Vita di città
E se a Torre Navarino ci fossero i fantasmi?
L’Associazione italiana ricercatori del mistero ha condotto le indagini su presunti fenomeni paranormali
Molfetta - lunedì 13 aprile 2015
7.33
Che si creda o no ai fantasmi, ci sono leggende che animano l'idea che forse fenomeni paranormali possano esistere. Insomma l'irrazionalità che la ragione non può cogliere e ammettere ma che cerca di scoprire.
Torre Navarino, nell'agro tra Terlizzi, Bisceglie e Molfetta, in contrada Macchia di Gadaleta, si presta facilmente a tutto questo. Soprattutto perché il 4 luglio 1749, Re Carlo III di Borbone fece impiccare nell'uliveto tre briganti che si erano spacciati per viandanti all'abate Gadaleta, che abitava la tenuta, per poi derubarlo.
L'Associazione italiana ricercatori del mistero ha svolto un'indagine serale tra settembre e dicembre del 2014 su eventuali presenze paranormali e ha documentato il tutto in un video postato su Youtube. A parlarne sono Rosalba Mezzina e Mario Contino, rispettivamente vice presidente e presidente dell'associazione. «È un posto interessante, che riserva molte leggende, tra cui quella sugli avvenimenti del 1749 e da allora il luogo è diventato oggetto di leggende popolari, varie voci riguardanti fenomeni paranormali di varia natura», spiega Contino.
Nel video si spiega come nel corso delle indagini il K2, strumento indispensabile per compierle, abbia misurato più volte campi elettromagnetici anomali e come la temperatura sia calata. Ma, soprattutto, i ricercatori evidenziano alcune anomalie audio tra cui un "Vieni", un "Vattin", in dialetto, un "Si", un "Da giù", secondo loro udibili dopo alcune domande poste e pervenute dallo spirito che abiterebbe il luogo.
Dalle immagini, purtroppo, si vede anche il forte degrado in cui riversa la struttura, presa di mira da vandali che hanno imbrattato i muri e cancellati gli affreschi e anche da ladri che hanno portato via qualsiasi cosa dalla chiesetta, ormai sconsacrata.
Torre Navarino, nell'agro tra Terlizzi, Bisceglie e Molfetta, in contrada Macchia di Gadaleta, si presta facilmente a tutto questo. Soprattutto perché il 4 luglio 1749, Re Carlo III di Borbone fece impiccare nell'uliveto tre briganti che si erano spacciati per viandanti all'abate Gadaleta, che abitava la tenuta, per poi derubarlo.
L'Associazione italiana ricercatori del mistero ha svolto un'indagine serale tra settembre e dicembre del 2014 su eventuali presenze paranormali e ha documentato il tutto in un video postato su Youtube. A parlarne sono Rosalba Mezzina e Mario Contino, rispettivamente vice presidente e presidente dell'associazione. «È un posto interessante, che riserva molte leggende, tra cui quella sugli avvenimenti del 1749 e da allora il luogo è diventato oggetto di leggende popolari, varie voci riguardanti fenomeni paranormali di varia natura», spiega Contino.
Nel video si spiega come nel corso delle indagini il K2, strumento indispensabile per compierle, abbia misurato più volte campi elettromagnetici anomali e come la temperatura sia calata. Ma, soprattutto, i ricercatori evidenziano alcune anomalie audio tra cui un "Vieni", un "Vattin", in dialetto, un "Si", un "Da giù", secondo loro udibili dopo alcune domande poste e pervenute dallo spirito che abiterebbe il luogo.
Dalle immagini, purtroppo, si vede anche il forte degrado in cui riversa la struttura, presa di mira da vandali che hanno imbrattato i muri e cancellati gli affreschi e anche da ladri che hanno portato via qualsiasi cosa dalla chiesetta, ormai sconsacrata.