Cronaca
Furti in appartamento e ricettazione: 8 arresti. Due colpi a Molfetta
I raid, solo tentati, risalgono al 2021. Al vertice dell’organizzazione c'era, per l’accusa, Giovanni Cassano, fratellastro di Antonio
Molfetta - mercoledì 17 gennaio 2024
22.17
8 arresti, ritenuti appartenenti a un sodalizio criminale nelle province di Bari e Barletta, Andria e Trani, dedito prevalentemente ai furti in appartamento: due quelli tentati a Molfetta, nel 2021, da parte di un'organizzazione al cui vertice c'era il 51enne barese Giovanni Cassano, già rinchiuso a Taranto e fratellastro di Antonio.
L'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Monopoli, che stamane hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rossana de Cristofaro - gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione, furti di auto, tentata rapina in abitazione, ricettazione, falso e violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale - è partita a dicembre 2020 fra Castellana Grotte e Conversano.
Gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, hanno ricostruito come gli indagati fossero abili nell'acquisire informazioni sulle abitudini di vita e sulle disponibilità economiche delle vittime (anche tramite pedinamenti e appostamenti) prima di tentare e portare a segno i raid: due quelli tentati a Molfetta, da parte di «'u Curt», a cui lo scorso ottobre è stato sequestrato un tesoro di 1 milione di euro, di Gennaro Cassano, di 30 anni, e di Michele Sciacqua, di 47, di Bari.
I tre, l'11 maggio 2021, «in concorso tra loro, al fine di trarne profitto, si introducevano all'interno dell'abitazione, ubicata a Molfetta» in via Goelietz «che aprivano con un duplicato della chiave di ingresso (mezzo fraudolento), non portando a compimento il furto - è scritto - per la presenza all'interno della casa delle figlie dei proprietari». A confermarlo, in auto, è stato Cassano (Giovanni), non sapendo di essere intercettato: «La piccola stava dentro. Ci hanno sgamato, andiamocene».
Ci hanno riprovato dodici giorni dopo, il 23 maggio, quando i tre, sempre «in concorso tra loro, al fine di trarne profitto, compivano atti idonei e diretti in modo non equivoco ad introdursi nell'abitazione» di via Goelietz, «usando un duplicato della chiave di ingresso (mezzo fraudolento) non portando a compimento il furto in quanto la serratura era stata sostituita». A ribadirlo, in auto, è stato sempre Cassano (Giovanni), ascoltato dagli investigatori: «La chiave non va, l'ha cambiata».
Cassano (Giovanni) e Sciacqua sono in carcere, l'altro Cassano (Gennaro), incensurato, è invece ai domiciliari: «Tutti gli indagati - ha affermato il giudice - hanno dimostrato di avere maturato una particolare abilità e professionalità nel compimenti delle azioni furtive, diventate un vero e proprio mestiere a tempo pieno».
L'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Monopoli, che stamane hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rossana de Cristofaro - gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione, furti di auto, tentata rapina in abitazione, ricettazione, falso e violazione delle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale - è partita a dicembre 2020 fra Castellana Grotte e Conversano.
Gli inquirenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, hanno ricostruito come gli indagati fossero abili nell'acquisire informazioni sulle abitudini di vita e sulle disponibilità economiche delle vittime (anche tramite pedinamenti e appostamenti) prima di tentare e portare a segno i raid: due quelli tentati a Molfetta, da parte di «'u Curt», a cui lo scorso ottobre è stato sequestrato un tesoro di 1 milione di euro, di Gennaro Cassano, di 30 anni, e di Michele Sciacqua, di 47, di Bari.
I tre, l'11 maggio 2021, «in concorso tra loro, al fine di trarne profitto, si introducevano all'interno dell'abitazione, ubicata a Molfetta» in via Goelietz «che aprivano con un duplicato della chiave di ingresso (mezzo fraudolento), non portando a compimento il furto - è scritto - per la presenza all'interno della casa delle figlie dei proprietari». A confermarlo, in auto, è stato Cassano (Giovanni), non sapendo di essere intercettato: «La piccola stava dentro. Ci hanno sgamato, andiamocene».
Ci hanno riprovato dodici giorni dopo, il 23 maggio, quando i tre, sempre «in concorso tra loro, al fine di trarne profitto, compivano atti idonei e diretti in modo non equivoco ad introdursi nell'abitazione» di via Goelietz, «usando un duplicato della chiave di ingresso (mezzo fraudolento) non portando a compimento il furto in quanto la serratura era stata sostituita». A ribadirlo, in auto, è stato sempre Cassano (Giovanni), ascoltato dagli investigatori: «La chiave non va, l'ha cambiata».
Cassano (Giovanni) e Sciacqua sono in carcere, l'altro Cassano (Gennaro), incensurato, è invece ai domiciliari: «Tutti gli indagati - ha affermato il giudice - hanno dimostrato di avere maturato una particolare abilità e professionalità nel compimenti delle azioni furtive, diventate un vero e proprio mestiere a tempo pieno».