Cronaca
300 chili di marijuana tra Molfetta e l'Albania
Blitz dei finanzieri del G.I.C.O., scoperta una cellula albanese tra Molfetta, Terlizzi e Trani
Molfetta - giovedì 2 ottobre 2014
16.12
Nelle prime ore della mattinata, i finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare, emesse dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della DDA di Bari nei confronti di cinque cittadini albanesi, dediti al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tra la l'Albania e l'Italia, operanti prevalentemente nel territorio di Terlizzi, Molfetta e Trani.
L'operazione "Terlicium", trae origine dal sequestro di un ingente quantitativo di marijuana pari a trecento chili, eseguito nel porto di Bari nei confronti di un cittadino macedone, ha portato, nel tempo, all'individuazione di una cellula criminale albanese, con base nella cittadina pugliese di Terlizzi, nei cui confronti sono stati sequestrati, complessivamente quaranta chili di marijuana e 26 mila euro in contanti, nonché all'arresto in flagranza di sei soggetti, altri due cittadini albanesi e quattro cittadini italiani di origine campana, collegati a clan malavitosi operanti nella periferia partenopea.
L'organizzazione criminale, composta anche da soggetti con specifici precedenti penali e di polizia, potendo contare su contatti diretti con connazionali residenti in Albania, gestiva numerose spedizioni di marijuana dal citato paese balcanico all'Italia.
L'operazione "Terlicium", trae origine dal sequestro di un ingente quantitativo di marijuana pari a trecento chili, eseguito nel porto di Bari nei confronti di un cittadino macedone, ha portato, nel tempo, all'individuazione di una cellula criminale albanese, con base nella cittadina pugliese di Terlizzi, nei cui confronti sono stati sequestrati, complessivamente quaranta chili di marijuana e 26 mila euro in contanti, nonché all'arresto in flagranza di sei soggetti, altri due cittadini albanesi e quattro cittadini italiani di origine campana, collegati a clan malavitosi operanti nella periferia partenopea.
L'organizzazione criminale, composta anche da soggetti con specifici precedenti penali e di polizia, potendo contare su contatti diretti con connazionali residenti in Albania, gestiva numerose spedizioni di marijuana dal citato paese balcanico all'Italia.