Cronaca
Ferimento Squeo: il 34enne lascia il carcere. Ai domiciliari
Il Gip di Trani ha accolto l’istanza degli avvocati dell'uomo, riconoscendo l’affievolimento delle esigenze cautelari
Molfetta - sabato 11 dicembre 2021
8.56
Passa agli arresti domiciliari, che sconterà sotto sorveglianza elettronica, il 34enne Vito Magarelli, accusato insieme a cugino omonimo, di 48 anni, del ferimento di Leonardo Squeo. A deciderlo, giovedì scorso, è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura, su istanza della difesa.
I fatti risalgono al 10 agosto scorso, quando in piazza Paradiso il 44enne Leonardo Squeo fu colpito all'addome da alcuni colpi d'arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede destro con una pistola calibro 7.65. Il ferito riuscì a trascinarsi sino in via Bixio, dove, raggiunto da alcuni conoscenti, fu trasportato in ospedale. Per quell'episodio, il 12 ottobre scorso i Carabinieri hanno arrestato due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 48 e 34 anni, accusati di tentato omicidio.
A distanza di due mesi il giudice per le indagini preliminari di Trani, nonostante il parere contrario riferito dal pubblico ministero Roberta Moramarco ha accolto l'istanza dei legali di «Gianvito», Michele Salvemini e Giuseppe Germinario, riconoscendo l'affievolimento delle esigenze cautelari sulla base della riqualificazione, del Tribunale del Riesame, del reato di tentato omicidio in lesioni, nonché «nella esclusione della esigenza cautelare - è scritto - dell'inquinamento probatorio».
Il 34enne, accusato non solo del reato di lesioni, ma anche di quello di detenzione e porto di arma in luogo pubblico, ha quindi lasciato il penitenziario di Trani per far ritorno nella propria abitazione: sconterà i domiciliari col braccialetto elettronico. Resta in carcere, invece, l'altro co-indagato, il cugino omonimo di 48 anni.
I fatti risalgono al 10 agosto scorso, quando in piazza Paradiso il 44enne Leonardo Squeo fu colpito all'addome da alcuni colpi d'arma da taglio e poi da un colpo d'arma da fuoco al piede destro con una pistola calibro 7.65. Il ferito riuscì a trascinarsi sino in via Bixio, dove, raggiunto da alcuni conoscenti, fu trasportato in ospedale. Per quell'episodio, il 12 ottobre scorso i Carabinieri hanno arrestato due cugini omonimi, Vito Magarelli, di 48 e 34 anni, accusati di tentato omicidio.
A distanza di due mesi il giudice per le indagini preliminari di Trani, nonostante il parere contrario riferito dal pubblico ministero Roberta Moramarco ha accolto l'istanza dei legali di «Gianvito», Michele Salvemini e Giuseppe Germinario, riconoscendo l'affievolimento delle esigenze cautelari sulla base della riqualificazione, del Tribunale del Riesame, del reato di tentato omicidio in lesioni, nonché «nella esclusione della esigenza cautelare - è scritto - dell'inquinamento probatorio».
Il 34enne, accusato non solo del reato di lesioni, ma anche di quello di detenzione e porto di arma in luogo pubblico, ha quindi lasciato il penitenziario di Trani per far ritorno nella propria abitazione: sconterà i domiciliari col braccialetto elettronico. Resta in carcere, invece, l'altro co-indagato, il cugino omonimo di 48 anni.