Cultura, Eventi e Spettacolo
Enrico Lo Verso nuovamente a Molfetta con “Metamorfosi"
Recitazione, danza e musica il connubio prefetto per rendere “magica” la narrazione di Ovidio
Molfetta - sabato 17 agosto 2019
13.48
Leggende, favole, in una parola i miti di Ovidio hanno ripreso la loro essenza, vita, ieri sera all'Anfiteatro di Ponente, attraverso la straordinaria narrazione di Enrico Lo Verso, nella sua poetica interpretazione di "Metamoforsi", accompagnato per l'occasione al pianoforte da Vito Stefanizzi, al clarinetto da Lorenzo Mancarella e al beatbox da Filippo Scrimieri. Le coreografie e le danze aeree sono state curate da una eterea Marilena Martina. La traduzione del testo è stata redatta dal latinista bitontino Nicola Pice.
E' ancora una volta l'attore siciliano ad aprire le porte dell'Anfiteatro, è lui in prima persona ad accogliere i suoi ospiti, il suo pubblico.
E' una serata ricca di emozioni, l'attore e gli artisti sul palco riescono a far rivivere, a rendere quasi visibili i miti di Apollo e Dafne, di Dedalo e Icaro, il ratto di Proserpina, e poi ancora i miti di Callisto, Aracne e Narciso.
Nessun effetto speciale, ma è la voce narrante, accompagnata dai musicisti e dalla ballerina a dare forza e vigore al racconto, ed ecco che il mito diventa realtà, personaggi che puoi quasi toccare, vedere nel suo evolversi in qualcos'altro, subire delle "Metamorfosi".
E' la regista, Antonella Pizzi, a spiegare ad inizio spettacolo il perché di questa sua scelta, giunto già a due anni dal suo debutto. «Metamoforsi è il classico dei classici. Il mito serve a raccontare i bisogni di vita quotidiana, serve nella sua funzione principale, che è quella di rispondere ad un bisogno che tutta l'umanità ha: credere in qualcosa, non importa se la fede sia pagana, come quella di Ovidio, o religiosa».
Aggiunge ancora: «il mito è di per se popolare, è quanto di più vicino al pubblico, perché la tradizione orale c'era ancor prima della scrittura . Per questo ogni sera lo spettacolo è sempre diverso, come direbbe Ovidio, è altra cosa».
L'auspicio della regista Pizzi che «queste serate siano il preludio per una collaborazione proficua con questa città».
E' lo stesso Enrico Lo Verso a fine spettacolo a tessere le lodi dell'Anfiteatro di Ponente «è un teatro bellissimo, che con un niente potrebbe diventare uno dei più bei teatri d'Italia. Ha una bella acustica, è in città ma è contornato dagli alberi, ha un suo fascino, una sua poesia, una sua magia, è uno dei pochi teatri fatti ad imitazione dei teatri greci fatti bene». E se lo dice lui che calca teatri da sempre, ne ha visti veramente tanti, c'è assolutamente da crederci.
E facendo un confronto con i due spettacoli messi in scena a Molfetta l'attore siciliano dice: «con "Uno nessuno e centomila" siamo tranquilli, sappiamo che è un testo difficile ed impegnativo, ma sappiamo che cammina con i suoi piedi da 400 repliche ed è sempre molto ben accettato dal pubblico. "Metamorfosi" è una scommessa, perché è uno spettacolo particolare, io lo definisco la sagra della poesia. Non è detto che tutti possano avere la sensibilità e la capacità di comprendere, eppure poi si riempiono le platee e si fa il silenzio e a fine spettacolo non c'è un applauso ma c'è un abbraccio. Ed è un abbraccio bellissimo, stasera non riuscivamo a sottrarci da questo abbraccio, era commovente».
Tra i tanti commenti entusiasti raccolti a fine spettacolo, ci ha colpito quello della giovanissima Emanuela: «è stato davvero una meraviglia: emozionante e coinvolgente. I suoni e la danza si adattavano bene alla narrazione».
Dello stesso avviso è anche l'assessore alla cultura, Sara Allegretta, «uno spettacolo splendido, tre arti che si sono incontrate: danza, musica e recitazione, in uno spettacolo perfettamente equilibrato dove mattatore e narratore è stato un grande Enrico Lo Verso».
E' ancora una volta l'attore siciliano ad aprire le porte dell'Anfiteatro, è lui in prima persona ad accogliere i suoi ospiti, il suo pubblico.
E' una serata ricca di emozioni, l'attore e gli artisti sul palco riescono a far rivivere, a rendere quasi visibili i miti di Apollo e Dafne, di Dedalo e Icaro, il ratto di Proserpina, e poi ancora i miti di Callisto, Aracne e Narciso.
Nessun effetto speciale, ma è la voce narrante, accompagnata dai musicisti e dalla ballerina a dare forza e vigore al racconto, ed ecco che il mito diventa realtà, personaggi che puoi quasi toccare, vedere nel suo evolversi in qualcos'altro, subire delle "Metamorfosi".
E' la regista, Antonella Pizzi, a spiegare ad inizio spettacolo il perché di questa sua scelta, giunto già a due anni dal suo debutto. «Metamoforsi è il classico dei classici. Il mito serve a raccontare i bisogni di vita quotidiana, serve nella sua funzione principale, che è quella di rispondere ad un bisogno che tutta l'umanità ha: credere in qualcosa, non importa se la fede sia pagana, come quella di Ovidio, o religiosa».
Aggiunge ancora: «il mito è di per se popolare, è quanto di più vicino al pubblico, perché la tradizione orale c'era ancor prima della scrittura . Per questo ogni sera lo spettacolo è sempre diverso, come direbbe Ovidio, è altra cosa».
L'auspicio della regista Pizzi che «queste serate siano il preludio per una collaborazione proficua con questa città».
E' lo stesso Enrico Lo Verso a fine spettacolo a tessere le lodi dell'Anfiteatro di Ponente «è un teatro bellissimo, che con un niente potrebbe diventare uno dei più bei teatri d'Italia. Ha una bella acustica, è in città ma è contornato dagli alberi, ha un suo fascino, una sua poesia, una sua magia, è uno dei pochi teatri fatti ad imitazione dei teatri greci fatti bene». E se lo dice lui che calca teatri da sempre, ne ha visti veramente tanti, c'è assolutamente da crederci.
E facendo un confronto con i due spettacoli messi in scena a Molfetta l'attore siciliano dice: «con "Uno nessuno e centomila" siamo tranquilli, sappiamo che è un testo difficile ed impegnativo, ma sappiamo che cammina con i suoi piedi da 400 repliche ed è sempre molto ben accettato dal pubblico. "Metamorfosi" è una scommessa, perché è uno spettacolo particolare, io lo definisco la sagra della poesia. Non è detto che tutti possano avere la sensibilità e la capacità di comprendere, eppure poi si riempiono le platee e si fa il silenzio e a fine spettacolo non c'è un applauso ma c'è un abbraccio. Ed è un abbraccio bellissimo, stasera non riuscivamo a sottrarci da questo abbraccio, era commovente».
Tra i tanti commenti entusiasti raccolti a fine spettacolo, ci ha colpito quello della giovanissima Emanuela: «è stato davvero una meraviglia: emozionante e coinvolgente. I suoni e la danza si adattavano bene alla narrazione».
Dello stesso avviso è anche l'assessore alla cultura, Sara Allegretta, «uno spettacolo splendido, tre arti che si sono incontrate: danza, musica e recitazione, in uno spettacolo perfettamente equilibrato dove mattatore e narratore è stato un grande Enrico Lo Verso».