Il 20 aprile la statua della Madonna dei Martiri sull'altare con Papa Francesco
Il racconto del rapporto tra Bergoglio e la comunità molfettese in Argentina
Molfetta - lunedì 26 febbraio 2018
La notizia dell'arrivo di Papa Francesco a Molfetta il prossimo 20 aprile sta facendo ormai il giro del Mondo, raggiungendo inevitabilmente anche le comunità di molfettesi sparsi in tutto il globo.
Tra queste ce ne è una che ha condiviso per anni la stessa storia di Jorge Mario Bergoglio, fatte di lotte e sofferenze. E' la comunità dei Molfettesi d'Argentina, lontani oltre 12 mila chilometri, ma costantemente vicini alla nostra Molfetta con la testa e con il cuore oltre che con lo spirito. E' quest'ultimo, tradotto in una fede cristiana senza paragoni, che, ancora oggi, continua a legare questa splendida comunità alla nostra terra. A fare da "collante" è, ancora una volta, la Madonna dei Martiri per una storia probabilmente già raccontata, ma sempre attuale e ricca di elementi in grado di descrivere un legame materno, frutto di una condizione economico-sociale che in molti non immaginano.
Dunque, Papa Francesco, natìo di Buenos Aires, la Madonna dei Martiri e Don Tonino Bello: attraverso di loro può tracciarsi una linea di congiunzione, capace di sintetizzare momenti di vita comuni, con conseguenti influenze su quella presente e futura. I primi molfettesi giunti in Argentina, a cavallo tra i due conflitti mondiali, portandosi al loro seguito moglie e figli, si stabilirono per la maggior parte nella capitale, Buenos Aires, in particolare in un quartiere altamente popoloso come quello di La Boca. E' qui che moltissimi molfettesi ebbero fortuna, nonostante stenti e sacrifici, riuscendo a vivere degnamente del loro lavoro e paradossalmente riuscendo ad inviare il frutto del loro lavoro anche in Italia, dove le due guerre mondiali avevano pesantemente inficiato sull'economia del Paese. La successiva storia dell'Argentina, fatta di dittature e rivoluzioni, portò la popolazione albiceleste alla miseria. Furono in tanti i molfettesi a non rivedere più la propria città, impossibilitati a tornarci, come ancora oggi sono in tanti i molfettesi d'Argentina rimasti lontani dalla nostra Città oltre 50 o 60 anni. La ripresa economica dell'Argentina ha in parte risollevato le sorti dei nostri concittadini, sebbene La Boca, nonostante la sua parte turistica (dal Caminito alla "Bomobonera", il famoso stadio del Boca Juniors) continua ad essere una frazione di Buenos Aires in cui la povertà è un aspetto dominante. La Chiesa di San Juan Evangelista continua ancora oggi a rappresentare il fulcro della comunità dei Molfettesi d'Argentina, riuniti intorno all'UMA (Unione dei Molfettesi d'Argentina). E' lì che è custodito il simulacro della Madonna dei Martiri, portato in processione dapprima tra le umili strade di La Boca e successivamente sul Rio della Plata, ogni seconda domenica di ottobre.
Un rito sentitissimo, vissuto da chi vi scrive nel 2010, insieme ad una delegazione giunta da Molfetta e guidata dall'allora rettore della Basilica della Madonna dei Martiri, Padre Giuseppe Tomiri, e dal compianto consigliere comunale Benito Cimillo. Alla stessa processione presero parte Tommaso Minervini e Mons. Luigi Martella nel 2002 e addirittura Don Tonino Bello nel 1985.
Ed ecco che quella linea immaginaria di congiunzione inizia a trovare un senso.
Da ambienti vicini alla Curia è trapelata la notizia della presenza del simulacro della Vergine dei Martiri il prossimo 20 aprile durante la messa celebrata da Papa Francesco.
Al momento non si conoscono ulteriori particolari, circa la modalità con cui la Vergine sarà condotta sull'altare allestito per l'occasione, ma quello che è certo è che Papa Francesco potrà pregare dinanzi alla nostra compatrona, come ebbe più volta a fare il Servo di Dio, Mons. Bello. Jorge Mario Bergoglio conosce benissimo la realtà di La Boca, quand'era arcivescovo di Buenos Aires e successivamente cardinale. Conosce l'UMA e il particolare rito che vede il simulacro della Madonna dei Martiri solcare le acque del Rio della Plata, divenendo negli anni protettrice dei "bomberos" (i vigili del fuoco) a causa dei numerosi incendi sviluppatisi per l'altrettanta presenza di abitazioni in legno.
