Cronaca
Due tragedie, un unico copione
A distanza di sei anni altre due morti sul lavoro
Molfetta - martedì 8 aprile 2014
18.30
E la storia si ripete. Quasi come fosse scritta in un copione. A distanza di sei anni esatti dalla tragedia della «Truck center», cinque furono le vittime in quella circostanza, un altro incidente sul lavoro ha ucciso due operai. Terribile l'analogia tra i due incidenti mortali. Lo stesso periodo dell'anno (nel marzo del 2008 alla «Truck center»), i luoghi, distanti tra loro poche centinaia di metri, le cisterne da ripulire, il tentativo di salvare chi era precedentemente caduto, le esalazioni che uccidono.
Unico anche il denominatore comune tra le due tragedie. L'assenza delle minime condizioni di sicurezza. A cominciare dalle dotazioni personali. Nessun casco, nessuna cintura di sicurezza, nessuna mascherina o respiratore. Investire in sicurezza, accettare di indossare attrezzature forse scomode ma neanche pesanti, è il confine tra la vita e la morte sui luoghi di lavoro. Alla «Truck center» furono le esalazioni sprigionate da una cisterna a uccidere i cinque operai, con una sequenza che ebbe dello spaventoso. Caddero, durante le operazioni di lavaggio, uno dopo l'altro nel tentativo di salvare chi, colpito dalle esalazioni aveva perso i sensi cadendo nella cisterna.
Alla azienda ittica «Di Dio», le cause effettive dell'incidente, che ha visto protagonisti i dipendenti della ditta chiamata per ripulire la vasca imof, dovranno essere accertate, la dinamica si è ripetuta. Sono deceduti in due nel tentativo di salvare chi era caduto nella una vasca «Imof» usata per raccogliere le acque reflue prodotte della lavorazione di pesci e molluschi. In entrambe le tragedie le probabili cause sono da ricercarsi nella sottovalutazione del pericolo, accentuato appunto dalla mancanza di sistemi di sicurezza.
Sta di fatto, e di questo tutti dovrebbero convincersi, che il pericolo è sempre dietro l'angolo e che la routine di operazioni ripetute innumerevoli volte diventa troppo spesso e tragicamente cattiva consigliera. Della tragedia di sei anni è rimasta la eco di processi che devono ancora accertare le responsabilità. Una eco che adesso dopo questa ultima tragedia è diventata un grido. A questo punto la speranza è che quel grido rimanga nelle orecchie e nella memoria di tutti. Operai e datori di lavoro. Istituzioni che hanno il compito di sorvegliare il rispetto delle normali condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Unico anche il denominatore comune tra le due tragedie. L'assenza delle minime condizioni di sicurezza. A cominciare dalle dotazioni personali. Nessun casco, nessuna cintura di sicurezza, nessuna mascherina o respiratore. Investire in sicurezza, accettare di indossare attrezzature forse scomode ma neanche pesanti, è il confine tra la vita e la morte sui luoghi di lavoro. Alla «Truck center» furono le esalazioni sprigionate da una cisterna a uccidere i cinque operai, con una sequenza che ebbe dello spaventoso. Caddero, durante le operazioni di lavaggio, uno dopo l'altro nel tentativo di salvare chi, colpito dalle esalazioni aveva perso i sensi cadendo nella cisterna.
Alla azienda ittica «Di Dio», le cause effettive dell'incidente, che ha visto protagonisti i dipendenti della ditta chiamata per ripulire la vasca imof, dovranno essere accertate, la dinamica si è ripetuta. Sono deceduti in due nel tentativo di salvare chi era caduto nella una vasca «Imof» usata per raccogliere le acque reflue prodotte della lavorazione di pesci e molluschi. In entrambe le tragedie le probabili cause sono da ricercarsi nella sottovalutazione del pericolo, accentuato appunto dalla mancanza di sistemi di sicurezza.
Sta di fatto, e di questo tutti dovrebbero convincersi, che il pericolo è sempre dietro l'angolo e che la routine di operazioni ripetute innumerevoli volte diventa troppo spesso e tragicamente cattiva consigliera. Della tragedia di sei anni è rimasta la eco di processi che devono ancora accertare le responsabilità. Una eco che adesso dopo questa ultima tragedia è diventata un grido. A questo punto la speranza è che quel grido rimanga nelle orecchie e nella memoria di tutti. Operai e datori di lavoro. Istituzioni che hanno il compito di sorvegliare il rispetto delle normali condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro.