Cronaca
«Erano i ricettatori della banda dei furti». In manette zio e nipote di Molfetta
14 i fermati dai Carabinieri, fra cui Francesco Grosso e suo nipote Peter De Bari. 12 gli arrestati, i colpi anche a Molfetta
Molfetta - giovedì 26 settembre 2019
14.06
Entravano nelle case, le svuotavano e poi chiudevano la porta a chiave. La stessa fedelmente riprodotta grazie a delle fotografie scattate da telefonini di ultima generazione. Alla fine, però, sono stati arrestati. E tra questi ci sono anche due molfettesi, Francesco Grosso, di 44 anni, e suo nipote Peter De Bari, di 27 anni.
Nelle prime ore di questa mattina, infatti, i 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, coadiuvati dal Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno ed il supporto aereo del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari, hanno eseguito 13 su 14 ordinanze cautelari delle quali 9 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 2 con obblighi di dimora, a carico di altrettanti soggetti, residenti tra i comuni di Bari e Molfetta, tutti pregiudicati, ritenuti responsabili, in forma associativa di numerosi furti in abitazione.
Tali ordinanze sono frutto di articolate indagini, condotte dai militari di Trani, coordinati da Marcello Catalano, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, che hanno consentito di raccogliere vane fonti di prova e di disarticolare un consorzio criminale dedito a reati predatori in abitazione. II gruppo si è rilevato molto pericoloso per l'intercambiabilità dei suoi componenti nell'azione criminale, per la mobilita sul territorio pugliese, molisano e lucano e per la completa organizzazione, costituita sia da chi si occupava della clonazione di chiavi per l'accesso agli appartamenti depredati, sia da chi aveva il compito di "ricettare" quanto asportato.
L'indagine, protrattasi da ottobre 2018 a gennaio 2019, si è sviluppata a partire dal verificarsi di alcuni furti in abitazione, dove i sopralluoghi condotti anche dalla Sezione Investigazioni Scientifiche in servizio presso il Comando Provinciale di Bari, avevano fatto emergere come elemento caratterizzante e di collegamento la "strana" mancanza di segni di effrazioni alle porte d'ingresso ed alle finestre.
Da qui il nome dell'operazione "Ghostbusters" in quanto è occorso scoprire il modus operandi tramite il quale i malfattori sono riusciti a fare accesso indisturbati alle abitazioni delle vittime. Grazie all'acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza ubicati nelle adiacenze dei luoghi dove si sono perpetrati i delitti, i militari hanno iniziato ad acquisire sospetti su alcuni soggetti di Bari, soprattutto provenienti dal quartiere San Paolo, con precedenti specifici.
Il prosieguo delle investigazioni sul loro conto ha consentito così, nel tempo, di risalire all'intera dell'associazione che, talvolta, ha visto il concorso di terzi per singole fattispecie di reato. Le indagini hanno consentito di ricostruire il "modus operandi" nella commissione dei furti e i ruoli e compiti di ciascun sodale.
Alcuni soggetti avevano il compito di avvicinare per strada con una scusa la vittima e, con un escamotage, da parte di un soggetto, titolare di un negozio ubicato a Bari e specializzato nella riproduzione di chiavi e sodale dell'associazione. Perpetrato il furto in abitazione, in maniera rapidissima, la refurtiva veniva ceduta al "ricettatore" del sodalizio che pagava in contanti effettuando lo scambio a bordo di un'autovettura.
Numerosi servizi di osservazione controllo e pedinamento, condotti dai militari, hanno consentito, laddove era palese che si stesse perpetrando un furto, di impedirne la consumazione attraverso l'immediata richiesta di intervento di una pattuglia del 112, la quale passando nell'area interessata come se si trattasse di un normale pattugliamento, ha fatto desistere i malfattori dal proseguimento della loro azione criminosa.
Diversi i telefoni sequestrati, contenenti varie foto della refurtiva. In particolare, è emerso che Nicola Pastore di Bari, 61enne, ha avuto il ruolo di promotore del sodalizio; Gaetano Pio Pasquariello di Bari, 25enne, e Maurizio Pastore di Bari, 35enne, erano fotografi delle chiavi.
Domenico Giuliani di Bari, 62enne, oppure Gennaro Ragone di Bari, 50enne, avevano invece il compito, unitamente ai primi tre, di accedere alle abitazioni per compiere il furto, mentre a fungere da palo c'erano Francesco Leonetti di Bari, 53enne, Massimiliano Pasquariello di Bari 30enne oppure Valentina Iaccarini di Bari, 33enne.
Al termine la refurtiva veniva ceduta a Francesco Grosso di Molfetta 44enne, o a Peter De Bari, 27enne, di Molfetta per la ricettazione. Margherita Pastore di Bari, 27enne, moglie di Gaetano Pio Pasquariello e figlia di Nicola Pastore unitamente alla madre Antonia Forte, di Bari, 50enne, moglie dello stesso Nicola Pastore, hanno concorso nella fattispecie criminosa, facendo sparire parte della refurtiva, nel momento in cui alcuni componenti del gruppo criminoso sono stati individuati e bloccati dai miliari.
Le indagini hanno consentito di accertare, al momento, responsabilità in capo all'associazione di 8 furti consumati nei Comuni di Bari, Taranto, Molfetta e Bisceglie, nonché la pianificazione di numerosissimi altri obiettivi per cui i sodali hanno desistito dal proposito delittuoso grazie a mirate azioni di "disturbo" poste in essere dai militari operanti. Un provvedimento che disponeva gli arresti domiciliari non è stato al momento notificato per motivi sanitari.