«Apprendere la notizia dell'arrivo di Papa Francesco a Molfetta non può che riempirci di gioia – ha commentato un nutrito gruppo di Molfettesi in Argentina – poiché permetterà di avvicinarci alla nostra terra, dalla quale siamo lontani ormai da anni. Papa Francesco è un leader, lo è oggi rivestendo il compito di capo della Cristianità e lo è stato ancor prima quando a Buenos Aires è stato al fianco dei più poveri. Come non ricordare la sua visita nella chiesa di San Juan Evangelista durante il suo arcivescovado e come non ricordare la sua commozione dinanzi alle nostre storie e dinanzi alla nostra Vergine dei Martiri».
Tuttavia, tra la stessa comunità di argentini il parere sull'operato di Papa Francesco può essere addirittura diverso. «Voi a Molfetta siete molto fortunati, forse molto più di noi - ha commentato una nostra concittadina vicina all'UMA che non ha voluto fosse rivelato il suo nome – poiché sembra che Papa Bergoglio abbia dimenticato le sue radici. A causa di contrasti con la politica messa in atto dall'attuale Presidente Mauricio Macri, Papa Francesco si è allontanato dalla sua stessa terra, dichiarando di non voler tornare nemmeno nel 2019. Quando fu nominato Vescovo di Roma – ha proseguito – fummo contenti del fatto che fosse stato proprio lui ad essere eletto, un Sacerdote consacrato ai bisogni dei più bisognosi. Tuttavia, il non voler ritornare in Argentina per via della politica, mi sembra una mancanza di rispetto nei nostri confronti, nei confronti degli argentini».
Molfetta invece si prepara ad accogliere il Pontefice, «rivestendosi di autorità e responsabilità», come dichiarato da Mons. Cornacchia, nella consapevolezza di poter congiungere in un giorno solo il ricordo e gli insegnamenti di Don Tonino Bello, l'eccezionalità della venuta del Papa e il legame che da sempre ci unisce ad una comunità lontana 12 mila chilometri, ma così vicina grazie a Maria Santissima dei Martiri.
Tra queste ce ne è una che ha condiviso per anni la stessa storia di Jorge Mario Bergoglio, fatte di lotte e sofferenze. E' la comunità dei Molfettesi d'Argentina, lontani oltre 12 mila chilometri, ma costantemente vicini alla nostra Molfetta con la testa e con il cuore oltre che con lo spirito. E' quest'ultimo, tradotto in una fede cristiana senza paragoni, che, ancora oggi, continua a legare questa splendida comunità alla nostra terra. A fare da "collante" è, ancora una volta, la Madonna dei Martiri per una storia probabilmente già raccontata, ma sempre attuale e ricca di elementi in grado di descrivere un legame materno, frutto di una condizione economico-sociale che in molti non immaginano.
Dunque, Papa Francesco, natìo di Buenos Aires, la Madonna dei Martiri e Don Tonino Bello: attraverso di loro può tracciarsi una linea di congiunzione, capace di sintetizzare momenti di vita comuni, con conseguenti influenze su quella presente e futura. I primi molfettesi giunti in Argentina, a cavallo tra i due conflitti mondiali, portandosi al loro seguito moglie e figli, si stabilirono per la maggior parte nella capitale, Buenos Aires, in particolare in un quartiere altamente popoloso come quello di La Boca. E' qui che moltissimi molfettesi ebbero fortuna, nonostante stenti e sacrifici, riuscendo a vivere degnamente del loro lavoro e paradossalmente riuscendo ad inviare il frutto del loro lavoro anche in Italia, dove le due guerre mondiali avevano pesantemente inficiato sull'economia del Paese. La successiva storia dell'Argentina, fatta di dittature e rivoluzioni, portò la popolazione albiceleste alla miseria. Furono in tanti i molfettesi a non rivedere più la propria città, impossibilitati a tornarci, come ancora oggi sono in tanti i molfettesi d'Argentina rimasti lontani dalla nostra Città oltre 50 o 60 anni. La ripresa economica dell'Argentina ha in parte risollevato le sorti dei nostri concittadini, sebbene La Boca, nonostante la sua parte turistica (dal Caminito alla "Bomobonera", il famoso stadio del Boca Juniors) continua ad essere una frazione di Buenos Aires in cui la povertà è un aspetto dominante. La Chiesa di San Juan Evangelista continua ancora oggi a rappresentare il fulcro della comunità dei Molfettesi d'Argentina, riuniti intorno all'UMA (Unione dei Molfettesi d'Argentina). E' lì che è custodito il simulacro della Madonna dei Martiri, portato in processione dapprima tra le umili strade di La Boca e successivamente sul Rio della Plata, ogni seconda domenica di ottobre.
