Cultura, Eventi e Spettacolo
Fiorella Mannoia, una "grande" donna a Molfetta
L'artista romana torna in città e incanta banchina San Domenico.
Molfetta - venerdì 24 agosto 2018
12.29
Grande. È forse l'aggettivo che meglio riuscirebbe a descrivere Fiorella Mannoia e il concerto che ha tenuto ieri sera su Banchina San Domenico a Molfetta. E non si tratta di un "grande" riferito alla statura o all'anagrafica. La Mannoia è stata grande nel carisma, nel coinvolgimento, nella passione con cui ha cantato e dialogato col suo pubblico; così come grandi sono state le emozioni che ha saputo suscitare e regalare.
Perché Fiorella Mannoia è "la donna che piace alle donne", è la donna che racconta le donne nelle sue canzoni, ma certamente non si rivolge solo a loro. E certo è impossibile non apprezzarla per la grinta, l'impegno anche civile, per l'attenzione ai grandi fatti di cronaca, sapendo dedicare il giusto spazio alle tragedie di Genova e del Pollino nel suo concerto. Non un semplice concerto, quello di ieri, che almeno per Molfetta ha concluso per ora la passerella dei grandi nomi accolti su Banchina San Domenico: ogni brano era accompagnato da una riflessione, da un aneddoto, da un messaggio che senza dubbio la Mannoia riesce a recapitare a destinazione.
Un'artista unica che si è esibita concedendosi in tutto, palesando anche la commozione di fronte a uno striscione in cui un gruppo di fedelissime fan si proclamavano come sue figlie, lei che si sente madre pur non essendolo naturalmente. Un'artista che quasi in un rito celtico liberatorio ha salutato il suo pubblico e Molfetta alla prossima occasione ballando a piedi nudi sulle note de "il cielo d'Irlanda".
In fondo parliamo di un grande nome della musica italiana, di una signora che ne ha fatta di musica, che ne ha combattute di battaglie, che ne ha raccontate di storie prima come interprete, poi anche come autrice. Eppure sembra non aver mai perso quella genuinità, quella spontaneità nei gesti e nelle parole accompagnate da una voce inconfondibile che non delude mai, anche quando lascia i propri sicuri lidi musicali per avventurarsi nel repertorio di altri colleghi. Ma sempre in punta di piedi, con delicatezza, come con la "Sally" di Vasco Rossi che nella sua versione raggiunge la completezza del suo essere femmina e donna. O nell'omaggio a Mogol e Battisti con "e penso a te", in quello a Renato Zero con "cercami" e al grande e indimenticato Lucio Dalla.Perché Fiorella Mannoia è "la donna che piace alle donne", è la donna che racconta le donne nelle sue canzoni, ma certamente non si rivolge solo a loro. E certo è impossibile non apprezzarla per la grinta, l'impegno anche civile, per l'attenzione ai grandi fatti di cronaca, sapendo dedicare il giusto spazio alle tragedie di Genova e del Pollino nel suo concerto. Non un semplice concerto, quello di ieri, che almeno per Molfetta ha concluso per ora la passerella dei grandi nomi accolti su Banchina San Domenico: ogni brano era accompagnato da una riflessione, da un aneddoto, da un messaggio che senza dubbio la Mannoia riesce a recapitare a destinazione.
Un'artista unica che si è esibita concedendosi in tutto, palesando anche la commozione di fronte a uno striscione in cui un gruppo di fedelissime fan si proclamavano come sue figlie, lei che si sente madre pur non essendolo naturalmente. Un'artista che quasi in un rito celtico liberatorio ha salutato il suo pubblico e Molfetta alla prossima occasione ballando a piedi nudi sulle note de "il cielo d'Irlanda".