Nel torso delle operazioni Valentina Iaccarini, unitamente alla figlia Margherita Pastore, sono state arrestate perché trovate in possesso di circa 100 grammi di cocaina suddivisa in dosi, due bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e 40 colpi calibro 7,65.
Nelle prime ore di questa mattina, infatti, i 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, coadiuvati dal Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno ed il supporto aereo del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari, hanno eseguito 13 su 14 ordinanze cautelari delle quali 9 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 2 con obblighi di dimora, a carico di altrettanti soggetti, residenti tra i comuni di Bari e Molfetta, tutti pregiudicati, ritenuti responsabili, in forma associativa di numerosi furti in abitazione.
Tali ordinanze sono frutto di articolate indagini, condotte dai militari di Trani, coordinati da Marcello Catalano, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani, che hanno consentito di raccogliere vane fonti di prova e di disarticolare un consorzio criminale dedito a reati predatori in abitazione. II gruppo si è rilevato molto pericoloso per l'intercambiabilità dei suoi componenti nell'azione criminale, per la mobilita sul territorio pugliese, molisano e lucano e per la completa organizzazione, costituita sia da chi si occupava della clonazione di chiavi per l'accesso agli appartamenti depredati, sia da chi aveva il compito di "ricettare" quanto asportato.
L'indagine, protrattasi da ottobre 2018 a gennaio 2019, si è sviluppata a partire dal verificarsi di alcuni furti in abitazione, dove i sopralluoghi condotti anche dalla Sezione Investigazioni Scientifiche in servizio presso il Comando Provinciale di Bari, avevano fatto emergere come elemento caratterizzante e di collegamento la "strana" mancanza di segni di effrazioni alle porte d'ingresso ed alle finestre.
Da qui il nome dell'operazione "Ghostbusters" in quanto è occorso scoprire il modus operandi tramite il quale i malfattori sono riusciti a fare accesso indisturbati alle abitazioni delle vittime. Grazie all'acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza ubicati nelle adiacenze dei luoghi dove si sono perpetrati i delitti, i militari hanno iniziato ad acquisire sospetti su alcuni soggetti di Bari, soprattutto provenienti dal quartiere San Paolo, con precedenti specifici.
Il prosieguo delle investigazioni sul loro conto ha consentito così, nel tempo, di risalire all'intera dell'associazione che, talvolta, ha visto il concorso di terzi per singole fattispecie di reato. Le indagini hanno consentito di ricostruire il "modus operandi" nella commissione dei furti e i ruoli e compiti di ciascun sodale.
Alcuni soggetti avevano il compito di avvicinare per strada con una scusa la vittima e, con un escamotage, da parte di un soggetto, titolare di un negozio ubicato a Bari e specializzato nella riproduzione di chiavi e sodale dell'associazione. Perpetrato il furto in abitazione, in maniera rapidissima, la refurtiva veniva ceduta al "ricettatore" del sodalizio che pagava in contanti effettuando lo scambio a bordo di un'autovettura.
Numerosi servizi di osservazione controllo e pedinamento, condotti dai militari, hanno consentito, laddove era palese che si stesse perpetrando un furto, di impedirne la consumazione attraverso l'immediata richiesta di intervento di una pattuglia del 112, la quale passando nell'area interessata come se si trattasse di un normale pattugliamento, ha fatto desistere i malfattori dal proseguimento della loro azione criminosa.
Diversi i telefoni sequestrati, contenenti varie foto della refurtiva. In particolare, è emerso che Nicola Pastore di Bari, 61enne, ha avuto il ruolo di promotore del sodalizio; Gaetano Pio Pasquariello di Bari, 25enne, e Maurizio Pastore di Bari, 35enne, erano fotografi delle chiavi.
Domenico Giuliani di Bari, 62enne, oppure Gennaro Ragone di Bari, 50enne, avevano invece il compito, unitamente ai primi tre, di accedere alle abitazioni per compiere il furto, mentre a fungere da palo c'erano Francesco Leonetti di Bari, 53enne, Massimiliano Pasquariello di Bari 30enne oppure Valentina Iaccarini di Bari, 33enne.
Al termine la refurtiva veniva ceduta a Francesco Grosso di Molfetta 44enne, o a Peter De Bari, 27enne, di Molfetta per la ricettazione. Margherita Pastore di Bari, 27enne, moglie di Gaetano Pio Pasquariello e figlia di Nicola Pastore unitamente alla madre Antonia Forte, di Bari, 50enne, moglie dello stesso Nicola Pastore, hanno concorso nella fattispecie criminosa, facendo sparire parte della refurtiva, nel momento in cui alcuni componenti del gruppo criminoso sono stati individuati e bloccati dai miliari.
Le indagini hanno consentito di accertare, al momento, responsabilità in capo all'associazione di 8 furti consumati nei Comuni di Bari, Taranto, Molfetta e Bisceglie, nonché la pianificazione di numerosissimi altri obiettivi per cui i sodali hanno desistito dal proposito delittuoso grazie a mirate azioni di "disturbo" poste in essere dai militari operanti. Un provvedimento che disponeva gli arresti domiciliari non è stato al momento notificato per motivi sanitari.
Nel torso delle operazioni Valentina Iaccarini, unitamente alla figlia Margherita Pastore, sono state arrestate perché trovate in possesso di circa 100 grammi di cocaina suddivisa in dosi, due bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e 40 colpi calibro 7,65.