Vita di città
Grande festa per il «Giro»
Quattro sindaci a dare il via alla corsa disturbata dalla pioggia
Molfetta - martedì 13 maggio 2014
17.46
Tutti speravano nel sole, ma anche questa tappa, la IV del Giro d'Italia, la prima sul territorio italiano, è stata caratterizzata da una pioggia insistente. Quella che rende scivoloso l'asfalto soprattutto per una tappa in linea come la Giovinazzo – Bari di 112 chilometri, adatta ai velocisti. Il via alle 14,45 in punto. Sulla «start line» i sindaci Tommaso Depalma (Giovinazzo), Paola Natalicchio (Molfetta), Michele Abaticchio (Bitonto) Michele Emiliano (Bari), a rappresentare le città che la corsa rosa ha attraversato. Con loro il Vescovo Luigi Martella e l'assessore regionale Guglielmo Minervini. Pochi minuti dopo il passaggio per le vie di Molfetta prima di imboccare via Bitonto.
La festa naturalmente è stata tutta nell'attesa. Sguardi allungati sulle strade del giro in attesa di vedere passare gli atleti, e poi la chiassosa carovana pubblicitaria, quella che precede il passaggio dei ciclisti. E se il passaggio degli atleti è durato solo pochissimi minuti, sono stati in migliaia ad accalcarsi lungo le strade già da ore prima del passaggio della tappa. Quel pubblico che è la vera essenza del Giro e di tutte le corse ciclistiche. Disposto a una paziente attesa, ma pronto a riconoscere i propri beniamini in quell'attimo che segna il loro passaggio. Sono stati però molti i molfettesi hanno voluto raggiungere Giovinazzo per tentare «toccare» con mano i protagonisti della corsa di oggi, 196 atleti suddivisi in 22 squadre.
E tra loro i campioni del passato: da Francesco Moser a Gianni Motta, Da Gianni Bugno a Mario Cipollini, arrivati a Giovinazzo per salutare i «girini». E poi l'ex commissario tecnico Paolo Bettini, e il fresco di nomina alla guida della Nazionale azzurra, Davide Cassani. Campioni di oggi e del passato anche recente che non si sono lasciati pregare di rilasciare autografi e nel farsi fotografare. Spinti magari da quel «ladro di biciclette» che risponde al nome di Paolo Belli, vero guastatore e animatore di quel grande villaggio sorto in poche ore e che ha ospitato per l'intera mattinata tutto il seguito del Giro.
La festa naturalmente è stata tutta nell'attesa. Sguardi allungati sulle strade del giro in attesa di vedere passare gli atleti, e poi la chiassosa carovana pubblicitaria, quella che precede il passaggio dei ciclisti. E se il passaggio degli atleti è durato solo pochissimi minuti, sono stati in migliaia ad accalcarsi lungo le strade già da ore prima del passaggio della tappa. Quel pubblico che è la vera essenza del Giro e di tutte le corse ciclistiche. Disposto a una paziente attesa, ma pronto a riconoscere i propri beniamini in quell'attimo che segna il loro passaggio. Sono stati però molti i molfettesi hanno voluto raggiungere Giovinazzo per tentare «toccare» con mano i protagonisti della corsa di oggi, 196 atleti suddivisi in 22 squadre.
E tra loro i campioni del passato: da Francesco Moser a Gianni Motta, Da Gianni Bugno a Mario Cipollini, arrivati a Giovinazzo per salutare i «girini». E poi l'ex commissario tecnico Paolo Bettini, e il fresco di nomina alla guida della Nazionale azzurra, Davide Cassani. Campioni di oggi e del passato anche recente che non si sono lasciati pregare di rilasciare autografi e nel farsi fotografare. Spinti magari da quel «ladro di biciclette» che risponde al nome di Paolo Belli, vero guastatore e animatore di quel grande villaggio sorto in poche ore e che ha ospitato per l'intera mattinata tutto il seguito del Giro.