Cronaca
Guerriglia urbana a Capodanno: ecco la risposta dello Stato, 5 arresti. I NOMI
Sono di Molfetta e hanno un'età tra i 21 e i 26 anni: sarebbero loro i responsabili degli atti vandalici di piazza Vittorio Emanuele
Molfetta - martedì 16 gennaio 2024
10.31
È arrivata la risposta dello Stato dopo la guerriglia urbana dell'ultimo Capodanno a Molfetta: il 21enne Daniele De Pinto, i 22enni Felice Allegretta e Massimiliano Squeo, il 23enne Stefano Cormio e il 26enne Antonio Gigante sono finiti in manette per le scene di devastazione e paura avvenute in piazza Vittorio Emanuele.
I Carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito un'ordinanza cautelare da parte del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, su richiesta del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Marco Gambardella, nei confronti dei cinque molfettesi, tutti residenti in città, verso i quali «sono emersi gravi indizi di colpevolezza in relazione ai vari episodi di guerriglia urbana attuati in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno 2024».
Secondo gli atti dell'inchiesta, i cinque, «in concorso e previo accordo tra loro, unitamente» a tre minorenni «ed a numerosi altri soggetti non identificati, al fine di suscitare tumulto o pubblico disordine, facevano esplodere lungo la pubblica via numerosi ordigni artigianali di rilevante intensità, esplosi nei pressi delle private abitazioni e utilizzati per danneggiare» una Renault Clio, «dapprima ribaltandola e poi facendo esplodere sulla stessa numerosi ordigni esplosivi», ed una Audi.
Le scene, immortalate in alcuni video registrati dai giovani presenti e diventate virali sui social network, sono state trasmesse dalle maggiori testate nazionali. Le stesse ritraevano un gruppo di vandali che, «approfittando dei festeggiamenti, si rendevano responsabili di gravi condotte, seminando il panico tra le vie cittadine, capovolgendo e vandalizzando anche un'auto in sosta (la Renault Clio), colpita dal lancio di numerosi petardi ed ordigni artigianali nel tentativo di incendiarla».
Momenti di grande tensione durante i quali «l'euforia per i festeggiamenti ha lasciato il passo ad azioni criminali incontrollate da parte di un manipolo di soggetti che, senza remora, avevano ripreso le loro gesta, compiacendosene mentre le divulgavano sui social». Le indagini dei militari del capitano Danilo Landolfi, fra la disamina dei vari filmati registrati dagli impianti di video-sorveglianza e dall'analisi degli stessi video circolati sul web, hanno consentito di chiudere il cerchio.
Un'indagine lampo, a quindici giorni da quei fatti, ha consentito di arrestare i cinque maggiorenni della devastazione di piazza Vittorio Emanuele: a loro, (quattro finiti in carcere, uno ai domiciliari), è stato contestato il reato di pubblica intimidazione con uso di ordigni e materiale esplodente, introdotto dal decreto Caivano.
I Carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito un'ordinanza cautelare da parte del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, su richiesta del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Marco Gambardella, nei confronti dei cinque molfettesi, tutti residenti in città, verso i quali «sono emersi gravi indizi di colpevolezza in relazione ai vari episodi di guerriglia urbana attuati in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno 2024».
Secondo gli atti dell'inchiesta, i cinque, «in concorso e previo accordo tra loro, unitamente» a tre minorenni «ed a numerosi altri soggetti non identificati, al fine di suscitare tumulto o pubblico disordine, facevano esplodere lungo la pubblica via numerosi ordigni artigianali di rilevante intensità, esplosi nei pressi delle private abitazioni e utilizzati per danneggiare» una Renault Clio, «dapprima ribaltandola e poi facendo esplodere sulla stessa numerosi ordigni esplosivi», ed una Audi.
Le scene, immortalate in alcuni video registrati dai giovani presenti e diventate virali sui social network, sono state trasmesse dalle maggiori testate nazionali. Le stesse ritraevano un gruppo di vandali che, «approfittando dei festeggiamenti, si rendevano responsabili di gravi condotte, seminando il panico tra le vie cittadine, capovolgendo e vandalizzando anche un'auto in sosta (la Renault Clio), colpita dal lancio di numerosi petardi ed ordigni artigianali nel tentativo di incendiarla».
Momenti di grande tensione durante i quali «l'euforia per i festeggiamenti ha lasciato il passo ad azioni criminali incontrollate da parte di un manipolo di soggetti che, senza remora, avevano ripreso le loro gesta, compiacendosene mentre le divulgavano sui social». Le indagini dei militari del capitano Danilo Landolfi, fra la disamina dei vari filmati registrati dagli impianti di video-sorveglianza e dall'analisi degli stessi video circolati sul web, hanno consentito di chiudere il cerchio.
Un'indagine lampo, a quindici giorni da quei fatti, ha consentito di arrestare i cinque maggiorenni della devastazione di piazza Vittorio Emanuele: a loro, (quattro finiti in carcere, uno ai domiciliari), è stato contestato il reato di pubblica intimidazione con uso di ordigni e materiale esplodente, introdotto dal decreto Caivano.