Stimato da studenti, colleghi e dirigenti scolastici: il mondo della scuola ricorda don Gino
La testimonianza della prof.ssa Maddalena Salvemini, docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico
Molfetta - sabato 8 giugno 2024
14.40
Molfetta piange Don Gino, parroco del Duomo, mente di cultura, docente del Liceo Classico, persona umile e fortemente attiva nella comunità. Di seguito la testimonianza della prof.ssa Maddalena Salvemini, docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico, collega ed amica del compianto sacerdote.
«È stato un uomo eccezionale, umanamente e professionalmente parlando. Lo conferma il fatto che tanti ragazzi lo abbiano voluto come sacerdote del loro matrimonio, testimone di un evento importantissimo della loro vita. Era sempre dalla parte dei ragazzi, ma al momento opportuno sapeva redarguirli e ricordare loro il rispetto delle regole. Era un padre, una persona seria, un uomo vero, un punto di riferimento per tutti: durante gli scrutini, quando eravamo indecisi su alcune scelte importanti, l'ultima parola andava a lui.
"Don Gino, tu cosa dici?": tutti gli riconoscevamo equilibrio, compostezza e freddezza nelle scelte.
«Don Gino non è stato solo insegnamento. Quando sono arrivata al liceo classico, introno al 2000, si stava procedendo all'informatizzazione della scuola ed era lui a tenere i corsi a noi docenti, per insegnarci come usare il computer: era un uomo davvero all'avanguardia. È stato un punto di riferimento per tutti i grandi progetti: quando abbiamo ideato la giornata mondiale della poesia, ha realizzato dei segnalibri e poster da distribuire, occupandosi anche dei manifesti. Don Gino è stato, assieme a noi, ideatore della manifestazione del 25 Novembre: ricordo bene la prima edizione, il 25 Novembre 2013, pioveva a dirotto e lui incitava i ragazzi a leggere lentamente, tanto da segnare questa nota, con un pennarello rosso, sul leggio».
«L'idea di aprire la manifestazione con una sirena fu sua: «Si tratta di lanciare un allarme, di segnalare un pericolo, quindi bisogna cominciare con la sirena» sosteneva. Teneva annualmente un incontro motivazionale parlando della violenza contro le donne, di come era necessario cambiare atteggiamento e forniva contenuti non solo utili sulla scena ma anche formativi. La stella dodecaedro (realizzata per la prima notte nazionale del liceo classico), i mattoni del muro ideale della violenza, da abbattere per il 25 novembre, la scenografia delle notti nazionali: il suo contributo artistico è stato fortissimo, l'ultimo tra questi: i pannelli per la Giornata dei Giusti, realizzati lo scorso 6 Marzo. Anche dopo la pensione, ha continuato a collaborare sia mentalmente, sia fisicamente, alla realizzazione di tantissimi progetti».
«Don Gino è stato un uomo corretto, un punto di riferimento fondamentale, saggio, intelligente, umile e discreto. Del Liceo Classico, Don Gino, è stato l'anima».
«È stato un uomo eccezionale, umanamente e professionalmente parlando. Lo conferma il fatto che tanti ragazzi lo abbiano voluto come sacerdote del loro matrimonio, testimone di un evento importantissimo della loro vita. Era sempre dalla parte dei ragazzi, ma al momento opportuno sapeva redarguirli e ricordare loro il rispetto delle regole. Era un padre, una persona seria, un uomo vero, un punto di riferimento per tutti: durante gli scrutini, quando eravamo indecisi su alcune scelte importanti, l'ultima parola andava a lui.
"Don Gino, tu cosa dici?": tutti gli riconoscevamo equilibrio, compostezza e freddezza nelle scelte.
«Don Gino non è stato solo insegnamento. Quando sono arrivata al liceo classico, introno al 2000, si stava procedendo all'informatizzazione della scuola ed era lui a tenere i corsi a noi docenti, per insegnarci come usare il computer: era un uomo davvero all'avanguardia. È stato un punto di riferimento per tutti i grandi progetti: quando abbiamo ideato la giornata mondiale della poesia, ha realizzato dei segnalibri e poster da distribuire, occupandosi anche dei manifesti. Don Gino è stato, assieme a noi, ideatore della manifestazione del 25 Novembre: ricordo bene la prima edizione, il 25 Novembre 2013, pioveva a dirotto e lui incitava i ragazzi a leggere lentamente, tanto da segnare questa nota, con un pennarello rosso, sul leggio».
«L'idea di aprire la manifestazione con una sirena fu sua: «Si tratta di lanciare un allarme, di segnalare un pericolo, quindi bisogna cominciare con la sirena» sosteneva. Teneva annualmente un incontro motivazionale parlando della violenza contro le donne, di come era necessario cambiare atteggiamento e forniva contenuti non solo utili sulla scena ma anche formativi. La stella dodecaedro (realizzata per la prima notte nazionale del liceo classico), i mattoni del muro ideale della violenza, da abbattere per il 25 novembre, la scenografia delle notti nazionali: il suo contributo artistico è stato fortissimo, l'ultimo tra questi: i pannelli per la Giornata dei Giusti, realizzati lo scorso 6 Marzo. Anche dopo la pensione, ha continuato a collaborare sia mentalmente, sia fisicamente, alla realizzazione di tantissimi progetti».
«Don Gino è stato un uomo corretto, un punto di riferimento fondamentale, saggio, intelligente, umile e discreto. Del Liceo Classico, Don Gino, è stato l'anima».