Cronaca
Fiamme e paura all'alba: incendiate due auto in via del Gesù
Un incendio ha distrutto una Fiat Panda. Il Liberatorio: «E domani a chi toccherà?»
Molfetta - domenica 19 marzo 2017
10.37
Due autovetture, in sosta in via del Gesù, sono andate in fumo. L'incendio, divampato alle ore 05.20, si è infatti propagato sui due mezzi. Il fuoco ha distrutto completamente una vecchia Fiat Panda e la parte posteriore di una Toyota Yaris, che si trovava parcheggiata davanti. Sul posto, allertati dai residenti, i Vigili del Fuoco.
Terminate le operazioni di spegnimento dell'incendio, gli uomini del Distaccamento di Molfetta, in collaborazione con i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, hanno eseguito un sopralluogo nei paraggi, alla ricerca di elementi sospetti. Al momento, però, la natura del rogo non è stata dichiarata dolosa, ma in fase di accertamento. È infatti complesso risalire alla causa dell'accaduto: secondo le prime indiscrezioni, il rogo sarebbe partito dalla Fiat Panda, mentre la Toyota Yaris sarebbe stata raggiunta solo successivamente dalla scia di combustibile evidente sull'asfalto.
Sull'episodio, ad ogni modo, cercheranno di far luce i militari della locale Compagnia, che dopo aver effettuato tutti i rilievi del caso sono ora impegnati nella consueta attività investigativa, mentre il Liberatorio Politico, in una nota apparsa sul proprio blog, ripropone il suo solito ritornello: «E domani a chi toccherà? Premesso che non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l'idea che gli incendi in città siano episodi incidentali e casuali, oppure dovuti a corto circuiti o autocombustione, ci chiediamo ancora se la Procura di Trani abbia mai aperto un fascicolo d'indagine unico.
Sarebbe auspicabile - si legge ancora - se, dopo otto anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se, a Molfetta e nelle città limitrofe, si sia di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse. Non dobbiamo dimenticare che, oltre alle automobili ci sono stati anche incendi di esercizi commerciali e atti dinamitardi.
Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbe anche ipotizzare un collegamento con i ritrovamenti di esplosivo nelle campagne molfettesi e nelle mani di noti malavitosi locali; il collegamento tra tutti gli esplosivi usati in questi anni; scoprire se i liquidi usati per gli incendi sono gli stessi; se le assicurazioni delle auto danneggiate sono le stesse e se negli ultimi anni sono aumentate le polizze assicurative contro gli incendi; se i proprietari degli esercizi incendiati e delle auto hanno ricevuto in passato altri "avvertimenti"; se nelle zone in cui avvengono gli incendi d'auto ci sono garage che hanno incrementato il numero di auto custodite; mettere in relazione gli atti dolosi con le minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l'avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali.
Altra ipotesi potrebbe portare a collegare gli incendi di auto alle azioni sanzionatorie, e di controllo, operate dalle forze dell'ordine. Insomma - termina il Liberatorio Politico - le piste da seguire sarebbero tante».
Terminate le operazioni di spegnimento dell'incendio, gli uomini del Distaccamento di Molfetta, in collaborazione con i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, hanno eseguito un sopralluogo nei paraggi, alla ricerca di elementi sospetti. Al momento, però, la natura del rogo non è stata dichiarata dolosa, ma in fase di accertamento. È infatti complesso risalire alla causa dell'accaduto: secondo le prime indiscrezioni, il rogo sarebbe partito dalla Fiat Panda, mentre la Toyota Yaris sarebbe stata raggiunta solo successivamente dalla scia di combustibile evidente sull'asfalto.
Sull'episodio, ad ogni modo, cercheranno di far luce i militari della locale Compagnia, che dopo aver effettuato tutti i rilievi del caso sono ora impegnati nella consueta attività investigativa, mentre il Liberatorio Politico, in una nota apparsa sul proprio blog, ripropone il suo solito ritornello: «E domani a chi toccherà? Premesso che non abbiamo mai accettato, e continueremo a non accettare, l'idea che gli incendi in città siano episodi incidentali e casuali, oppure dovuti a corto circuiti o autocombustione, ci chiediamo ancora se la Procura di Trani abbia mai aperto un fascicolo d'indagine unico.
Sarebbe auspicabile - si legge ancora - se, dopo otto anni di fuoco, fossero avviate indagini coordinate, pur contro ignoti, per accertare se si tratti di incendi dolosi provocati da piromani seriali, piromani d'occasione o di emulazione, atti vandalici, ritorsioni o vendette personali; oppure se, a Molfetta e nelle città limitrofe, si sia di fronte ad operazioni criminali che hanno come obiettivo la creazione di un clima di paura collettiva per poi attuare nel tempo azioni estorsive indirette e diffuse. Non dobbiamo dimenticare che, oltre alle automobili ci sono stati anche incendi di esercizi commerciali e atti dinamitardi.
Se ci fossero delle indagini mirate si potrebbe anche ipotizzare un collegamento con i ritrovamenti di esplosivo nelle campagne molfettesi e nelle mani di noti malavitosi locali; il collegamento tra tutti gli esplosivi usati in questi anni; scoprire se i liquidi usati per gli incendi sono gli stessi; se le assicurazioni delle auto danneggiate sono le stesse e se negli ultimi anni sono aumentate le polizze assicurative contro gli incendi; se i proprietari degli esercizi incendiati e delle auto hanno ricevuto in passato altri "avvertimenti"; se nelle zone in cui avvengono gli incendi d'auto ci sono garage che hanno incrementato il numero di auto custodite; mettere in relazione gli atti dolosi con le minacce a pubblici ufficiali e o politici, oppure controllare l'avanzamento di certi appalti, concessioni edilizie e contributi dei servizi sociali.
Altra ipotesi potrebbe portare a collegare gli incendi di auto alle azioni sanzionatorie, e di controllo, operate dalle forze dell'ordine. Insomma - termina il Liberatorio Politico - le piste da seguire sarebbero tante».