un cordoglio doveroso, come ha sottolineato il presidente Nicola Piergiovanni, cui si cono uniti i rappresentanti di maggioranza e opposizioni a cominciare dal consigliere Facchini: "De Nicolo è stato un amatissimo e stimatissimo uomo di straordinaria umanità, un medico di base insostituibile che ha curato varie generazioni di molfettesi, è stato anche primario presso l'ospedale "Giovanni XXIII" di Bari ma mai distante dagli eventi sociali e della vita politica molfettese. Con lui purtroppo si chiude un'era".
A prendere poi la parola è stata la consigliera di opposizione Isabella de Bari che ha ricordato il compianto medico con il nome di "Enzino", così come era amichevolmente e familiarmente noto a molti. "Ho conosciuto Vito Enzo soprattutto nell'ambito della diagnostica medica e ho incontrato grande disponibilità. Credo nell'85 sia trasmigrato nel Partito Repubblicano candidandosi alle elezioni ed è subito stata una grande figura di peso politico ma proprio nella diversità di vedute e fautore di dissidi politici innovativi perché andò a sradicare un ruolo di egemonia, all'epoca nel partito, che veniva ricoperto da altre figure, per cui dissidi generati in un'ottica di forte cambiamento. La sua è stata una politica fortemente motivata, quasi anacronisticamente, da una fiducia nelle istituzioni viste come forze motrici di cambiamento socio economico, questo io ho colto in lui".
Il consigliere Antonello Zaza ha rivolto un abbraccio alla famiglia e in particolare al figlio Piero de Nicolo ricordandoli soprattutto come professionista, come medico vicino ai suoi pazienti. È stato difficile per noi decidere chi dovesse intervenire poiché eravamo piccoli all'epoca della carriera politica di de Nicolo per questo voglio ricordarlo come suo assistito con tutta la famiglia e ricordo il dramma del suo allontanamento dalla professione per la politica. Sicuramente un protagonista della Prima Repubblica che non abbiamo vissuto direttamente ma di cui provo nostalgia con una classe politica che era realmente espressione della volontà popolare. Una memoria sicuramente da studiare e conservare".
A chiudere il lungo ricordo del politico e professionista molfettese anche l'intervento del sindaco Minervini che ha ritenuto doveroso la presenza della città con il proprio gonfalone e i rappresentati di amministrazione e consiglio ai funerali del "dottor Enzino". "Io l'ho conosciuto senza dubbio il suo connotato fondamentale è essere stato incardinato nelle vene dei quartieri popolari della città e il quartiere di Ponente era senza dubbio il suo suo luogo. Accanto a me avevo Nunzio Fiorentini che voleva imitarlo ma tutti abbiamo poi invidiato il suo pragmatismo, noi che eravamo più legati al dogmatismo delle nostre ideologie. Pur essendo un professionista di alto livello incardinava la popolarità della città e il pragmatismo, questi erano i suoi filoni di forza."
Un ricordo che ha stretto e accomunato, corse per la prima volta, tutte le parti politiche presenti nell'aula Carnicella.
Un ricordo e un cordoglio doveroso, come ha sottolineato il presidente Nicola Piergiovanni, cui si cono uniti i rappresentanti di maggioranza e opposizioni a cominciare dal consigliere Facchini: "De Nicolo è stato un amatissimo e stimatissimo uomo di straordinaria umanità, un medico di base insostituibile che ha curato varie generazioni di molfettesi, è stato anche primario presso l'ospedale "Giovanni XXIII" di Bari ma mai distante dagli eventi sociali e della vita politica molfettese. Con lui purtroppo si chiude un'era".
A prendere poi la parola è stata la consigliera di opposizione Isabella de Bari che ha ricordato il compianto medico con il nome di "Enzino", così come era amichevolmente e familiarmente noto a molti. "Ho conosciuto Vito Enzo soprattutto nell'ambito della diagnostica medica e ho incontrato grande disponibilità. Credo nell'85 sia trasmigrato nel Partito Repubblicano candidandosi alle elezioni ed è subito stata una grande figura di peso politico ma proprio nella diversità di vedute e fautore di dissidi politici innovativi perché andò a sradicare un ruolo di egemonia, all'epoca nel partito, che veniva ricoperto da altre figure, per cui dissidi generati in un'ottica di forte cambiamento. La sua è stata una politica fortemente motivata, quasi anacronisticamente, da una fiducia nelle istituzioni viste come forze motrici di cambiamento socio economico, questo io ho colto in lui".
Il consigliere Antonello Zaza ha rivolto un abbraccio alla famiglia e in particolare al figlio Piero de Nicolo ricordandoli soprattutto come professionista, come medico vicino ai suoi pazienti. È stato difficile per noi decidere chi dovesse intervenire poiché eravamo piccoli all'epoca della carriera politica di de Nicolo per questo voglio ricordarlo come suo assistito con tutta la famiglia e ricordo il dramma del suo allontanamento dalla professione per la politica. Sicuramente un protagonista della Prima Repubblica che non abbiamo vissuto direttamente ma di cui provo nostalgia con una classe politica che era realmente espressione della volontà popolare. Una memoria sicuramente da studiare e conservare".
A chiudere il lungo ricordo del politico e professionista molfettese anche l'intervento del sindaco Minervini che ha ritenuto doveroso la presenza della città con il proprio gonfalone e i rappresentati di amministrazione e consiglio ai funerali del "dottor Enzino". "Io l'ho conosciuto senza dubbio il suo connotato fondamentale è essere stato incardinato nelle vene dei quartieri popolari della città e il quartiere di Ponente era senza dubbio il suo suo luogo. Accanto a me avevo Nunzio Fiorentini che voleva imitarlo ma tutti abbiamo poi invidiato il suo pragmatismo, noi che eravamo più legati al dogmatismo delle nostre ideologie. Pur essendo un professionista di alto livello incardinava la popolarità della città e il pragmatismo, questi erano i suoi filoni di forza."