Giovedì Santo: dai "sepolcri" alla processione notturna. Il Covid ferma il tempo a Molfetta
Alle ore 18, tuttavia, messa in Coena Domini in Cattedrale con il Vescovo
Molfetta - giovedì 1 aprile 2021
Per il secondo anno di fila Molfetta non vivrà il "suo" Giovedì Santo.
Il Covid lo vieta, imponendo norme restrittive nell'interesse della salute di tutti che rendono impossibile realizzare quell'insieme di eventi sacri che sono parte integrante del sentire popolare locale.
Quel mix tra tradizione e storia, tra devozione e sentimento che, si è soliti dire, in questo giorno dell'anno capisce fino in fondo solo chi è molfettese.
In Cattedrale alle ore ore 18.00 il Vescovo della Diocesi di Molfetta, Monsignor Domenico Cornacchia, celebrerà la messa "in Coena Domini" con quale prende avvio il triduo pasquale. Di fatto è l'unica celebrazione che resta immutata.
Al termine non ci sarà il rito de "i sepolcri" nè Corso Dante gremito di gente, tra fedeli e semplici curiosi.
Nessuna esposizione pubblica per le statue dei "Cinque Misteri" e per quelle del Sabato Santo come anche nessuna processione notturna.
Tra sacro e profano, poi, l'unica cosa che resterà, immancabile, è il "pizzarello" che speriamo tutti mangino a casa. Con senso di responsabilità.
Il Covid lo vieta, imponendo norme restrittive nell'interesse della salute di tutti che rendono impossibile realizzare quell'insieme di eventi sacri che sono parte integrante del sentire popolare locale.
Quel mix tra tradizione e storia, tra devozione e sentimento che, si è soliti dire, in questo giorno dell'anno capisce fino in fondo solo chi è molfettese.
In Cattedrale alle ore ore 18.00 il Vescovo della Diocesi di Molfetta, Monsignor Domenico Cornacchia, celebrerà la messa "in Coena Domini" con quale prende avvio il triduo pasquale. Di fatto è l'unica celebrazione che resta immutata.
Al termine non ci sarà il rito de "i sepolcri" nè Corso Dante gremito di gente, tra fedeli e semplici curiosi.
Nessuna esposizione pubblica per le statue dei "Cinque Misteri" e per quelle del Sabato Santo come anche nessuna processione notturna.
Tra sacro e profano, poi, l'unica cosa che resterà, immancabile, è il "pizzarello" che speriamo tutti mangino a casa. Con senso di responsabilità.