Cultura, Eventi e Spettacolo
"I Medici": su Rai1 la storia di Papa Innocenzo VIII, vescovo di Molfetta
Ad interpretarlo un sorprendente Neri Marcorè
Molfetta - venerdì 13 dicembre 2019
12.07
Si è conclusa mercoledì 11 dicembre con il finale di stagione la serie tv ad ambientazione storica "I Medici", fiction Rai di grande successo che, in tre parti, ha narrato la storia della famiglia fiorentina dall'era di Cosimo de' Medici fino ai fasti del celeberrimo Lorenzo il Magnifico; una produzione grandiosa che ha annoverato decine di attori di calibro internazionale da Dustin Hoffman a Richard Madden, a Sean Bean, Daniel Sharman e James Bradley, fino ai nostri italianissimi Alessandro Preziosi, Raul Bova, Alessandra Mastronardi, Miriam Leone, Matteo Martari e Francesco Montanari, per citarne solo alcuni.
Sebbene sia una versione romanzata della storia italiana, la serie, venduta ancor prima di andare in onda, in Nuova Zelanda, Francia, Israele, Giappone, USA, Canada, India e Australia, ha contributo a far conoscere all'estero lo splendore di un periodo storico ed artistico di cui l'Italia si rese indiscussa protagonista e che porta ancora milioni di turisti nel nostro paese.
Con una certa dose di fierezza, anche Molfetta può appropriarsi di un piccolo pezzo della storia andata in onda su Rai Uno e seguita da così tanti telespettatori, e precisamente nella persona del cardinale Giovanni Battista Cybo, poi diventato papa Innocenzo VIII, interpretato ne "I Medici" dall'attore Nerì Marcoré: nel terzo episodio della serie, infatti, assistiamo al tentativo del Magnifico di influenzare il conclave indetto alla morte del papa Sisto IV, cercando appunto di far eleggere al soglio pontificio un cardinale di sua fiducia, Cybo appunto.
Le trame di Lorenzo, aiutato dalla moglie Clarice Orsini, faranno sì che, dopo varie peripezie e con il dispendio di una grande somma di denaro, proprio il cardinale venga nominato pontefice. Nella serie, però, il nuovo Papa Innocenzo VIII, sebbene sia stato eletto grazie al denaro e all'influenza dei Medici, si rivelerà difficile da controllare da parte del signore di Firenze, specie nella restituzione dell'oro resosi necessario alla sua nomina e nella designazione del figlio di Lorenzo come cardinale.
Ma cosa lega alla nostra città questa storia seppure affascinante, ma apparentemente lontanissima dalle sponde dell'Adriatico pugliese?
Ebbene, Giovanni Battista Cybo storicamente fu Vescovo della città di Molfetta dal 1473 al 1484. Nato genovese, Cybo abbracciò lo stato clericale, trasferendosi ben presto nella Corte di Roma e, guadagnatosi la fiducia di papa Paolo II, ottenne dal pontefice diversi incarichi tra cui la promozione a vescovo di Savona. Sei anni dopo dovette lasciare la Liguria, secondo alcuni storici a causa di dissidi con gli Sforza che detenevano il controllo della città e ciò lo avrebbe condotto a diventare Vescovo di Molfetta, una diocesi sicuramente meno redditizia e che, ai tempi, era nulla di più che un piccolo borgo medievale di tipo rurale con annessa attività marittima e le cui condizioni economiche non dovevano essere tra le più fiorenti.
Riguardo al periodo in cui fu Vescovo della nostra città, gli storici sono divisi: secondo alcuni, egli non mise mai piede sul suolo molfettese ma gestì a distanza il suo compito pastorale, secondo altri invece divenne una figura popolare, poiché per tutta la durata della nomina risiedette stabilmente nella diocesi e tra la gente.
Giovanni Battista Cybo rimase comunque vescovo a Molfetta per dieci anni, undici mesi e tre giorni.
Quando si aprì il conclave, nello scontro tra fazioni contrapposte, il vescovo di Molfetta riuscì a prevalere non come raccontato dalla fiction per l'influenza medicea, ma per il suo essere più neutrale come figura rispetto ai candidati maggiormente in lizza in quel momento, Borgia e Della Rovere. Nel 1484 fu eletto come successore di Pietro, e storicamente si tratta della prima volta in cui viene documentato l'utilizzo della formula Habemus Papam: "Nutio vobis gaudium magnum. Habemus Papam. Reverendissimum Cardinale Melphitensem (molfettese) Joannem Baptistam Cybo". Il vescovo di Molfetta divenne così Papa Innocenzo VIII. Al momento della salita al Soglio aveva solo 52 anni, quindi non era anziano, ma la sua salute cagionevole non prometteva un pontificato lungo che infatti durò solamente otto anni: veniva giudicato come un uomo atto più a essere consigliato che a consigliare. Nondimeno il nuovo pontefice possedeva una propria visione delle cose, pur difettandogli certamente l'attitudine al comando.
Il legame con la città di Molfetta non fu mai spezzato, e ciò è riportato da molti storici: alla sua elezione la notizia fu accolta con gioia ed i molfettesi si riversarono nelle piazze e nelle strade con canti e danze che durarono sino a tarda notte.
Il Papa ricambiò questo amore: emanò ad esempio una bolla grazie alla quale chiunque avesse visitato il Santuario della Madonna dei Martiri avrebbe ricevuto l'indulgenza plenaria, favorendo il turismo religioso nella città. Era, infatti, molto devoto della patrona di Molfetta ed era solito invocarla nei suoi atti solenni. Concesse anche l'indipendenza della diocesi di Molfetta da quella di Bari, assoggettandola direttamente alla Santa Sede.
Se il merito di fiction storiche come "I Medici" è quello di poter attrarre ai fasti del passato i meno avvezzi alla storia, anche Molfetta tramite il suo vescovo diventato papa può in piccolissima parte essere meglio conosciuta in una delle sue figure più suggestive.
Sebbene sia una versione romanzata della storia italiana, la serie, venduta ancor prima di andare in onda, in Nuova Zelanda, Francia, Israele, Giappone, USA, Canada, India e Australia, ha contributo a far conoscere all'estero lo splendore di un periodo storico ed artistico di cui l'Italia si rese indiscussa protagonista e che porta ancora milioni di turisti nel nostro paese.
Con una certa dose di fierezza, anche Molfetta può appropriarsi di un piccolo pezzo della storia andata in onda su Rai Uno e seguita da così tanti telespettatori, e precisamente nella persona del cardinale Giovanni Battista Cybo, poi diventato papa Innocenzo VIII, interpretato ne "I Medici" dall'attore Nerì Marcoré: nel terzo episodio della serie, infatti, assistiamo al tentativo del Magnifico di influenzare il conclave indetto alla morte del papa Sisto IV, cercando appunto di far eleggere al soglio pontificio un cardinale di sua fiducia, Cybo appunto.
Le trame di Lorenzo, aiutato dalla moglie Clarice Orsini, faranno sì che, dopo varie peripezie e con il dispendio di una grande somma di denaro, proprio il cardinale venga nominato pontefice. Nella serie, però, il nuovo Papa Innocenzo VIII, sebbene sia stato eletto grazie al denaro e all'influenza dei Medici, si rivelerà difficile da controllare da parte del signore di Firenze, specie nella restituzione dell'oro resosi necessario alla sua nomina e nella designazione del figlio di Lorenzo come cardinale.
Ma cosa lega alla nostra città questa storia seppure affascinante, ma apparentemente lontanissima dalle sponde dell'Adriatico pugliese?
Ebbene, Giovanni Battista Cybo storicamente fu Vescovo della città di Molfetta dal 1473 al 1484. Nato genovese, Cybo abbracciò lo stato clericale, trasferendosi ben presto nella Corte di Roma e, guadagnatosi la fiducia di papa Paolo II, ottenne dal pontefice diversi incarichi tra cui la promozione a vescovo di Savona. Sei anni dopo dovette lasciare la Liguria, secondo alcuni storici a causa di dissidi con gli Sforza che detenevano il controllo della città e ciò lo avrebbe condotto a diventare Vescovo di Molfetta, una diocesi sicuramente meno redditizia e che, ai tempi, era nulla di più che un piccolo borgo medievale di tipo rurale con annessa attività marittima e le cui condizioni economiche non dovevano essere tra le più fiorenti.
Riguardo al periodo in cui fu Vescovo della nostra città, gli storici sono divisi: secondo alcuni, egli non mise mai piede sul suolo molfettese ma gestì a distanza il suo compito pastorale, secondo altri invece divenne una figura popolare, poiché per tutta la durata della nomina risiedette stabilmente nella diocesi e tra la gente.
Giovanni Battista Cybo rimase comunque vescovo a Molfetta per dieci anni, undici mesi e tre giorni.
Quando si aprì il conclave, nello scontro tra fazioni contrapposte, il vescovo di Molfetta riuscì a prevalere non come raccontato dalla fiction per l'influenza medicea, ma per il suo essere più neutrale come figura rispetto ai candidati maggiormente in lizza in quel momento, Borgia e Della Rovere. Nel 1484 fu eletto come successore di Pietro, e storicamente si tratta della prima volta in cui viene documentato l'utilizzo della formula Habemus Papam: "Nutio vobis gaudium magnum. Habemus Papam. Reverendissimum Cardinale Melphitensem (molfettese) Joannem Baptistam Cybo". Il vescovo di Molfetta divenne così Papa Innocenzo VIII. Al momento della salita al Soglio aveva solo 52 anni, quindi non era anziano, ma la sua salute cagionevole non prometteva un pontificato lungo che infatti durò solamente otto anni: veniva giudicato come un uomo atto più a essere consigliato che a consigliare. Nondimeno il nuovo pontefice possedeva una propria visione delle cose, pur difettandogli certamente l'attitudine al comando.
Il legame con la città di Molfetta non fu mai spezzato, e ciò è riportato da molti storici: alla sua elezione la notizia fu accolta con gioia ed i molfettesi si riversarono nelle piazze e nelle strade con canti e danze che durarono sino a tarda notte.
Il Papa ricambiò questo amore: emanò ad esempio una bolla grazie alla quale chiunque avesse visitato il Santuario della Madonna dei Martiri avrebbe ricevuto l'indulgenza plenaria, favorendo il turismo religioso nella città. Era, infatti, molto devoto della patrona di Molfetta ed era solito invocarla nei suoi atti solenni. Concesse anche l'indipendenza della diocesi di Molfetta da quella di Bari, assoggettandola direttamente alla Santa Sede.
Se il merito di fiction storiche come "I Medici" è quello di poter attrarre ai fasti del passato i meno avvezzi alla storia, anche Molfetta tramite il suo vescovo diventato papa può in piccolissima parte essere meglio conosciuta in una delle sue figure più suggestive.