Sanità
Focolaio Covid-19 nella RSSA Kolbe. Balducci: «Il dipartimento di prevenzione della ASL è al lavoro»
Il contagio interessa una importante parte di ospiti e operatori ma non è noto il numero delle persone positive o decedute
Molfetta - mercoledì 9 dicembre 2020
15.49
Parlare di numeri quando si tratta di vite umane non è opportuno. Quel che tuttavia è certo è che nella RSSA Padre Kolbe di Molfetta si è sviluppato un focolaio da Covid 19 che ha coinvolto un numero considerevole di ospiti.
La notizia, trapelata già da diversi giorni, trova conferma da fonti ASL e da parte dell'assessore all'igiene del Comune di Molfetta Ottavio Balducci.
Da quanto si apprende, è attualmente in corso una nuova tornata di tamponi da parte del dipartimento di prevenzione. Un elemento che lascia dedurre che il focolaio non si sia sviluppato di recente ma sia attivo da diversi giorni, se non da settimane.
Dalla struttura, al telefono, ci dicono di non poter rilasciare alcun tipo di dichiarazioni in merito. L'assessore Balducci tuttavia conferma: «Siamo a conoscenza della situazione all'interno della Kolbe. Si tratta di un focolaio molto importante preso in carico dal dipartimento di prevenzione della Asl». Ma alla domanda su quanti siano i contagiati e, purtroppo, anche i defunti, non arriva alcuna risposta. «Questione di privacy» ci dicono, anche se i numeri non hanno né volti né identità.
La situazione all'interno della Kolbe non è delle più semplici. Nelle ultime settimane sono almeno 8 i trasporti funebri che hanno interessato gli ospiti della struttura positivi al Covid 19. Un numero evidentemente indicativo ma che racconta dell'importanza della situazione all'interno della residenza socio sanitaria molfettese.
«Eppure i nostri cari, ospitati nella residenza, non uscivano da marzo» ci fa sapere un parente di una donna, ospite della struttura, deceduta nel pronto soccorso dell'ospedale pochi giorni dopo aver contratto il Covid.
«Dalla struttura ci avevano avvertito che la nostra parente aveva contratto il Covid ma che non era in gravi condizioni di salute. Pochi giorni dopo le condizioni di salute della nostra congiunta si sono aggravate al punto da richiedere l'intervento del 118 per condurla in ospedale. È spirata appena un'ora dopo aver raggiunto il pronto soccorso» racconta uno dei parenti dell'anziana donna deceduta ad inizio mese.
Il numero dei decessi, dunque, nella città di Molfetta, è ben superiore rispetto a quello sinora noto. Dati certamente in possesso del primo cittadino che è la massima autorità sanitaria di Molfetta e che, siamo certi, è in stretto contatto con il dipartimento di prevenzione della Asl, la Protezione Civile e la Prefettura per seguire l'evolversi della situazione.
La notizia, trapelata già da diversi giorni, trova conferma da fonti ASL e da parte dell'assessore all'igiene del Comune di Molfetta Ottavio Balducci.
Da quanto si apprende, è attualmente in corso una nuova tornata di tamponi da parte del dipartimento di prevenzione. Un elemento che lascia dedurre che il focolaio non si sia sviluppato di recente ma sia attivo da diversi giorni, se non da settimane.
Dalla struttura, al telefono, ci dicono di non poter rilasciare alcun tipo di dichiarazioni in merito. L'assessore Balducci tuttavia conferma: «Siamo a conoscenza della situazione all'interno della Kolbe. Si tratta di un focolaio molto importante preso in carico dal dipartimento di prevenzione della Asl». Ma alla domanda su quanti siano i contagiati e, purtroppo, anche i defunti, non arriva alcuna risposta. «Questione di privacy» ci dicono, anche se i numeri non hanno né volti né identità.
La situazione all'interno della Kolbe non è delle più semplici. Nelle ultime settimane sono almeno 8 i trasporti funebri che hanno interessato gli ospiti della struttura positivi al Covid 19. Un numero evidentemente indicativo ma che racconta dell'importanza della situazione all'interno della residenza socio sanitaria molfettese.
«Eppure i nostri cari, ospitati nella residenza, non uscivano da marzo» ci fa sapere un parente di una donna, ospite della struttura, deceduta nel pronto soccorso dell'ospedale pochi giorni dopo aver contratto il Covid.
«Dalla struttura ci avevano avvertito che la nostra parente aveva contratto il Covid ma che non era in gravi condizioni di salute. Pochi giorni dopo le condizioni di salute della nostra congiunta si sono aggravate al punto da richiedere l'intervento del 118 per condurla in ospedale. È spirata appena un'ora dopo aver raggiunto il pronto soccorso» racconta uno dei parenti dell'anziana donna deceduta ad inizio mese.
Il numero dei decessi, dunque, nella città di Molfetta, è ben superiore rispetto a quello sinora noto. Dati certamente in possesso del primo cittadino che è la massima autorità sanitaria di Molfetta e che, siamo certi, è in stretto contatto con il dipartimento di prevenzione della Asl, la Protezione Civile e la Prefettura per seguire l'evolversi della situazione.