Cultura, Eventi e Spettacolo
Il Calvario di Molfetta inserito nelle Giornate Fai d’Autunno
Con i volontari del Fai è possibile conoscere un pezzo della nostra storia e dell’autore dell’opera
Molfetta - lunedì 19 ottobre 2020
E' lì immobile e silenzioso dal 1856. Si erge in tutta la sua maestosità. Situato in un punto nevralgico della città. E' forse il monumento più visibile della città, ma anche il meno visitato e il meno conosciuto. Stiamo parlando del Calvario di Molfetta, uno dei siti inseriti nelle Giornate Fai d'Autunno 2020.
Il primo appuntamento si è tenuto nella giornata di ieri. Nel rispetto delle norme Covid, hanno preso parte alle visite quanti si erano iscritti sul sito del Fai, suddivisi per gruppi di 10 persone tutti rigorosamente con le mascherine e misurazione della temperatura.
E' sempre una grande emozione poter ammirare da vicino un monumento sempre chiuso al pubblico, poter vedere da vicino l'architettura e il genio creativo dell'architetto Corrado De Judicibus, che fece del nostro Calvario un unicum nel suo genere. E' l'unico, almeno rispetto a quelli delle città limitrofe, a ergersi in verticale per 20 metri e non orizzontale.
E' una costruzione penitenziale, legata ai 5 misteri dolorosi, voluta dal sindaco dell'epoca per arginare il malcostume imperante nella città. La storia racconta che tale costruzione sia stata realizzata a costo zero, grazie alle donazioni fatte dai cittadini, che all'epoca hanno dato il proprio contributo, chi mettendo la materia prima, ossia la pietra, chi il proprio lavoro.
Dicevamo che il Calvario è una costruzione penitenziale, infatti, è proprio da questo monumento che incominciano i riti della Settimana Santa.
Visitare un monumento come il Calvario non è solo una visita finalizzata alla conoscenza del monumento stesso ma anche alla figura che lo ha realizzato, l'architetto De Judicibus è stato anche colui che ha dato l'avvio alla "moderna" Molfetta, con la realizzazione di un viale, oggi Corso Umberto, che unisse la stazione a mare, iniziando così l'espansione della città verso levante. Sono sempre di De Judicibus alcuni interventi fatti sulle facciate della Cattedrale, di San Domenico e del Seminario Vescovile.
E' bene ricordare che il Calvario è stato ristrutturato nel 2011 con un intervento del Rotary Club, come sottolineato anche dalle guide Fai.
Una visita che permette di conoscere anche pezzi di storia che non ci sono più come Palazzo Capelluti, vivido il ricordo della bellezza del palazzo per chi ha avuto la fortuna di poterlo ammirare, purtroppo per le nuove generazioni rimangono solo alcuni scatti fotografici e il rimpianto di una dimora storica abbattuta.
Per raccontare agli oltre 100 visitatori il Calvario, le guide e volontari del Fai hanno fatto riferimento al testo di Nicola Mezzina "Vicende urbanistiche della seconda metà dell'800".
«La scelta del Calvario», ci spiega Michele de Nicolò, volontario Fai, «è dovuta ad una duplice motivazione: una di carattere logistico, abbiamo voluto individuare un bene all'aperto dove fosse possibile il distanziamento sociale, quale miglior luogo quello del Calvario. Il secondo è un motivo molto tecnico, noi molto spesso vediamo determinate cose ma non le conosciamo. Così abbiamo conciliato le due esigenze, quella sanitaria e la curiosità personale».
L'iscrizione al Fai per i volontari nasce da due motivazioni ben precise: la tutela del nostro patrimoni artistico, culturale e paesaggistico, e la curiosità intellettuale.
Per chi ha voglia di scoprire e vedere da una prospettiva diversa il Calvario potrà farlo iscrivendosi per il 25 novembre al sito www.giornatefai.it.
Il primo appuntamento si è tenuto nella giornata di ieri. Nel rispetto delle norme Covid, hanno preso parte alle visite quanti si erano iscritti sul sito del Fai, suddivisi per gruppi di 10 persone tutti rigorosamente con le mascherine e misurazione della temperatura.
E' sempre una grande emozione poter ammirare da vicino un monumento sempre chiuso al pubblico, poter vedere da vicino l'architettura e il genio creativo dell'architetto Corrado De Judicibus, che fece del nostro Calvario un unicum nel suo genere. E' l'unico, almeno rispetto a quelli delle città limitrofe, a ergersi in verticale per 20 metri e non orizzontale.
E' una costruzione penitenziale, legata ai 5 misteri dolorosi, voluta dal sindaco dell'epoca per arginare il malcostume imperante nella città. La storia racconta che tale costruzione sia stata realizzata a costo zero, grazie alle donazioni fatte dai cittadini, che all'epoca hanno dato il proprio contributo, chi mettendo la materia prima, ossia la pietra, chi il proprio lavoro.
Dicevamo che il Calvario è una costruzione penitenziale, infatti, è proprio da questo monumento che incominciano i riti della Settimana Santa.
Visitare un monumento come il Calvario non è solo una visita finalizzata alla conoscenza del monumento stesso ma anche alla figura che lo ha realizzato, l'architetto De Judicibus è stato anche colui che ha dato l'avvio alla "moderna" Molfetta, con la realizzazione di un viale, oggi Corso Umberto, che unisse la stazione a mare, iniziando così l'espansione della città verso levante. Sono sempre di De Judicibus alcuni interventi fatti sulle facciate della Cattedrale, di San Domenico e del Seminario Vescovile.
E' bene ricordare che il Calvario è stato ristrutturato nel 2011 con un intervento del Rotary Club, come sottolineato anche dalle guide Fai.
Una visita che permette di conoscere anche pezzi di storia che non ci sono più come Palazzo Capelluti, vivido il ricordo della bellezza del palazzo per chi ha avuto la fortuna di poterlo ammirare, purtroppo per le nuove generazioni rimangono solo alcuni scatti fotografici e il rimpianto di una dimora storica abbattuta.
Per raccontare agli oltre 100 visitatori il Calvario, le guide e volontari del Fai hanno fatto riferimento al testo di Nicola Mezzina "Vicende urbanistiche della seconda metà dell'800".
«La scelta del Calvario», ci spiega Michele de Nicolò, volontario Fai, «è dovuta ad una duplice motivazione: una di carattere logistico, abbiamo voluto individuare un bene all'aperto dove fosse possibile il distanziamento sociale, quale miglior luogo quello del Calvario. Il secondo è un motivo molto tecnico, noi molto spesso vediamo determinate cose ma non le conosciamo. Così abbiamo conciliato le due esigenze, quella sanitaria e la curiosità personale».
L'iscrizione al Fai per i volontari nasce da due motivazioni ben precise: la tutela del nostro patrimoni artistico, culturale e paesaggistico, e la curiosità intellettuale.
Per chi ha voglia di scoprire e vedere da una prospettiva diversa il Calvario potrà farlo iscrivendosi per il 25 novembre al sito www.giornatefai.it.