Un rito sentitissimo, vissuto da chi vi scrive nel 2010, insieme ad una delegazione giunta da Molfetta e guidata dall'allora rettore della Basilica della Madonna dei Martiri, Padre Giuseppe Tomiri, e dal compianto consigliere comunale Benito Cimillo. Alla stessa processione presero parte Tommaso Minervini e Mons. Luigi Martella nel 2002 e addirittura Don Tonino Bello nel 1985.
Ed ecco che quella linea immaginaria di congiunzione inizia a trovare un senso.
Da ambienti vicini alla Curia è trapelata la notizia della presenza del simulacro della Vergine dei Martiri il prossimo 20 aprile durante la messa celebrata da Papa Francesco.
Al momento non si conoscono ulteriori particolari, circa la modalità con cui la Vergine sarà condotta sull'altare allestito per l'occasione, ma quello che è certo è che Papa Francesco potrà pregare dinanzi alla nostra compatrona, come ebbe più volta a fare il Servo di Dio, Mons. Bello. Jorge Mario Bergoglio conosce benissimo la realtà di La Boca, quand'era arcivescovo di Buenos Aires e successivamente cardinale. Conosce l'UMA e il particolare rito che vede il simulacro della Madonna dei Martiri solcare le acque del Rio della Plata, divenendo negli anni protettrice dei "bomberos" (i vigili del fuoco) a causa dei numerosi incendi sviluppatisi per l'altrettanta presenza di abitazioni in legno.
«Apprendere la notizia dell'arrivo di Papa Francesco a Molfetta non può che riempirci di gioia – ha commentato un nutrito gruppo di Molfettesi in Argentina – poiché permetterà di avvicinarci alla nostra terra, dalla quale siamo lontani ormai da anni. Papa Francesco è un leader, lo è oggi rivestendo il compito di capo della Cristianità e lo è stato ancor prima quando a Buenos Aires è stato al fianco dei più poveri. Come non ricordare la sua visita nella chiesa di San Juan Evangelista durante il suo arcivescovado e come non ricordare la sua commozione dinanzi alle nostre storie e dinanzi alla nostra Vergine dei Martiri».
Tuttavia, tra la stessa comunità di argentini il parere sull'operato di Papa Francesco può essere addirittura diverso. «Voi a Molfetta siete molto fortunati, forse molto più di noi - ha commentato una nostra concittadina vicina all'UMA che non ha voluto fosse rivelato il suo nome – poiché sembra che Papa Bergoglio abbia dimenticato le sue radici. A causa di contrasti con la politica messa in atto dall'attuale Presidente Mauricio Macri, Papa Francesco si è allontanato dalla sua stessa terra, dichiarando di non voler tornare nemmeno nel 2019. Quando fu nominato Vescovo di Roma – ha proseguito – fummo contenti del fatto che fosse stato proprio lui ad essere eletto, un Sacerdote consacrato ai bisogni dei più bisognosi. Tuttavia, il non voler ritornare in Argentina per via della politica, mi sembra una mancanza di rispetto nei nostri confronti, nei confronti degli argentini».
Molfetta invece si prepara ad accogliere il Pontefice, «rivestendosi di autorità e responsabilità», come dichiarato da Mons. Cornacchia, nella consapevolezza di poter congiungere in un giorno solo il ricordo e gli insegnamenti di Don Tonino Bello, l'eccezionalità della venuta del Papa e il legame che da sempre ci unisce ad una comunità lontana 12 mila chilometri, ma così vicina grazie a Maria Santissima dei Martiri.