Cronaca
F.A.I. Puglia, due grandi risultati contro il racket organizzato
Condannato un 69enne terlizzese. Costituzione di parte civile nel processo al clan Strisciuglio
Molfetta - martedì 23 maggio 2017
20.00 Comunicato Stampa
Ancora una serie di importanti successi conseguiti nella lotta alle attività estorsive e usuraie per la F.A.I. - Federazione Antiracket Italiana e in particolare per l'ufficio legale pugliese.
È infatti giunta in questi giorni la sentenza nell'ambito del processo a carico di Paolo Tamborra, 69enne bracciante agricolo di Terlizzi - arrestato nel dicembre 2010 dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Molfetta in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Trani dott. Olivieri del Castillo su richiesta del pubblico Ministero dott.ssa Carmela Bruna Manganelli - cui è stata riconosciuta le accuse di usura aggravata ed estorsione nei confronti di diverse vittime.
Nel corso dell'ultima udienza dibattimentale il giudice del Tribunale di Trani ha condannato l'imputato Tamborra a 8 anni di reclusione e 4.000 euro di multa. Nel processo, lo ricordiamo, l'Associazione provinciale Antiracket si era costituita parte civile.
Sempre in questi giorni è giunta la decisione di rinvio a giudizio per alcuni esponenti del clan Strisciuglio, appurato sodalizio criminale di chiaro stampo mafioso, accusati di estorsione accompagnate da minacce nei confronti di un imprenditore barese; un sistema che provocava un vero controllo a maglie strette del territorio anche a causa dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell'ultima udienza è stata accolta la richiesta di costituzione parte civile della F.A.I. pugliese rappresentata dall'avvocato Maurizio Altomare, mentre per conto delle vittime si è costituita l'avvocato Angela Maralfa.
«Due risultati giunti in pochi gironi, frutto di grande professionalità e impegno da parte dell'ufficio legale; ma sicuramente frutto di sforzi e sacrificio delle vittime che nonostante tutto hanno saputo denunciare per porre fine al circolo vizioso di illegalità che le aveva intrappolate», queste le parole di grande soddisfazione del presidente Renato De Scisciolo.
È infatti giunta in questi giorni la sentenza nell'ambito del processo a carico di Paolo Tamborra, 69enne bracciante agricolo di Terlizzi - arrestato nel dicembre 2010 dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Molfetta in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Trani dott. Olivieri del Castillo su richiesta del pubblico Ministero dott.ssa Carmela Bruna Manganelli - cui è stata riconosciuta le accuse di usura aggravata ed estorsione nei confronti di diverse vittime.
Nel corso dell'ultima udienza dibattimentale il giudice del Tribunale di Trani ha condannato l'imputato Tamborra a 8 anni di reclusione e 4.000 euro di multa. Nel processo, lo ricordiamo, l'Associazione provinciale Antiracket si era costituita parte civile.
Sempre in questi giorni è giunta la decisione di rinvio a giudizio per alcuni esponenti del clan Strisciuglio, appurato sodalizio criminale di chiaro stampo mafioso, accusati di estorsione accompagnate da minacce nei confronti di un imprenditore barese; un sistema che provocava un vero controllo a maglie strette del territorio anche a causa dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell'ultima udienza è stata accolta la richiesta di costituzione parte civile della F.A.I. pugliese rappresentata dall'avvocato Maurizio Altomare, mentre per conto delle vittime si è costituita l'avvocato Angela Maralfa.
«Due risultati giunti in pochi gironi, frutto di grande professionalità e impegno da parte dell'ufficio legale; ma sicuramente frutto di sforzi e sacrificio delle vittime che nonostante tutto hanno saputo denunciare per porre fine al circolo vizioso di illegalità che le aveva intrappolate», queste le parole di grande soddisfazione del presidente Renato De Scisciolo.