Enti locali
Il Comune cede il porto all'autorità portuale di Bari
Il centrodestra vota contro. Abbattista: «Opportunità strategica per il traffico merci»
Molfetta - giovedì 11 dicembre 2014
14.31
Il Comune di Molfetta aderisce all'Autorità portuale del Levante di Bari. Il provvedimento è stato votato ieri notte, in consiglio comunale, con il parere contrario di tutto il centrodestra.
A gestire l'attuale scalo commerciale della città e il futuro nuovo porto commerciale, dunque, non sarà più la stessa città di Molfetta o un ente collegato al Comune (com'era la società Molfetta Porto, poi cancellata dall'amministrazione Natalicchio), ma un'autorità esterna che già gestisce i porti di Bari, Barletta e Monopoli. Tutte le decisioni che riguardano le tasse portuali, le tipologie di merci che potranno essere commercializzate, gli investimenti, le politiche occupazionali attorno al porto di Molfetta, da oggi saranno competenza dall'autorità portuale del Levante.
«Si tratta di una scelta strategica che apre nuove opportunità operative per il porto commerciale di Molfetta» ha spiegato l'assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Abbattista snocciolando i dati sui traffici commerciali a Molfetta: «Se nel 2007 Molfetta poteva contare su un traffico merci di 224 mila tonnellate, nel 2014 questo dato si è verticalmente ridotto a 157 mila tonnellate». Insomma, secondo l'amministrazione comunale questa scelta porterà solo benefici a Molfetta.
Di avviso contrario l'opposizione che a più riprese ha provato a convincere la maggioranza a sospendere il dibattito chiedendo una più approfondita riflessione. Il consigliere Saverio Tammacco (Forza Italia) ha fatto notare le numerose interrogazioni ministeriali e gli scandali che hanno coinvolto l'autorità portuale di Bari: 86 milioni di euro di finanziamenti revocati; lo scandalo delle assunzioni "eccellenti"; le accuse del ministro Lupi sulla "distruzione del porto di Bari". «Questioni che meriterebbero un approfondimento» ha commentato Tammacco.
Sulla stessa linea Luigi Roselli (Ncd): «Con questo blitz voi oggi svendete la vostra città, abdicando a ogni possibilità di decidere sul futuro e sul destino dei vostri stessi figli. Aderire all'Autorità del Levante non aggiunge nulla a quanto già esiste oggi, non offre alcun vantaggio operativo, non ha alcun valore aggiunto. Cedere il porto di Molfetta all'autorità portuale di Bari – ha aggiunto Roselli – significa piuttosto sottrarre qualcosa alla città, usare il porto come merce di scambio, togliere potere decisionale a una città ormai fuori da tutto, fuori dalla città metropolitana, adesso fuori anche dalla possibilità di gestire una delle infrastrutture marittime più importanti d'Italia.»
Il sindaco Paola Natalicchio però ha risposto di "no" alla possibilità di allargare il dibattito al resto della città, coinvolgendo imprenditori e altre forze sociali, come chiesto dal centrodestra: «Questa scelta era già prevista nel nostro programma elettorale». Si è votato e il provvedimento ha ricevuto il nulla osta della maggioranza.
A gestire l'attuale scalo commerciale della città e il futuro nuovo porto commerciale, dunque, non sarà più la stessa città di Molfetta o un ente collegato al Comune (com'era la società Molfetta Porto, poi cancellata dall'amministrazione Natalicchio), ma un'autorità esterna che già gestisce i porti di Bari, Barletta e Monopoli. Tutte le decisioni che riguardano le tasse portuali, le tipologie di merci che potranno essere commercializzate, gli investimenti, le politiche occupazionali attorno al porto di Molfetta, da oggi saranno competenza dall'autorità portuale del Levante.
«Si tratta di una scelta strategica che apre nuove opportunità operative per il porto commerciale di Molfetta» ha spiegato l'assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Abbattista snocciolando i dati sui traffici commerciali a Molfetta: «Se nel 2007 Molfetta poteva contare su un traffico merci di 224 mila tonnellate, nel 2014 questo dato si è verticalmente ridotto a 157 mila tonnellate». Insomma, secondo l'amministrazione comunale questa scelta porterà solo benefici a Molfetta.
Di avviso contrario l'opposizione che a più riprese ha provato a convincere la maggioranza a sospendere il dibattito chiedendo una più approfondita riflessione. Il consigliere Saverio Tammacco (Forza Italia) ha fatto notare le numerose interrogazioni ministeriali e gli scandali che hanno coinvolto l'autorità portuale di Bari: 86 milioni di euro di finanziamenti revocati; lo scandalo delle assunzioni "eccellenti"; le accuse del ministro Lupi sulla "distruzione del porto di Bari". «Questioni che meriterebbero un approfondimento» ha commentato Tammacco.
Sulla stessa linea Luigi Roselli (Ncd): «Con questo blitz voi oggi svendete la vostra città, abdicando a ogni possibilità di decidere sul futuro e sul destino dei vostri stessi figli. Aderire all'Autorità del Levante non aggiunge nulla a quanto già esiste oggi, non offre alcun vantaggio operativo, non ha alcun valore aggiunto. Cedere il porto di Molfetta all'autorità portuale di Bari – ha aggiunto Roselli – significa piuttosto sottrarre qualcosa alla città, usare il porto come merce di scambio, togliere potere decisionale a una città ormai fuori da tutto, fuori dalla città metropolitana, adesso fuori anche dalla possibilità di gestire una delle infrastrutture marittime più importanti d'Italia.»
Il sindaco Paola Natalicchio però ha risposto di "no" alla possibilità di allargare il dibattito al resto della città, coinvolgendo imprenditori e altre forze sociali, come chiesto dal centrodestra: «Questa scelta era già prevista nel nostro programma elettorale». Si è votato e il provvedimento ha ricevuto il nulla osta della maggioranza.