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Il centro di recupero per tartarughe si trasferisce a Bisceglie

Entro l’anno sarà completato il trasloco

Il centro di recupero delle tartarughe marine lascia la sua sede molfettese per trasferirsi a Bisceglie. «Entro l'anno - secondo il referente del centro, Pasquale Salvemini - il tempo di intervenire con piccole manutenzioni e lavori di adattamento della struttura che il comune di Bisceglie ci ha messo a disposizione e soprattutto in attesa della stagione propizia per trasferire le tartarughe nel nuovo centro».

La struttura, una sala ristorante in disuso a ridosso della Lega navale, ben si adatta alle esigenze del centro di recupero, a cominciare dalla sua vicinanza al mare e per la possibilità di poter ospitare le oltre 85 tartarughe recuperate e assistite dai volontari. «Per noi – ha commentato Salvemini – Bisceglie diventa un luogo strategico. A cominciare dalla disponibilità di tutta la sua marineria che ha preso a collaborare con noi in modo fattivo. Tanto che la maggior parte delle "Caretta caretta" che abbiamo in carico sono state recuperate proprio dalle imbarcazioni e dagli equipaggi biscegliesi. Solo adesso – ha affermato ancora ma con un punta polemica - stiamo riuscendo a istituire rapporti analoghi con la marineria molfettese».

Nel frattempo Salvemini sta stringendo accordi con Monopoli e la sua gente di mare, per allargare il raggio d'azione del centro di recupero per curare, salvare e rimettere in libertà le grandi tartarughe rimaste impigliate nelle reti dei pescatori o ferite dalle eliche delle barche a motore che solcano questa parte di Adriatico. Ma i progetti di Salvemini vanno oltre. Ha ottenuto una disponibilità di massima per poter aprire ancora un centro di recupero anche a Giovinazzo. Allargato secondo le intenzioni, anche ai cetacei, delfini in particolare, nei locali della ex scuola Giuseppina Pansini, anche questa struttura a pochi passi dal mare.

Qui, però i tempi per potere realizzare questo nuovo progetto appaiono più lunghi. L'immobile infatti ha bisogno di notevoli interventi per poter ritornare ad essere agibile e gli investimenti non sarebbero di poco conto. «Ne vorremmo fare un museo del mare – ha concluso Salvemini - e un centro visite. Sarebbe il luogo ideale».
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