Il bene pubblico "ad ore". E montano le polemiche
Tanti i pareri sull'ordinanza di ieri firmata dal sindaco Minervini
Molfetta - martedì 25 luglio 2017
9.02
A quanto pare ci deve essere una sorta di nuvola della sfortuna sui primi provvedimenti dei neo sindaci di Molfetta.
Tutti i molfettesi ricordano ancora la polemica montata dopo il pasticcio della colata di asfalto dinanzi al Duomo nel 2013 quando la neonata giunta Natalicchio scivolò sulle basole antiche.
Quattro anni dopo è un'altra ordinanza inerente sempre ad un bene storico pubblico a far discutere, ovvero quella di sole poche ore fa emanata dal Sindaco Minervini.
Da ieri infatti su una delle passeggiate più belle della città sarà possibile accedervi solo ad ore, per tutelare il decoro della muraglia stessa e per garantire la sicurezza urbana e l'incolumità pubblica, così come si legge nella stessa ordinanza. La protesta, forse non del tutto ingiustificata, è però subito montata, specialmente sui social ed in molti si sono lamentati della scelta di Minervini, vista da alcuni più come una tutela degli interessi personali dei privati che vivono quotidianamente la muraglia per lavoro o poichè ci vivono, piuttosto che come un reale argine all'inciviltà che comunque purtroppo dilaga in città.
Fa riflettere, se non sorridere poi, l'altra motivazione riportata nell'ordinanza ovvero quella che vuole ridurre comportamenti che influenzino negativamente i flussi turistici. Risulta difficile credere che una comitiva di ragazzi che sostano per un'ora o due sulla muraglia possa rappresentare un deterrente al turista che vuole passeggiarci sopra. C'è poi un ragionamento anche di natura ideologico sulla scelta: città di vocazione turistica ben più importante della nostra, non hanno risolto il problema della maleducazione dei turisti chiudendo ad ore i loro monumenti, come nel caso di queste settimane di città quali Firenze, Roma o Venezia. E parliamo di città con centinaia di migliaia di visitatori all'anno, risultati che, purtroppo, Molfetta non può minimamente raggiungere.
Certo, rimane il problema che i molfettesi hanno la bruttissima abitudine di lasciare sporco il posto dove bivaccano, come nel caso del Lungomare e della stessa muraglia, ma è pur vero che sulla muraglia non c'è un cestino, manca del tutto il controllo da parte delle Forze dell'Ordine nelle ore serali e non si è avuto lo stesso pugno di ferro nei confronti di alcuni residenti che negli anni passati hanno occupato più o meno lecitamente spazi pubblici.
A ciò si aggiunge anche il disaccordo delle associazioni di categoria, quali ConfCommercio e ConfEsercenti che attraverso dei comunicati stampa hanno espresso il loro disappunto in quanto un tale provvedimento potrebbe avere ricadute negative sui negozi della zona, considerato che, stando sempre all'ordinanza in questione, è fatto divieto di consumo di cibo e bevande e che non si potrà sostare se non solo per il tempo della visita al luogo. Ed anche su questo lasso di tempo ci sarebbe molto da dire.
L'ordinanza quindi non trova un favore popolare, anzi, ma al di la dell'approvazione dei molfettesi che non è sempre sinonimo di giustezza, rimane la scelta di aver adottato la via repressiva di un problema che meriterebbe forse di essere affrontato con maggior prevenzione e controllo.
Tutti i molfettesi ricordano ancora la polemica montata dopo il pasticcio della colata di asfalto dinanzi al Duomo nel 2013 quando la neonata giunta Natalicchio scivolò sulle basole antiche.
Quattro anni dopo è un'altra ordinanza inerente sempre ad un bene storico pubblico a far discutere, ovvero quella di sole poche ore fa emanata dal Sindaco Minervini.
Da ieri infatti su una delle passeggiate più belle della città sarà possibile accedervi solo ad ore, per tutelare il decoro della muraglia stessa e per garantire la sicurezza urbana e l'incolumità pubblica, così come si legge nella stessa ordinanza. La protesta, forse non del tutto ingiustificata, è però subito montata, specialmente sui social ed in molti si sono lamentati della scelta di Minervini, vista da alcuni più come una tutela degli interessi personali dei privati che vivono quotidianamente la muraglia per lavoro o poichè ci vivono, piuttosto che come un reale argine all'inciviltà che comunque purtroppo dilaga in città.
Fa riflettere, se non sorridere poi, l'altra motivazione riportata nell'ordinanza ovvero quella che vuole ridurre comportamenti che influenzino negativamente i flussi turistici. Risulta difficile credere che una comitiva di ragazzi che sostano per un'ora o due sulla muraglia possa rappresentare un deterrente al turista che vuole passeggiarci sopra. C'è poi un ragionamento anche di natura ideologico sulla scelta: città di vocazione turistica ben più importante della nostra, non hanno risolto il problema della maleducazione dei turisti chiudendo ad ore i loro monumenti, come nel caso di queste settimane di città quali Firenze, Roma o Venezia. E parliamo di città con centinaia di migliaia di visitatori all'anno, risultati che, purtroppo, Molfetta non può minimamente raggiungere.
Certo, rimane il problema che i molfettesi hanno la bruttissima abitudine di lasciare sporco il posto dove bivaccano, come nel caso del Lungomare e della stessa muraglia, ma è pur vero che sulla muraglia non c'è un cestino, manca del tutto il controllo da parte delle Forze dell'Ordine nelle ore serali e non si è avuto lo stesso pugno di ferro nei confronti di alcuni residenti che negli anni passati hanno occupato più o meno lecitamente spazi pubblici.
A ciò si aggiunge anche il disaccordo delle associazioni di categoria, quali ConfCommercio e ConfEsercenti che attraverso dei comunicati stampa hanno espresso il loro disappunto in quanto un tale provvedimento potrebbe avere ricadute negative sui negozi della zona, considerato che, stando sempre all'ordinanza in questione, è fatto divieto di consumo di cibo e bevande e che non si potrà sostare se non solo per il tempo della visita al luogo. Ed anche su questo lasso di tempo ci sarebbe molto da dire.
L'ordinanza quindi non trova un favore popolare, anzi, ma al di la dell'approvazione dei molfettesi che non è sempre sinonimo di giustezza, rimane la scelta di aver adottato la via repressiva di un problema che meriterebbe forse di essere affrontato con maggior prevenzione e controllo.