Cronaca
"Giustizia svenduta": condanne ma anche confische di denaro e interidizoni
Tutte le decisioni del GUP del Tribunale di Lecce
Molfetta - venerdì 10 luglio 2020
Non ci sono solo le condanne alla reclusione ma anche confische e altre pene accessorie nella sentenza del Giudice per l'Udienza Preliminare del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, chiamata a decidere circa il processo noto come "Giustizia svenduta" che ha portato sul banco degli imputati alcuni magistrati operanti nella Procura di Trani e anche due avvocati del Foro di Trani, tra cui il legale molfettese Giacomo Ragno.
L'ex pubblico ministero della Procura di Trani Antonio Savasta, sottoposto a giudizio con rito abbreviato, è stato condannato a dieci anni di reclusione.
Inoltre a Savasta è stata dichiarata anche «l'estinzione del rapporto di lavoro e di impiego con la pubblica amministrazione» e la confisca di beni per il valore di 2 milioni 390 mila Euro oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Savasta è accusato di aver partecipato a un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, che secondo le ipotesi degli inquirenti avrebbe gestito insieme a Michele Nardi, ex magistrato che però è imputato - insieme ad altre cinque persone - in un processo con rito ordinario attualmente in corso.
Condannati a una pena di quattro anni, invece, sia il sostituto procuratore Luigi Scimé (all'epoca dei fatti in servizio a Trani, ora a Salerno) che l'immobiliarista barlettano Luigi D'Agostino. Anche per Scimè il Tribunale di Lecce ha dichiarato «l'estinzione del rapporto di lavoro e di impiego con la pubblica amministrazione» e la confisca di beni per 75 mila euro.
Anche l'avvocato di Molfetta è stato condannato: per lui la pena è quella di due anni e otto mesi di reclusione, con la confisca di beni per il valore di 224 mila Euro. Il legale molfettese, inoltre, è stato anche condannato al risarcimento del danno a favore delle parti civili ovvero la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero della Giustizia, l'Ordine degli Avvocati di Trani.
Reclusione di quattro anni e quattro mesi per l'altro avvocato coinvolto nella vicenda, Ruggiero Sfrecola per il quale è stata dichiarata l'interdizione temporanea per cinque anni, l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione e l'obbligo al risarcimento dei danni per le parti civili.
L'ex pubblico ministero della Procura di Trani Antonio Savasta, sottoposto a giudizio con rito abbreviato, è stato condannato a dieci anni di reclusione.
Inoltre a Savasta è stata dichiarata anche «l'estinzione del rapporto di lavoro e di impiego con la pubblica amministrazione» e la confisca di beni per il valore di 2 milioni 390 mila Euro oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Savasta è accusato di aver partecipato a un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, che secondo le ipotesi degli inquirenti avrebbe gestito insieme a Michele Nardi, ex magistrato che però è imputato - insieme ad altre cinque persone - in un processo con rito ordinario attualmente in corso.
Condannati a una pena di quattro anni, invece, sia il sostituto procuratore Luigi Scimé (all'epoca dei fatti in servizio a Trani, ora a Salerno) che l'immobiliarista barlettano Luigi D'Agostino. Anche per Scimè il Tribunale di Lecce ha dichiarato «l'estinzione del rapporto di lavoro e di impiego con la pubblica amministrazione» e la confisca di beni per 75 mila euro.
Anche l'avvocato di Molfetta è stato condannato: per lui la pena è quella di due anni e otto mesi di reclusione, con la confisca di beni per il valore di 224 mila Euro. Il legale molfettese, inoltre, è stato anche condannato al risarcimento del danno a favore delle parti civili ovvero la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero della Giustizia, l'Ordine degli Avvocati di Trani.
Reclusione di quattro anni e quattro mesi per l'altro avvocato coinvolto nella vicenda, Ruggiero Sfrecola per il quale è stata dichiarata l'interdizione temporanea per cinque anni, l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione e l'obbligo al risarcimento dei danni per le parti civili.