I ristoratori di Puglia lanciano l'allarme: «Troppe spese ed entrate in calo»
Le richieste per affrontare questo inizio di 2022
Molfetta - lunedì 17 gennaio 2022
14.51
«Sta accadendo quanto temevamo. Il comparto della ristorazione sta affrontando un nuovo lockdown ma questa volta indotto e non imposto». È il grido di allarme lanciato dall'Unione dei Ristoratori di Puglia che con una nota hanno annunciato lo stato permanente di agitazione del comparto che rischia di subire forti ripercussioni in ragione delle nuove disposizioni per il contenimento dell'epidemia.
«Dopo due anni di chiusure prolungate, sacrifici, perfino suicidi dettati dalla disperazione ma anche grande determinazione nel risollevarsi per arrivare alla tanto promessa "normalità". Ci ritroviamo, dopo un dicembre deludente tra paure e disdette con ristoranti vuoti, frigoriferi pieni e tutte le spese da pagare (65% di fatturato in meno a livello nazionale rispetto al 2019)» lamentano i rappresentanti dell'associazione di categoria.
Stando ad una stima comunicata dai ristoratori pugliesi, il settore HO.RE.CA a livello nazionale esprime 340 mila imprese e quasi 1 milione e mezzo di occupati. Figure che, fanno sapere dall'associazione, potrebbero essere licenziate qualora non siano messe in atto misure per sostenere il comparto.
Alla crisi si aggiunge l'aumento dei costi delle materie prime e delle utenze energetiche.
«Il settore della ristorazione ha rappresentato un riferimento essenziale per l'economia del Paese e della nostra Puglia in particolare, sia per la filiera agroalimentare (oggi in profonda crisi di liquidità) che per il comparto turistico. La difficile situazione che stiamo vivendo e la grande incertezza sul futuro delle nostre attività ci spinge a riannodare i fili del percorso di condivisione e di unione che all'inizio di questa pandemia noi operatori del settore avevamo avviato. Rimettiamo insieme intelligenze e competenze per rivendicare diritti e proporre soluzioni urgenti che evitino il collasso. Con l'obiettivo di non lasciare nessuno indietro. Il Governo non può far finta che vada tutto bene! Non basta restare aperti per lavorare, servono le condizioni minime necessari ed un clima favorevole» protestano i rappresentanti del comparto.
Nell'elenco delle richieste che l'unione dei ristoratori di Puglia propone ci sono: il sostegno all'occupazione e fondi di gestione erogati con criteri equi, l'azzeramento delle imposte comunali per il 2022, la moratoria finanziaria e fiscale rispetto ai mutui ed agli impegni assunti a causa dell'emergenza Covid, la calmierizzazione e rateizzazione bollette energetiche aziendali attraverso fondi di copertura statali e il credito di imposta sui canoni di locazione per tutto il periodo dell'emergenza.
E annunciano: «Il settore della ristorazione entra in stato di agitazione permanente e chiede adesioni e condivisioni di questo percorso da parte di tutti gli operatori del settore con la finalità di aprire un dialogo con le istituzioni e pensare insieme a forme di mobilitazione pacifiche».
«Dopo due anni di chiusure prolungate, sacrifici, perfino suicidi dettati dalla disperazione ma anche grande determinazione nel risollevarsi per arrivare alla tanto promessa "normalità". Ci ritroviamo, dopo un dicembre deludente tra paure e disdette con ristoranti vuoti, frigoriferi pieni e tutte le spese da pagare (65% di fatturato in meno a livello nazionale rispetto al 2019)» lamentano i rappresentanti dell'associazione di categoria.
Stando ad una stima comunicata dai ristoratori pugliesi, il settore HO.RE.CA a livello nazionale esprime 340 mila imprese e quasi 1 milione e mezzo di occupati. Figure che, fanno sapere dall'associazione, potrebbero essere licenziate qualora non siano messe in atto misure per sostenere il comparto.
Alla crisi si aggiunge l'aumento dei costi delle materie prime e delle utenze energetiche.
«Il settore della ristorazione ha rappresentato un riferimento essenziale per l'economia del Paese e della nostra Puglia in particolare, sia per la filiera agroalimentare (oggi in profonda crisi di liquidità) che per il comparto turistico. La difficile situazione che stiamo vivendo e la grande incertezza sul futuro delle nostre attività ci spinge a riannodare i fili del percorso di condivisione e di unione che all'inizio di questa pandemia noi operatori del settore avevamo avviato. Rimettiamo insieme intelligenze e competenze per rivendicare diritti e proporre soluzioni urgenti che evitino il collasso. Con l'obiettivo di non lasciare nessuno indietro. Il Governo non può far finta che vada tutto bene! Non basta restare aperti per lavorare, servono le condizioni minime necessari ed un clima favorevole» protestano i rappresentanti del comparto.
Nell'elenco delle richieste che l'unione dei ristoratori di Puglia propone ci sono: il sostegno all'occupazione e fondi di gestione erogati con criteri equi, l'azzeramento delle imposte comunali per il 2022, la moratoria finanziaria e fiscale rispetto ai mutui ed agli impegni assunti a causa dell'emergenza Covid, la calmierizzazione e rateizzazione bollette energetiche aziendali attraverso fondi di copertura statali e il credito di imposta sui canoni di locazione per tutto il periodo dell'emergenza.
E annunciano: «Il settore della ristorazione entra in stato di agitazione permanente e chiede adesioni e condivisioni di questo percorso da parte di tutti gli operatori del settore con la finalità di aprire un dialogo con le istituzioni e pensare insieme a forme di mobilitazione pacifiche».