Cronaca
Il clan Modugno sequestra un pregiudicato attivo nella ricettazione a Molfetta
Per imporre il suo dominio aveva catturato un rivale con il vizio della ricettazione
Molfetta - giovedì 23 febbraio 2017
12.16
Droga in quantità industriali, armi e persino un sequestro di persona nel pedigree del clan bitontino Modugno e del suo storico capoclan Cosimo, detto Mino u' gruss, "decapitato" nella notte tra il 19 e il 20 febbraio scorsi da un'operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari.
Il provvedimento è nato da un'indagine svolta dalla Compagnia di Molfetta avviata nell'agosto del 2015: attraverso intercettazioni e appostamenti i militari, diretti dal capitano Vito Ingrosso, hanno scoperto l'esistenza, a Bitonto, di una associazione guidata dalla famiglia Modugno, nell'area d'influenza del potente clan Striscuglio di Bari. L'organizzazione era dedita alla gestione delle più fiorenti piazze di spaccio della droga, in alcuni comuni del nord barese.
Considerevoli i quantitativi di cocaina e marijuana gestiti dal clan per un volume d'affari giornaliero stimato in diverse migliaia di euro. L'inchiesta ha inoltre evidenziato come Cosimo Modugno ed alcuni due componenti della banda abbiano prelevato e trattenuto, contro la sua volontà, minacciandolo con le armi, un noto commerciante di Bitonto con il vizio della ricettazione, fino ad ottenere un corrispettivo in denaro per la sua liberazione.
Una storia che ha finito con il coinvolgere anche la città di Molfetta, dove l'uomo opera nell'oscuro mondo del mercato nero della ricettazione. Una storia complicata che era iniziata perché i Modugno volevano affermare il loro predominio nella zona. «L'uomo - secondo gli inquirenti - fu prelevato, nascosto nel bagagliaio dell'auto, picchiato, minacciato più volte di morte, ma alla fine nessuno dei suoi sequestratori trovò il coraggio di ucciderlo».
L'uomo fu quindi rilasciato e qualche giorno dopo il suo rilascio uno degli uomini di Modugno fu prelevato e picchiato da esponenti dello storico clan rivale attivo a Bitonto. La tensione criminale era ormai alle stelle. Sino al blitz dell'altra notte che ha messo la parola fine all'ascesa criminale di Mino u' gruss.
Il provvedimento è nato da un'indagine svolta dalla Compagnia di Molfetta avviata nell'agosto del 2015: attraverso intercettazioni e appostamenti i militari, diretti dal capitano Vito Ingrosso, hanno scoperto l'esistenza, a Bitonto, di una associazione guidata dalla famiglia Modugno, nell'area d'influenza del potente clan Striscuglio di Bari. L'organizzazione era dedita alla gestione delle più fiorenti piazze di spaccio della droga, in alcuni comuni del nord barese.
Considerevoli i quantitativi di cocaina e marijuana gestiti dal clan per un volume d'affari giornaliero stimato in diverse migliaia di euro. L'inchiesta ha inoltre evidenziato come Cosimo Modugno ed alcuni due componenti della banda abbiano prelevato e trattenuto, contro la sua volontà, minacciandolo con le armi, un noto commerciante di Bitonto con il vizio della ricettazione, fino ad ottenere un corrispettivo in denaro per la sua liberazione.
Una storia che ha finito con il coinvolgere anche la città di Molfetta, dove l'uomo opera nell'oscuro mondo del mercato nero della ricettazione. Una storia complicata che era iniziata perché i Modugno volevano affermare il loro predominio nella zona. «L'uomo - secondo gli inquirenti - fu prelevato, nascosto nel bagagliaio dell'auto, picchiato, minacciato più volte di morte, ma alla fine nessuno dei suoi sequestratori trovò il coraggio di ucciderlo».
L'uomo fu quindi rilasciato e qualche giorno dopo il suo rilascio uno degli uomini di Modugno fu prelevato e picchiato da esponenti dello storico clan rivale attivo a Bitonto. La tensione criminale era ormai alle stelle. Sino al blitz dell'altra notte che ha messo la parola fine all'ascesa criminale di Mino u' gruss.