Eventi e folklore
I cunti del mare: spettacolo di e con Alessio Di Monica
Questa sera nella Fabbrica San Domenico
Molfetta - venerdì 18 settembre 2015
9.29
Si terrà questa sera, alle ore 20, nel chiostro della Fabbrica San Domenico, lo spettacolo "I cunti del mare. Pesci, barche e pescatori nei racconti di Alessio Di Modica".
L'iniziativa, inserita nel cartellone dell'Estate molfettese, è stata promossa dall'Archeoclub d'Italia – sede di Molfetta "G.M. Giovene" per celebrare il primo decennale della Mostra Etnografica Permanente del Mare, fortemente voluta, curata e gestita proprio dall'associazione culturale.
Lo spettacolo, in anteprima nazionale, è un riadattamento di quello intitolato "Zio Ciano dream" e vede Alessio Di Modica narrare le storie dei pescatori di una delle marinerie più importanti della Sicilia: Augusta, sulla costa sud est.
I marinari trasmettevano alle nuove generazioni leggende e miti ma anche tecniche, segreti del mestiere, codici culturali di una comunità che viveva un antico rapporto simbiotico con il mare, rapporto che il progresso selvaggio ha interrotto definitivamente.
«Il cunto – sottolineano gli organizzatori – con il suo suono, il suo ritmo e il suo respiro richiama il suono del mare e consegna alla memoria un mondo che non c'è più e i cui ultimi testimoni sono sempre di meno».
L'iniziativa, inserita nel cartellone dell'Estate molfettese, è stata promossa dall'Archeoclub d'Italia – sede di Molfetta "G.M. Giovene" per celebrare il primo decennale della Mostra Etnografica Permanente del Mare, fortemente voluta, curata e gestita proprio dall'associazione culturale.
Lo spettacolo, in anteprima nazionale, è un riadattamento di quello intitolato "Zio Ciano dream" e vede Alessio Di Modica narrare le storie dei pescatori di una delle marinerie più importanti della Sicilia: Augusta, sulla costa sud est.
I marinari trasmettevano alle nuove generazioni leggende e miti ma anche tecniche, segreti del mestiere, codici culturali di una comunità che viveva un antico rapporto simbiotico con il mare, rapporto che il progresso selvaggio ha interrotto definitivamente.
«Il cunto – sottolineano gli organizzatori – con il suo suono, il suo ritmo e il suo respiro richiama il suono del mare e consegna alla memoria un mondo che non c'è più e i cui ultimi testimoni sono sempre di meno».