Giornata della Memoria, il messaggio del sindaco di Molfetta
Minervini: «Mai come oggi diventa importante opporsi all'odio»
Molfetta - venerdì 27 gennaio 2023
11.45
In occasione della Giornata della Memoria, il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini ha voluto dedicare un pensiero a questa triste ma importante ricorrenza.
Ogni anno ci avviciniamo alla Giornata della Memoria con inquietudine e dolore. Perché la Shoah, Auschwitz riassumono la costruzione più disumana mai concepita dall'uomo. Una mostruosa costruzione, realizzata nel cuore della civile ed evoluta Europa, in un secolo che pure si era aperto con la speranza nel progresso, nella pace e nella giustizia sociale e con la fiducia nella scienza, nella tecnica e nella democrazia.
Ed è fonte di grande dolore constatare che, forse, quei morti, quella tragedia immane che ricordiamo, ogni anno, il 27 gennaio, quella disumana costruzione non è servita da monito. Tanto che, alle porte dell'Europa, civile ed evoluta, da un anno si combatte una guerra fratricida la cui soluzione non sembra vicina. I totalitarismi della prima metà del Novecento e le ideologie che li hanno ispirati si stanno riaffacciando. Pericolosamente. Il sangue di migliaia di innocenti sta macchiando le coscienze dei potenti di turno. E in nome della libertà, dei diritti civili, della democrazia, in ogni parte del mondo in tanti, troppi, ancora oggi sono schiacciati da guerre violente e sanguinarie.
Per questo, acnor più, ricordare a tutti il sacrificio di milioni di vittime innocenti, ebrei, rom e sinti, omosessuali, oppositori politici, disabili, è un dovere di umanità e di civiltà. Le parole di odio non restano a lungo senza conseguenze. Hanno un peso e diventano sementi per azioni nefaste. Sta a noi tutti impedire che gli orrori della storia si ripetano.
Ogni anno ci avviciniamo alla Giornata della Memoria con inquietudine e dolore. Perché la Shoah, Auschwitz riassumono la costruzione più disumana mai concepita dall'uomo. Una mostruosa costruzione, realizzata nel cuore della civile ed evoluta Europa, in un secolo che pure si era aperto con la speranza nel progresso, nella pace e nella giustizia sociale e con la fiducia nella scienza, nella tecnica e nella democrazia.
Ed è fonte di grande dolore constatare che, forse, quei morti, quella tragedia immane che ricordiamo, ogni anno, il 27 gennaio, quella disumana costruzione non è servita da monito. Tanto che, alle porte dell'Europa, civile ed evoluta, da un anno si combatte una guerra fratricida la cui soluzione non sembra vicina. I totalitarismi della prima metà del Novecento e le ideologie che li hanno ispirati si stanno riaffacciando. Pericolosamente. Il sangue di migliaia di innocenti sta macchiando le coscienze dei potenti di turno. E in nome della libertà, dei diritti civili, della democrazia, in ogni parte del mondo in tanti, troppi, ancora oggi sono schiacciati da guerre violente e sanguinarie.
Per questo, acnor più, ricordare a tutti il sacrificio di milioni di vittime innocenti, ebrei, rom e sinti, omosessuali, oppositori politici, disabili, è un dovere di umanità e di civiltà. Le parole di odio non restano a lungo senza conseguenze. Hanno un peso e diventano sementi per azioni nefaste. Sta a noi tutti impedire che gli orrori della storia si ripetano.