Sociale
Gli chef cucinano per i malati di Alzheimer e per le persone più deboli
Iniziativa di solidarietà promossa dall’associazione Cuochi Baresi
Molfetta - sabato 11 ottobre 2014
10.24
Un pranzo per le persone affette da malattie neurodegenerative ospiti di Gocce di memoria a Giovinazzo. E poi un pranzo per gli ospiti del centro Caritas di Molfetta, per quelli della comunità Casa famiglia di Ruvo, per la casa del povero di Bitonto.
L'idea porta la firma dell'Associazione Cuochi Baresi che, in occasione della festa nazionale dei cuochi, il 13 ottobre (giorno in cui si commemora il santo protettore San Francesco Caracciolo) riunirà i propri professionisti per preparare il pranzo presso le diverse strutture
Sarà una vera e propria festa possibile grazie al contributo degli chef e degli studenti dell'Istituto Ipssar Alberghiero di Molfetta.
L'Associazione Cuochi baresi ha invitato tutti i soci a donare in questo periodo, naturalmente presso i centri di raccolta ospedaliera più graditi e vicini, il proprio sangue agli infelici che ne avessero bisogno.
"Rivolgigli un sorriso", oltre che uno slogan è l'invito a mostrare un segno di affetto a tanti oscuri operatori che, nella realtà quotidiana, lontani dagli schermi e dai riflettori, dedicano la vita, anche con gravi disagi familiari e sociali, al benessere degli altri in grandi ristoranti stellati, in noti punti di ristorazione ma anche in più modesti locali, negli asili, nelle mense di tutt'Italia.
L'Associazione Cuochi Baresi, oltre 450 iscritti tra chef, patron, imprenditori e allievi di Bari e del Nordbarese. Dopo aver cucinato per gli ospiti delle diverse strutture, in serata, alle 19, presso la parrocchia di Sant'Agostino di Giovinazzo, prenderà parte alla Santa messa, officiata dal Padre Spirituale dell'Associazione, don Beppe De Ruvo.
La scelta della parrocchia giovinazzese è dettata dal fatto che proprio lì è esposta al culto l'immagine del Santo, dipinta con rara maestria da uno chef pittore della nostra terra: Riccardo Strippoli di Andria. L'immagine è stata benedetta da Papa Giovanni Paolo II ed è diventata per i cuochi di tutta Italia il simbolo di un'interiorità che è sempre presente nella professionalità del cuoco; in quell'occasione fece il giro del mondo l'immagine del Papa, circondato da berrette bianche, che benediceva un enorme pane di Altamura, dono dai significati simbolici, dell'Associazione dei Cuochi Baresi.
L'idea porta la firma dell'Associazione Cuochi Baresi che, in occasione della festa nazionale dei cuochi, il 13 ottobre (giorno in cui si commemora il santo protettore San Francesco Caracciolo) riunirà i propri professionisti per preparare il pranzo presso le diverse strutture
Sarà una vera e propria festa possibile grazie al contributo degli chef e degli studenti dell'Istituto Ipssar Alberghiero di Molfetta.
L'Associazione Cuochi baresi ha invitato tutti i soci a donare in questo periodo, naturalmente presso i centri di raccolta ospedaliera più graditi e vicini, il proprio sangue agli infelici che ne avessero bisogno.
"Rivolgigli un sorriso", oltre che uno slogan è l'invito a mostrare un segno di affetto a tanti oscuri operatori che, nella realtà quotidiana, lontani dagli schermi e dai riflettori, dedicano la vita, anche con gravi disagi familiari e sociali, al benessere degli altri in grandi ristoranti stellati, in noti punti di ristorazione ma anche in più modesti locali, negli asili, nelle mense di tutt'Italia.
L'Associazione Cuochi Baresi, oltre 450 iscritti tra chef, patron, imprenditori e allievi di Bari e del Nordbarese. Dopo aver cucinato per gli ospiti delle diverse strutture, in serata, alle 19, presso la parrocchia di Sant'Agostino di Giovinazzo, prenderà parte alla Santa messa, officiata dal Padre Spirituale dell'Associazione, don Beppe De Ruvo.
La scelta della parrocchia giovinazzese è dettata dal fatto che proprio lì è esposta al culto l'immagine del Santo, dipinta con rara maestria da uno chef pittore della nostra terra: Riccardo Strippoli di Andria. L'immagine è stata benedetta da Papa Giovanni Paolo II ed è diventata per i cuochi di tutta Italia il simbolo di un'interiorità che è sempre presente nella professionalità del cuoco; in quell'occasione fece il giro del mondo l'immagine del Papa, circondato da berrette bianche, che benediceva un enorme pane di Altamura, dono dai significati simbolici, dell'Associazione dei Cuochi Baresi.