Politica
Gabriella Azzollini: «Il sindaco mi chieda scusa per quanto accaduto in Consiglio»
La lettera della consigliera comunale del PD
Molfetta - venerdì 5 agosto 2022
20.01
Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera a firma di Gabriella Azzollini, Consigliera Comunale del Partito Democratico.
"Ho atteso qualche giorno dalla conclusione del primo Consiglio Comunale prima di intervenire a proposito di un increscioso episodio che mi ha ferito personalmente e che ha colpito l'intera comunità del Partito Democratico che rappresento nella più alta assise cittadina. L'ho fatto per potermi esprimere con il massimo della lucidità e serenità, non elaborando una risposta di pancia, come, probabilmente, chi si onora di essere Primo Cittadino ha fatto in seduta Consiliare e in diretta streaming davanti a tutta la Città".
"Le mie prime parole da Consigliera Comunale sono racchiuse in un intervento chiaro, che ha toccato dei punti di natura squisitamente politica, non trascendendo in offese personali contro alcuno, nel quale ponevo un interrogativo al sindaco di Molfetta Tommaso Minervini.Il mio interrogativo, l'interrogativo di una Consigliera democraticamente eletta dai molfettesi, non solo non ha ancora ricevuto risposta ma ha scatenato una reazione verbalmente aggressiva e per me personalmente lacerante".
"L'ho fatto come rappresentante di una forza politica, il Partito Democratico, che è oggi per consensi la principale forza di opposizione di questa città e che, anche per questo, merita rispetto. Liquidando il mio intervento e definendolo come "imprudente" o come partorito da "uno spirito giovanile che non ha riflettuto", il Primo Cittadino non si limita ad offendere la Consigliera Comunale (espressione di una scelta democratica diretta di quegli stessi Cittadini che il Sindaco dovrebbe rappresentare nella totalità) ma ad ignorare le istanze di una forza politica intera, di un Partito la cui unica colpa sembrerebbe quella di avere scelto di non stare dalla parte di Tommaso Minervini, nella sua coalizione elettorale".
"Lo fa, per altro, mettendo in dubbio la moralità della mia persona con parole sprezzanti che nulla hanno a che vedere con quello che dovrebbe essere il tono e l'oggetto del dibattito politico che caratterizza il Consiglio Comunale. È stata messa in dubbio, in "pubblica piazza", la "moralità" del Consigliere Comunale, della giovane professionista, di una donna molfettese. Non solo, ritenendo la nostra legittima domanda come figlia di "uno spirito giovanile che non ha riflettuto", il Sindaco Minervini offende un'intera generazione di giovani che chiede risposte a questa classe dirigente. Eppure lo fa dopo aver, pochi istanti prima, esaltato la sua maggioranza per l'ampia presenza di giovani. In sintesi: se i Giovani sono con lui va bene, altrimenti...".
"Mi rendo conto che la collocazione politica del Partito Democratico e il nostro importante risultato elettorale non abbiano soddisfatto chi ci dava per "spacciati" durante la recente Campagna elettorale, ma pretendo che il rispetto per la generazione che rappresento, assieme a tutti i giovani consiglieri, sia unanime e non riservato a chi oggi veste la stessa casacca di chi governa la città".
"Allego a questa mia lettera aperta, i due interventi (il mio e la "replica" del Sindaco) lasciando alla città ogni giudizio e ogni valutazione sulla mia condotta personale e su quella del Sindaco Minervini. Vi invito a visionarli con attenzione, vi chiedo se quello che è successo sia "giusto". Chiedo che il sindaco Tommaso Minervini mi porga pubblicamente le sue scuse nella stessa assise in cui si è consumato il triste episodio e che, così, si elimini anche il rischio di ogni potenziale sospetto su un atteggiamento "sessista" che molti cittadini mi dicono di avere letto nel suo intervento"
"E, ancora, reitero la domanda già posta in sede di intervento, auspicando questa volta di avere maggior fortuna ottenendone risposta. Questa risposta non la deve solo ad una Consigliera di opposizione, o ad un Partito, la deve all'intera città".
