Il centro anti-violenza di Molfetta, punto di riferimento: intervista alla responsabile Scardigno
In aumento le richieste di supporto e i casi di violenza psicologica ed economica
Molfetta - venerdì 25 novembre 2022
14.03
Il contrasto alla violenza sulle donne sta compiendo numerosi passi in avanti grazie a realtà come il centro antiviolenza "Pandora" di Molfetta, nato nel 2018 e dedicato ad Annamaria Bufi.
Di seguito l'intervista a Valeria Scardigno, avvocato, responsabile del centro antiviolenza operativo sul territorio che comprende Molfetta e Giovinazzo.
Quali sono i dati degli accessi al centro antiviolenza nell'anno corrente?
«Tra Molfetta e Giovinazzo, attualmente gli accessi sono 67. I numeri sono in aumento rispetto allo scorso anno perché la nostra presenza sul territorio, unita alla sensibilizzazione e alla formazione che stiamo facendo, creano accreditamento e fiducia nel nostro operato. Un ruolo fondamentale è svolto anche dalla collaborazione tra i servizi e dalle forze dell'ordine, tutti fattori che contribuiscono a rendere il centro un punto di riferimento in cui le donne possano trovare la propria via d'uscita».
Qual è la fascia d'età delle donne che si rivolgono al centro?
«L'età va dai 18 agli 80 anni».
Quali sono i fenomeni più frequenti?
«La violenza psicologica e quella economica sono una costante, quest' anno c'è stato un incremento di violenze sessuali, anche coniugali. In diminuzione sono i casi di violenza fisica».
Le donne denunciano in maniera spontanea o sono supportate da figure esterne?
«La maggior parte degli accessi sono di natura spontanea, altri sono fatti su spinta delle forze dell'ordine e dei servizi territoriali. Il nostro servizio non vede la denuncia come un necessario traguardo, il nostro obiettivo è rendere la donna quanto più consapevole possibile della propria situazione e spronarla a fare qualcosa per se stessa. Non sempre il percorso giudiziario è il più adatto a favorire il benessere».
Qual è il vostro contributo in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne?
«Oggi ci sarà un festival che si svolgerà lungo tutto corso Umberto e che ha visto coinvolte tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado. Un grido che si esprime in maniera corale. Non abbiamo mai voluto utilizzare questa data come commemorazione delle vittime, ma come celebrazione della donna. La rappresentazione che vogliamo trasmettere è che la donna non è soltanto una vittima, ma una persona che riesce a essere resiliente con le sue forze e con le sue risorse».
Di seguito l'intervista a Valeria Scardigno, avvocato, responsabile del centro antiviolenza operativo sul territorio che comprende Molfetta e Giovinazzo.
Quali sono i dati degli accessi al centro antiviolenza nell'anno corrente?
«Tra Molfetta e Giovinazzo, attualmente gli accessi sono 67. I numeri sono in aumento rispetto allo scorso anno perché la nostra presenza sul territorio, unita alla sensibilizzazione e alla formazione che stiamo facendo, creano accreditamento e fiducia nel nostro operato. Un ruolo fondamentale è svolto anche dalla collaborazione tra i servizi e dalle forze dell'ordine, tutti fattori che contribuiscono a rendere il centro un punto di riferimento in cui le donne possano trovare la propria via d'uscita».
Qual è la fascia d'età delle donne che si rivolgono al centro?
«L'età va dai 18 agli 80 anni».
Quali sono i fenomeni più frequenti?
«La violenza psicologica e quella economica sono una costante, quest' anno c'è stato un incremento di violenze sessuali, anche coniugali. In diminuzione sono i casi di violenza fisica».
Le donne denunciano in maniera spontanea o sono supportate da figure esterne?
«La maggior parte degli accessi sono di natura spontanea, altri sono fatti su spinta delle forze dell'ordine e dei servizi territoriali. Il nostro servizio non vede la denuncia come un necessario traguardo, il nostro obiettivo è rendere la donna quanto più consapevole possibile della propria situazione e spronarla a fare qualcosa per se stessa. Non sempre il percorso giudiziario è il più adatto a favorire il benessere».
Qual è il vostro contributo in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne?
«Oggi ci sarà un festival che si svolgerà lungo tutto corso Umberto e che ha visto coinvolte tutte le scuole secondarie di primo e secondo grado. Un grido che si esprime in maniera corale. Non abbiamo mai voluto utilizzare questa data come commemorazione delle vittime, ma come celebrazione della donna. La rappresentazione che vogliamo trasmettere è che la donna non è soltanto una vittima, ma una persona che riesce a essere resiliente con le sue forze e con le sue risorse».