Cronaca
"Ghost wine": chiesto il processo per 61. C'è un 57enne di Molfetta
Fissata per il 15 settembre l'udienza preliminare per discutere l'istanza di rinvio a giudizio della Procura di Lecce
Molfetta - giovedì 24 giugno 2021
9.28
In 61, tra persone fisiche e giuridiche, davanti al giudice per l'udienza preliminare scaturita dall'inchiesta nata dall'operazione "Ghost Wine" con cui i Carabinieri del Nas di Lecce e dell'Icqrf di Roma, nel luglio del 2019, svelarono un sofisticato sistema per adulterare il vino venduto in Italia come prodotto doc o di qualità.
Rischia di finire sotto processo un 57enne di Molfetta. C'è il suo nome nel lungo elenco stilato nella richiesta di rinvio a giudizio dalla procuratrice aggiunta Elsa Valeria Mignone e dalla pubblica ministera Donatina Buffelli, il magistrato titolare delle indagini condotte con i Carabinieri del Nas. Sono in tutto 61 le posizioni (49 persone e 12 aziende), sulle quali dovrà decidere il giudice Giulia Proto il 15 settembre nell'aula bunker del carcere di Borgo San Nicola. 13 le persone offese.
Le accuse contestate, a vario titolo, sono quelle di associazione a delinquere, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e in registri informatizzati, frode nell'esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, riciclaggio e autoriciclaggio, gestione di rifiuti non autorizzata. Secondo le indagini sarebbero stati tre i gruppi che avrebbero operato nel settore.
Stando a quanto riportato nell'avviso sarebbero state adottate pratiche enologiche illegali per «rielaborare e rendere commercializzabile anche vino scadente e non vendibile rendendolo idoneo, bevibile e non facilmente identificabile quale vino sofisticato per mezzo di nuova fermentazione, aggiunta di sostanze varie».
Rischia di finire sotto processo un 57enne di Molfetta. C'è il suo nome nel lungo elenco stilato nella richiesta di rinvio a giudizio dalla procuratrice aggiunta Elsa Valeria Mignone e dalla pubblica ministera Donatina Buffelli, il magistrato titolare delle indagini condotte con i Carabinieri del Nas. Sono in tutto 61 le posizioni (49 persone e 12 aziende), sulle quali dovrà decidere il giudice Giulia Proto il 15 settembre nell'aula bunker del carcere di Borgo San Nicola. 13 le persone offese.
Le accuse contestate, a vario titolo, sono quelle di associazione a delinquere, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e in registri informatizzati, frode nell'esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, riciclaggio e autoriciclaggio, gestione di rifiuti non autorizzata. Secondo le indagini sarebbero stati tre i gruppi che avrebbero operato nel settore.
Stando a quanto riportato nell'avviso sarebbero state adottate pratiche enologiche illegali per «rielaborare e rendere commercializzabile anche vino scadente e non vendibile rendendolo idoneo, bevibile e non facilmente identificabile quale vino sofisticato per mezzo di nuova fermentazione, aggiunta di sostanze varie».