"Ho atteso qualche giorno dalla conclusione del primo Consiglio Comunale prima di intervenire a proposito di un increscioso episodio che mi ha ferito personalmente e che ha colpito l'intera comunità del Partito Democratico che rappresento nella più alta assise cittadina. L'ho fatto per potermi esprimere con il massimo della lucidità e serenità, non elaborando una risposta di pancia, come, probabilmente, chi si onora di essere Primo Cittadino ha fatto in seduta Consiliare e in diretta streaming davanti a tutta la Città".
"Le mie prime parole da Consigliera Comunale sono racchiuse in un intervento chiaro, che ha toccato dei punti di natura squisitamente politica, non trascendendo in offese personali contro alcuno, nel quale ponevo un interrogativo al sindaco di Molfetta Tommaso Minervini.Il mio interrogativo, l'interrogativo di una Consigliera democraticamente eletta dai molfettesi, non solo non ha ancora ricevuto risposta ma ha scatenato una reazione verbalmente aggressiva e per me personalmente lacerante".
"L'ho fatto come rappresentante di una forza politica, il Partito Democratico, che è oggi per consensi la principale forza di opposizione di questa città e che, anche per questo, merita rispetto. Liquidando il mio intervento e definendolo come "imprudente" o come partorito da "uno spirito giovanile che non ha riflettuto", il Primo Cittadino non si limita ad offendere la Consigliera Comunale (espressione di una scelta democratica diretta di quegli stessi Cittadini che il Sindaco dovrebbe rappresentare nella totalità) ma ad ignorare le istanze di una forza politica intera, di un Partito la cui unica colpa sembrerebbe quella di avere scelto di non stare dalla parte di Tommaso Minervini, nella sua coalizione elettorale".
"Lo fa, per altro, mettendo in dubbio la moralità della mia persona con parole sprezzanti che nulla hanno a che vedere con quello che dovrebbe essere il tono e l'oggetto del dibattito politico che caratterizza il Consiglio Comunale. È stata messa in dubbio, in "pubblica piazza", la "moralità" del Consigliere Comunale, della giovane professionista, di una donna molfettese. Non solo, ritenendo la nostra legittima domanda come figlia di "uno spirito giovanile che non ha riflettuto", il Sindaco Minervini offende un'intera generazione di giovani che chiede risposte a questa classe dirigente. Eppure lo fa dopo aver, pochi istanti prima, esaltato la sua maggioranza per l'ampia presenza di giovani. In sintesi: se i Giovani sono con lui va bene, altrimenti...".
"Mi rendo conto che la collocazione politica del Partito Democratico e il nostro importante risultato elettorale non abbiano soddisfatto chi ci dava per "spacciati" durante la recente Campagna elettorale, ma pretendo che il rispetto per la generazione che rappresento, assieme a tutti i giovani consiglieri, sia unanime e non riservato a chi oggi veste la stessa casacca di chi governa la città".
"Allego a questa mia lettera aperta, i due interventi (il mio e la "replica" del Sindaco) lasciando alla città ogni giudizio e ogni valutazione sulla mia condotta personale e su quella del Sindaco Minervini. Vi invito a visionarli con attenzione, vi chiedo se quello che è successo sia "giusto". Chiedo che il sindaco Tommaso Minervini mi porga pubblicamente le sue scuse nella stessa assise in cui si è consumato il triste episodio e che, così, si elimini anche il rischio di ogni potenziale sospetto su un atteggiamento "sessista" che molti cittadini mi dicono di avere letto nel suo intervento"
"E, ancora, reitero la domanda già posta in sede di intervento, auspicando questa volta di avere maggior fortuna ottenendone risposta. Questa risposta non la deve solo ad una Consigliera di opposizione, o ad un Partito, la deve all'intera città".