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Elezioni Regionali, quei candidati di Michele Emiliano che imbarazzano la sinistra

Nella coalizione che sostiene l'ex sindaco di Bari per la regione nomi della destra e centristi

Le elezioni regionali in Puglia e a Molfetta restano avvolte nelle nebbie di alleanze e candidature indefinite. E con un significativo ping-pong tra istanze locali e nazionali. È evidente cioè che i nodi da sciogliere non riguardano soltanto la Puglia. E che la soluzione dei problemi dei partiti locali, quali che siano, influenzerà le geometrie parlamentari del Paese. Geometrie poco fluide come non mai. Con la fine del patto del Nazareno e la crisi dell'area berlusconiana, il sistema politico rischia di perdere la sua stessa natura bipolare. Guglielmo Minervini lo fa più per darsi la carica, quando dichiara che la sinistra, in Puglia, non è spaccata e che il centrodestra, non fa altro che emigrare a sinistra. A far paura, alla fine, sarà soprattutto l'astensione che dovrebbe superare il 50 per cento. Ma qualcosa di vero, nel discorso di Guglielmo Minervini, c'è.

Il centrodestra ha i suoi problemi, essendo la Puglia il centro della frattura tra Raffaele Fitto e i vertici berlusconiani di Forza Italia. Ma anche nel centrosinistra i rapporti sono molto tesi, tra il Pd di Michele Emiliano e la lista "Noi a sinistra per la Puglia", che unisce Sel, le vecchie civiche di Nichi Vendola e di Dario Stefano (il candidato di Sel alle primarie), e il gruppo dell'ex Pd Guglielmo Minervini, anche lui ex candidato alle primarie. Sinistra spaccata in Puglia e a Molfetta. Vendola contro Emiliano. Forza Italia, inesistente. Da qui la voglia di emigrare. Michele Emiliano non passa giorno senza prendere le distanze dalla stagione vendoliana, dagli ultimi dieci anni di governo. Già questo è motivo di sufficiente imbarazzo per chi invece vorrebbe una certa continuità con quella gestione. Emiliano segue lo schema di Renzi: la rottamazione.

Poi, oltre alle bordate contro Nichi Vendola, ad imbarazzare ci sono le candidature. Troppi i nomi indigesti che troveranno posto nelle civiche che sostengono Emiliano e nel triciclo dei centristi, che permetterà a popolari e Udc di correre col centrosinistra pugliese. Da Cosimo Mele (ex Udc che Casini cacciò dal partito dopo lo scandalo del festino romano condito da escort e cocaina) a Euprepio Curto, molto amico di Maurizio Gasparri, ex Msi, poi An, infine Udc, parlamentare per quattro legislature, che nel 2010 è stato eletto con Adriana Poli Bortone, centrista che contendeva la presidenza proprio a Nichi Vendola. In casa nostra a far discutere ancora di più, però, è la candidatura di Saverio Tammacco, molfettese, consigliere provinciale e assessore di Forza Italia. Come noto si candiderà con i popolari, ed è al suo nome che Guglielmo Minervini non vuole credere. Minervini, che si candida per il consiglio, chiede a Emiliano di rinunciare alla candidatura di Tammaco, evocando gli anni più bui della città di Molfetta e le inchieste condotte dallo stesso Emiliano quando era Pm.

C'è poi il sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio anch'essa incredula alla candidatura di Tammacco. È inoltre già partita la campagna elettorale di Peppino Longo, anche lui consigliere dal 2010 con la Poli Bortone. Prese 14 mila preferenze, e oggi si candida con l'Udc. Per Emiliano. Ed è in questo scenario che le scelte politiche della Puglia potrebbero diventare poco meno che l'ultima spiaggia (o invece la pietra tombale) del sistema di alternanza inaugurato nel lontano 1994. La destra risulterebbe più spostata a destra, la sinistra mescolata a un pezzo di destra.
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