E' il black friday: ma serve davvero al commercio molfettese?
Divisi i commercianti, concordi solo nell'invocare una linea comune per ripartire
Molfetta - venerdì 25 novembre 2016
E' il giorno del black friday, l'annuale appuntamento dedicato allo shopping che consente di acquistare a prezzi scontati, e a volte super scontati, qualsiasi tipo di prodotto: dall'abbigliamento, alla tecnologia, fino al biglietto per un aereo.
Una iniziativa planetaria che si sta radicalizzando anche a Molfetta: mai come quest'anno, infatti, tanti sono i cartelloni pubblicitari che la ricordano dai grandi centri commerciali fino ai negozi sul territorio urbano.
Non un obbligo l'adesione per i commercianti «ma sicuramente restarci fuori significa non essere al passo coi tempi e un pò con i gusti dei clienti», spiega un commerciante molfettese.
Già, ma quanto può dare una iniziativa del genere al commercio della città?
A domandarselo in molti. A rispondere proprio i commercianti che esprimono idee molto differenti sul tema.
«Se pensassi che i miei guadagni dovessero dipendere da questo giorno significherebbe non aver capito nulla del commercio e della realtà nella quale vivo e lavoro. E' una moda, dettata dai tempi. Mi adeguo perchè può far avvicinare al mio negozio gente che magari non l'ha mai fatto e a me liberare un pò il magazzino. Ma poi tutto finisce lì. In una realtà piccola come la nostra, ormai, si va avanti con la fidelizzazione del cliente», continua.
«Per andare bene bisogna ascoltare le esigenze dei clienti. Se questo è un modo per farlo che ben venga. Io ho anche un sito con un'area dedicata all'e-commerce: in questa settimana le mie vendite sono aumentate rispetto a una settimana definiamola "tipo". Allora perchè non dovrei adeguarmi? Considerate anche che ormai il cliente ha una vastità di scelta nello shopping che di fatto fa scegliere a lui quanto spendere e come... Allora da un lato c'è la sua volontà di spendere di meno rispetto al solito, dall'altro c'è una quantità di vendite maggiori nel mio caso: il risultato è che lui è contento, io pure e forse quel cliente verrà a trovarmi di nuovo», spiega un altro piccolo imprenditore.
Tuttavia, entrambi giungono alla stessa conclusione: non è di certo il black friday a salvare le sorti del commercio molfettese.
«Questo è scontato. La ripresa dovrebbe nascere da una linea d'azione comune, condivisa da tutti. Al primo posto metterei il rispetto tra commercianti, la concorrenza leale, almeno tra noi che siamo una sorta di pesce piccolino in un mare in cui ci sono le grandi catene, i grandi centri, anche stranieri, che offrono merce a basso costo. Solo uniti si potrà poi pensare di poter alzare la voce con le istituzione per esigere tutto il resto...».
Resto che, secondo le loro opinioni, sono «i parcheggi prima di tutto. Se tu vieni in centro e fai due, tre volte il giro con la macchina invano è normale che ti scocci e vai fuori, dove magari trovi anche l'aria condizionata in estate e quella calda in inverno. E' da quindici anni che sento parlare di parcheggi interrati: che fine hanno fatto le promesse e i sedicenti progetti?»
Poi «incentivare l'apertura di attività: chi, oggi, a Molfetta pensa a Corso Umberto o a Corso Dante, per esempio, se deve andare a fare acquisti? Pochissimi, forse nessuno. Oltre a ciò servono poi le iniziative, le idee per attirare la gente non solo per una giornata ma per farle restare in testa l'idea che nel negozio sotto casa oppure a Corso Margherita c'è ciò di cui ha bisogno».
Una iniziativa planetaria che si sta radicalizzando anche a Molfetta: mai come quest'anno, infatti, tanti sono i cartelloni pubblicitari che la ricordano dai grandi centri commerciali fino ai negozi sul territorio urbano.
Non un obbligo l'adesione per i commercianti «ma sicuramente restarci fuori significa non essere al passo coi tempi e un pò con i gusti dei clienti», spiega un commerciante molfettese.
Già, ma quanto può dare una iniziativa del genere al commercio della città?
A domandarselo in molti. A rispondere proprio i commercianti che esprimono idee molto differenti sul tema.
«Se pensassi che i miei guadagni dovessero dipendere da questo giorno significherebbe non aver capito nulla del commercio e della realtà nella quale vivo e lavoro. E' una moda, dettata dai tempi. Mi adeguo perchè può far avvicinare al mio negozio gente che magari non l'ha mai fatto e a me liberare un pò il magazzino. Ma poi tutto finisce lì. In una realtà piccola come la nostra, ormai, si va avanti con la fidelizzazione del cliente», continua.
«Per andare bene bisogna ascoltare le esigenze dei clienti. Se questo è un modo per farlo che ben venga. Io ho anche un sito con un'area dedicata all'e-commerce: in questa settimana le mie vendite sono aumentate rispetto a una settimana definiamola "tipo". Allora perchè non dovrei adeguarmi? Considerate anche che ormai il cliente ha una vastità di scelta nello shopping che di fatto fa scegliere a lui quanto spendere e come... Allora da un lato c'è la sua volontà di spendere di meno rispetto al solito, dall'altro c'è una quantità di vendite maggiori nel mio caso: il risultato è che lui è contento, io pure e forse quel cliente verrà a trovarmi di nuovo», spiega un altro piccolo imprenditore.
Tuttavia, entrambi giungono alla stessa conclusione: non è di certo il black friday a salvare le sorti del commercio molfettese.
«Questo è scontato. La ripresa dovrebbe nascere da una linea d'azione comune, condivisa da tutti. Al primo posto metterei il rispetto tra commercianti, la concorrenza leale, almeno tra noi che siamo una sorta di pesce piccolino in un mare in cui ci sono le grandi catene, i grandi centri, anche stranieri, che offrono merce a basso costo. Solo uniti si potrà poi pensare di poter alzare la voce con le istituzione per esigere tutto il resto...».
Resto che, secondo le loro opinioni, sono «i parcheggi prima di tutto. Se tu vieni in centro e fai due, tre volte il giro con la macchina invano è normale che ti scocci e vai fuori, dove magari trovi anche l'aria condizionata in estate e quella calda in inverno. E' da quindici anni che sento parlare di parcheggi interrati: che fine hanno fatto le promesse e i sedicenti progetti?»
Poi «incentivare l'apertura di attività: chi, oggi, a Molfetta pensa a Corso Umberto o a Corso Dante, per esempio, se deve andare a fare acquisti? Pochissimi, forse nessuno. Oltre a ciò servono poi le iniziative, le idee per attirare la gente non solo per una giornata ma per farle restare in testa l'idea che nel negozio sotto casa oppure a Corso Margherita c'è ciò di cui ha bisogno».